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Emergenza-Urgenza

Ecg, esecuzione del tracciato in mano ai soccorritori volontari

di MS

Extraospedaliera

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Adesso - pensò il geniale Einthoven - siamo in grado di registrare l’attività elettrica cardiaca anomala… e di confrontarla con quella normale. Fu così che intorno al 1901 fu perfezionato un importantissimo strumento diagnostico: l’elettrocardiogramma. Dale Dubin, nel suo libro “Interpretazione dell’Ecg”, così descrive la fantastica scoperta ad opera di un brillante studioso (Willem Einthoven, appunto). A distanza di 116 anni quella stessa registrazione è diventata teletrasmissione, non solo a cura di operatori sanitari, ma anche ad opera di volontari soccorritori addestrati con un corso di formazione (Areu Lombardia).

Ecg, non solo a cura di operatori sanitari

ecg emergenza

Elettrocardiogramma in emergenza urgenza

L’analisi del tracciato, nonché il riconoscimento di alterazioni del tratto ST, può diventare una skill non più di esclusiva competenza dello specialista. Le linee guida ERC 2015 consigliano l’identificazione elettrocardiografica di STEMI da parte di personale non medico, che si avvalga o meno di algoritmi computerizzati, qualora possa essere mantenuta un’adeguata prestazione diagnostica attraverso programmi di attento controllo della qualità. E ancora, il personale sanitario esperto del sistema di emergenza (medici, soccorritori e infermieri) è in grado di identificare uno STEMI con un’alta sensibilità e specificità paragonabili all’accuratezza diagnostica che si ottiene in ambito ospedaliero. È pertanto ragionevole che gli infermieri siano addestrati a fare diagnosi di STEMI senza il consulto medico-diretto, purché sia garantito allo stesso tempo un attento controllo della qualità.

Siamo quindi di fronte a una rivoluzione tecnico-culturale epocale; certamente tale approccio rappresenta la fisiologica conseguenza di un’innovazione tecnologica importante. Non solo: anche l’educazione sanitaria si è innovata portando i confini della conoscenza sanitaria oltre le mura delle strutture sanitarie, oltre le aule delle università. Gli stessi formatori (infermieri, medici, operatori sanitari in genere) hanno personalmente superato quel confine, entrando direttamente nelle sale riunioni delle associazioni di volontariato, nelle piazze di città, finalmente cardioprotette. In particolare, la Regione Lombardia, attraverso una specifica scelta da parte del direttore generale Alberto Zoli dell’Azienda regionale emergenza-urgenza (Areu), dal primo gennaio 2017 permette (previa la frequentazione di un corso di 120 ore ed ulteriore aggiornamento specifico sulla tematica) a soccorritori volontari presenti negli equipaggi dei mezzi di soccorso di base di eseguire e teletrasmettere elettrocardiogrammi nei seguenti casi:

  • Riferito dolore toracico e/o riferita perdita di coscienza e/o alterazione della frequenza cardiaca (<50,>100 battiti/minuto);
  • Rilevazione in itinere di dolore toracico e/o riferita perdita di coscienza.

Inoltre, i soccorritori volontari, previa rilevazione di alcuni parametri vitali, attivano o non attivano immediatamente la Sala operativa regionale emergenza urgenza (Soreu), dando priorità o meno all’esecuzione dell’esame. Ad esempio qualora il paziente non fosse cosciente, dopo aver contattato la Soreu, il personale volontario effettua le prime manovre di emergenza previste e, solo in seguito, esegue l’Ecg.

Si tratta quindi di un sistema altamente performante; la diagnosi presunta di STEMI, basata sul riscontro di dolore toracico suggestivo di SCA e sulla positività dell’Ecg a 12 derivazioni preospedaliero, è stata riportata nel sistema gestionale del 118 in 5.321 soccorsi primari e 720 trasporti secondari. Utilizzando un Ecg a 12 derivazioni in ambito extra-ospedaliero, il tempo che intercorre tra l’arrivo in ospedale e l’inizio della terapia riperfusiva è ridotto da 10 a 60 minuti. Ciò è associato a tempi più brevi di riperfusione e a miglioramenti nella sopravvivenza dei pazienti sia in caso di Pci che di fibrinolisi (Linee Guida ERC 2015).

