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Emergenza-Urgenza

Problema arresto cardiaco pre-ospedaliero in era Covid-19

di Giacomo Sebastiano Canova

Extraospedaliera

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Rispetto ai dati degli anni precedenti, durante il periodo Covid-19 sono avvenuti più arresti cardiaci a casa, il tempo di risposta dell’ambulanza è aumentato e si è verificata una marcata diminuzione della sopravvivenza dei pazienti, con un significativo eccesso di mortalità da arresto cardiaco extra-ospedaliero. Questo fatto impone alla comunità scientifica e a quella politica alcune questioni fondamentali che sarà necessario dirimere al più presto.

Indagine su arresto cardiaco extraospedaliero in era Covid-19

La pandemia da Covid-19 ha avuto un impatto diretto su ogni anello della catena di sopravvivenza dell’arresto cardiaco. Tuttavia, i meccanismi che hanno portato a questo impatto riflettono gli effetti diretti e indiretti del Covid-19 e si devono inserire in un contesto sociale più ampio.

In particolare, nel contesto dell’arresto cardiaco extra-ospedaliero questi percorsi causali sono inevitabilmente complessi e la loro comprensione è molto limitata.

Nei pazienti affetti da Covid-19, una migliore comprensione della fisiopatologia dell’arresto cardiaco extra-ospedaliero potrebbe fornire informazioni utili a comprendere le potenziali mitigazioni e la sua gestione clinica. In alcuni pazienti, l’arresto cardiaco in ambito pre-ospedaliero può essere conseguenza di un deterioramento clinico derivante da un’insufficienza respiratoria ipossica e ciò potrebbe anche in parte spiegare il basso numero di ritmi defibrillabili riscontrati in questa categoria di pazienti.

Inoltre, è stato documentato come l’infezione da SARS-CoV-2 causi miocardite, aritmie e uno stato di ipercoagulabilità che può portare ad eventi trombotici. Tuttavia il contributo di questi fattori può essere determinato solamente conducendo degli studi post mortem, nonché raccogliendo e analizzando i dati sui sintomi del paziente e sul decorso clinico prima del loro arresto cardiaco. Attualmente in merito ci sono pochi studi post mortem pubblicati su pazienti Covid-19 e nessuno in particolare sui pazienti colpiti in ambito extra-ospedaliero.

Per quanto riguarda i diversi sistemi sanitari, i servizi sanitari e sociali sono stati riconfigurati in risposta alla pandemia. Questi cambiamenti hanno incluso la riduzione dell’accesso alle cure preventive sia nelle cure primarie che secondarie e l’annullamento delle operazioni in elezione.

Inoltre, i percorsi clinici dei pazienti sono stati riprogettati per supportare la telemedicina, limitando in questo modo il contatto diretto tra operatori sanitari e pazienti. Sono state anche modificate le linee guida per i dispatcher e i soccorritori in merito all’invio dell’ambulanza e alle decisioni sul trasporto dei pazienti.

Oltre a questi fattori, è bene tenere in considerazione che la preoccupazione per quanto riguarda il rischio di trasmissione dell’infezione da Covid-19 agli astanti ha portato a modifiche delle linee guida per l’arresto cardiaco e sui dispositivi di protezione individuale (DPI) che i soccorritori devono utilizzare prima di arrivare dal paziente.

Il fatto di indossare i DPI è stato identificato come causa di potenziali ritardi sia nel processo di invio dell’ambulanza che nella risposta medica sul posto. Oltre ai professionisti, il rischio di trasmissione del virus potrebbe anche aver contribuito a ridurre l’incidenza dell’effettuazione delle manovre rianimatorie da parte degli astanti. Nonostante sia importante proteggere i sanitari dal rischio di contagio, attualmente vi è molta incertezza riguardo al rischio specifico associato ai vari trattamenti e interventi erogati durante la rianimazione.

La comprensione dei fattori causali che si associano all’eccessiva incidenza e mortalità per quanto riguarda l’arresto cardiaco pre-ospedaliero durante la pandemia potrà fornire alcune strategie per limitare l’effetto di future ondate pandemiche.

A livello internazionale, la tendenza è stata quella di concentrarsi sui casi di Covid-19 che si sono presentati negli ospedali; è dunque necessario compiere un passo indietro e adottare una visione di sistema più ampia al fine di non perdere altre potenziali opportunità per salvare vite umane. In merito, è necessario che la risposta all’arresto cardiaco pre-ospedaliero sia coordinata sia a livello internazionale sia a livello di sistema, inteso come assistenza preospedaliera, assistenza ospedaliera, assistenza primaria e salute pubblica.

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