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L’accelerazione e la decelerazione possono potenzialmente creare cambiamenti della pressione intracranica che possono peggiorare gli outcome del paziente. Alcuni ricercatori hanno pubblicato i risultati di uno studio da loro condotto volto a confermare il fatto che durante la frenata avvenga un aumento della pressione intracranica, confrontando anche gli effetti della stessa in base al posizionamento del paziente in barella (supina vs. eretta a 30°).
La decelerazione dell’ambulanza provoca aumento della pressione intracranica
Il trauma cranico è la principale causa di morte nei giovani, la sua incidenza è di 262/100.000 persone ed è responsabile di 10,5 decessi ogni 100.000 abitanti in Europa. Dopo che si verifica una lesione cerebrale primaria, l’ipoperfusione del cervello e la bassa saturazione di ossigeno nel sangue possono causare lesioni cerebrali secondarie.
In particolare, l’ipoperfusione cerebrale può essere causata da una bassa pressione sanguigna sistemica, ma più spesso da un aumento della pressione intracranica che compromette il flusso sanguigno cerebrale. Inoltre, l’autoregolazione della perfusione cerebrale è spesso compromessa o assente dopo un trauma cranico, il che rende il cervello più vulnerabile ai cambiamenti di pressione. Alla luce di ciò, un aumento della pressione intracranica durante il tragitto in ambulanza potrebbe compromettere la perfusione cerebrale e indurre ischemia cerebrale, aumentando ulteriormente il rischio di lesioni cerebrali secondarie.
Molto spesso i pazienti con trauma cranico devono essere centralizzati in un ospedale Hub, in quanto l’evento avviene in periferia e lontano da essi. Questo fattore comporta, di conseguenza, dei tempi di trasporto più lunghi. Per questo motivo, che gli spostamenti hanno il potenziale per aumentare la pressione intracranica, soprattutto durante la fase di decelerazione dell’ambulanza in movimento a causa dell’aumento della stasi venosa e del reflusso verso la testa. In merito, in letteratura sono presenti alcuni studi che hanno dimostrato che un meccanismo simile aumenta la pressione intracranica e il diametro della guaina del nervo ottico in posizione Trendelenburg e dopo l’applicazione di un collare cervicale rigido.
La guaina del nervo ottico è situata in continuum con la cavità intracranica e il liquido cerebrospinale percola liberamente su di essa. Quando la pressione intracranica sale, il diametro di questa guaina si distende. Per questo motivo alcuni ricercatori hanno condotto uno studio in soggetti sani per analizzare le variazioni della pressione intracranica attraverso la misurazione ecografica della guaina del nervo ottico, confrontando il posizionamento del paziente supino con quello con lo schienale della barella inclinato di 30° verso l’alto.
Effetti di decelerazione e posizionamento paziente su pressione intracranica
Nello studio in questione sono stati inclusi 20 partecipanti sani. Con la barella a 0°, il diametro della guaina del nervo ottico durante le misurazioni al basale e durante la frenata era rispettivamente di 4,80 (IQR 4,80–5,00) mm e 6,00 (IQR 5,75–6,40) mm (p < 0,001).
Con la barella a 30°, i valori del diametro della guaina del nervo ottico al basale e durante la frenata erano rispettivamente di 4,80 (IQR 4,67–5,02) mm e 4,90 (IQR 4,80–5,02) mm (p = 0,022). Complessivamente è stato osservato un aumento del 24% del diametro della guaina del nervo ottico durante la frenata con la barella a 0° e un aumento dello 0% durante la frenata con la barella a 30 gradi. Tutti i 20 partecipanti con la barella a 0° hanno mostrato un aumento del diametro della guaina del nervo ottico maggiore di 0,2 mm durante la frenata, mentre con la barella a 30° solamente 5 partecipanti hanno mostrato un aumento maggiore di 0,2 mm durante la frenata.
In conclusione, durante la decelerazione dell’ambulanza il diametro della guaina del nervo ottico (e, dunque, della pressione intracranica) aumentano nei pazienti in posizione supina, mentre alzare il poggiatesta della barella a 30° riduce l’effetto della frenata sulla pressione intracranica.
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