La chiave di volta di un approccio del genere, l’implementazione di un sistema così altamente predittivo di SCA STEMI extra ospedaliero è chiaramente scritto nelle linee guida che abbiamo citato prima, anche se l’avanguardia in Italia verso tale modello diagnostico si trova già in un progetto realizzato in Emilia Romagna a partire dal 2008 (Ecg 12 derivazioni e teleconsulto cardiologico domiciliare riservato a pazienti non urgenti particolarmente complessi).

L’iniziativa ha coinvolto i medici di medicina generale, cardiologi ospedalieri e volontari della Croce Blu e il campo di applicazione è rappresentato da pazienti allettati portatori di varie patologie cardiache (scompenso cardiaco, aritmia non complicata, crisi ipertensiva) residenti nel distretto di Mirandola in provincia di Modena.

Nel documento si legge: l’Ecg viene effettuato da parte dell’operatore della Croce Blu, opportunamente addestrato e certificato, alla presenza del medico di medicina generale, il quale garantisce oltre alla correttezza della procedura, ivi compresa la buona qualità del tracciato, anche la teletrasmissione dello stesso allo specialista cardiologo.

Oggi Dale Dubin direbbe:

Adesso siamo in grado di teletrasmettere un’attività elettrica cardiaca anomala e di far predisporre un percorso riperfusivo precoce. Possiamo farlo in quanto personale esperto!

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Commenti (2)

ERIK PERSICO

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1 commenti

ECG ai soccorritori

#2

Sono convinto come Lei sopra che il soccorso sanitario dovrebbe essere garantito da professionisti del settore. Tuttavia, per continuare a garantire gli stipendi agli infermieri, le 8 ore di turno, l'assurdità di diritti e dirittini tra cui il diritto di vestizione...gli aumenti di 67 euro lordi ad ogni infermiere, qualcuno deve lavorare come un asino senza diritti, per turni che finiscono quando devono finire. Hanno tutti la pancia ben pasciuta in sanità, in confronto ai soccorritori, di cui non frega nulla a nessuno, stressati per i turni, per le manie di protagonismo di molti laureati delle professioni sanitarie che si sentono Dio in terra, da alcuni colleghi soccorritori che si credono Rambo, specialmente i volontarucoli da 4 soldi che con 3 turni al mese pensano di sapere tutto, sudditi del medico dell'automedica che sarebbero disposti anche a infilarsi un dito nel deretano a semplice richiesta del DOC, distribuiti in una miriade di associazioni che pensano di essere sempre migliori del "vicino", contribuendo a farsi "banditare" da amministrazioni pubbliche che offrono la miseria alle Associazioni convenzionate Vedete infermieri miei: AVETE RAGIONE! Ma non vi ascolta nessuno e non ci ascolta nessuno. Amen.

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2 commenti

...in quanto personale esperto...

#1

Indubbia bontà dell'iniziativa ma, mi pare di vedere sempre di più una modalità poco rispettosa del contesto normativo costituzionale. Sussiste costituzionalmente la possibilità che le attività di soccorso vengano affidate a figure prive di profilo professionale? E' deontologicamente, giuridicamente, professionalmente sostenibile una siffatta modalità di erogazione del servizio di soccorso sanitario? E' ancora accettabile l'integrazione in questo tempo che il soccorso sanitario italiano sia erogato dal volontariato? Io credo proprio di no. E' necessaria e ormai urgente dopo 25 anni una riforma del Soccorso Sanitario e del Soccorso Pubblico. Il passo lungimirante non è ancora stato fatto.