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Oltre l'emergenza: l'espansione del ruolo infermieristico

di Redazione

Extraospedaliera

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Il settore della medicina di urgenza territoriale, sia in Italia sia nel resto del mondo, sta attraversando un periodo di sfida notevole a causa della carenza di personale medico. Questa problematica, divenuta sempre più la norma anziché l'eccezione, ha conseguenze importanti sia per la gestione delle emergenze territoriali che per la salute dei cittadini.

Risposta alla carenza di personale nel soccorso territoriale

infermieri ambulanza

La carenza di personale medico e la conseguente dequalificazione del servizio di emergenza territoriale rappresentano una minaccia per la salute pubblica.

Ciò che risulta evidente è che la carenza di personale medico nelle emergenze si fa sentire soprattutto nelle aree rurali, nei piccoli centri e nelle grandi città nei periodi di punta o durante eventi affollati.

Gli operatori sanitari si trovano a dover gestire un numero sempre maggiore di emergenze con risorse insufficienti, generando un eccesso di lavoro che può portare a errori e ad una diminuzione della qualità dell'assistenza, senza dimenticare la conseguente riduzione della soddisfazione del paziente.

Nonostante l'importanza fondamentale della medicina di urgenza territoriale per garantire un intervento tempestivo ed adeguato in situazioni di emergenza, si sta assistendo ad un trend preoccupante: non tutti i mezzi di soccorso hanno un medico a bordo. Il dato allarmante è che il numero di questi mezzi con medico a bordo è in calo, dovuto all'impossibilità di coprire tutti i turni a causa della mancanza di personale.

Questa situazione è particolarmente evidente in regioni come la Toscana, dove la mancanza di personale medico ha drasticamente ridotto la disponibilità di mezzi di soccorso medicalizzati. Nonostante l'urgenza di fornire un soccorso sanitario tempestivo ed efficace, le risorse umane vengono spesso reindirizzate per coprire altri servizi, come i Pronto soccorso negli ospedali, che anch'essi soffrono di una grave carenza di personale.

Di conseguenza, il servizio di soccorso territoriale rischia di diventare dequalificato. Spesso, i mezzi di soccorso finiscono per essere utilizzati come taxi, trasportando i pazienti in ospedale senza fornire le necessarie cure mediche immediate. Ciò non solo compromette la qualità dell'assistenza, ma può anche mettere a rischio la vita dei pazienti in situazioni di emergenza più gravi.

La carenza di personale medico e la conseguente dequalificazione del servizio di emergenza territoriale rappresentano una minaccia per la salute pubblica. Pertanto, di fronte a questa situazione, è necessario implementare soluzioni che possano migliorare l'efficienza e l'efficacia del servizio.

In questo scenario, diventa fondamentale esplorare soluzioni innovative che possano rispondere alla carenza di personale medico, garantendo al contempo un servizio di emergenza territoriale tempestivo efficiente ed efficace. Una soluzione in costante crescita di consensi è l'ampliamento del ruolo degli infermieri, consentendo loro una gestione più autonoma delle emergenze attraverso l'esecuzione di atti medici delegati.

Atti medici delegati

Gli atti medici delegati sono protocolli convalidati dal sistema 118 di riferimento e dalla direzione sanitaria, che autorizzano l'infermiere a somministrare certi farmaci e dosaggi in autonomia, basandosi su criteri precisi.

Questi atti rappresentano un insieme di procedure e interventi clinici che, pur appartenendo al dominio medico, possono essere effettuati dagli infermieri in specifiche circostanze. Quando è necessario intervenire o somministrare trattamenti al di fuori di questi protocolli, o per utilizzare molecole farmacologiche particolari, gli infermieri possono avvalersi della telemedicina.

Grazie alle prescrizioni telefoniche (su linea registrata), i medici in centrale operativa o a bordo di un mezzo di soccorso (automedica) sono in grado di guidare gli infermieri durante l'assistenza al paziente.

Questa strategia permette di garantire un servizio sanitario avanzato anche se un medico non è presente sul luogo dell’emergenza, riducendo drasticamente il numero richiesto di professionisti medici.

Questo modello di assistenza, che valorizza le competenze specialistiche degli infermieri, offre una soluzione efficace per affrontare le emergenze territoriali anche quando le risorse mediche sono limitate. Così facendo, si assicura un alto livello di cura, coerente con l'obiettivo del soccorso 118 di portare l'ospedale a casa del paziente.

Disomogeneità dei protocolli di emergenza italiani

Nonostante l'esistenza di modelli internazionali di successo e di iniziative promettenti in alcune regioni italiane, l'implementazione di un sistema di emergenza territoriale che sfrutta infermieri con competenze avanzate è ancora irregolare nel paese. Questa mancanza di uniformità genera una significativa disparità nella qualità dell'assistenza fornita ai cittadini, variando a seconda della regione e talvolta anche della provincia.

Ad esempio, in Lombardia sono stati sviluppati protocolli dettagliati ed estesi per la gestione delle emergenze territoriali, fornendo agli infermieri una guida chiara e affidabile che consente loro di operare con sicurezza e autonomia nelle situazioni di emergenza. Questo non è però il caso in tutto il territorio nazionale.

In molte altre regioni, nonostante la presenza di infermieri sul territorio pronti ad intervenire, questi spesso devono operare con protocolli poco elaborati, mal strutturati o addirittura inesistenti. Questa mancanza di linee guida chiare e complete limita l'autonomia del professionista e può compromettere l'efficacia dell'assistenza fornita.

Il risultato è un sistema di assistenza di emergenza territoriale che varia considerevolmente da regione a regione, e talvolta anche all'interno della stessa regione. Questa variabilità compromette la capacità del sistema di fornire un'assistenza uniforme e di alta qualità a tutti i cittadini, indipendentemente dal loro luogo di residenza.

Pertanto, è fondamentale lavorare per aumentare l'omogeneità dei protocolli di emergenza in tutto il territorio italiano. Questo potrebbe non solo migliorare l'efficacia e l'efficienza del sistema di emergenza, ma anche garantire che tutti i cittadini, indipendentemente da dove vivono, abbiano accesso alle stesse cure di alta qualità in caso di emergenza.

  • Articolo a cura di Mattia Balboni | Infermiere Medicina di Emergenza Territoriale

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