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Emergenza-Urgenza

Commozione cerebrale, sintomi e trattamento

di Giacomo Sebastiano Canova

Intraospedaliera

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Per commozione cerebrale si intende una temporanea perdita della funzione cerebrale accompagnata da una varietà di sintomi fisici, cognitivi ed emotivi. Tale varietà sintomatologica può anche risultare così poco evidente da non essere riconosciuta. In riferimento al danneggiamento derivante da una commozione cerebrale, questa determina solitamente una lesione diffusa dell’encefalo: l’area danneggiata è dunque più vasta rispetto ad un trauma focale.

Cos'è la commozione cerebrale e come si manifesta

La commozione cerebrale è un'alterazione delle funzioni cerebrali causate da un trauma alla testa

Generalmente la commozione cerebrale si presenta in seguito alla liberazione di energia dovuta ad un trauma che, per la sua entità, non viene assorbita dal liquido cerebrospinale che avvolge l’encefalo.

Questo avviene in quanto la funzione di questo liquido è proprio quella di fungere da “cuscino”, ovvero di assorbire l’energia derivante dall’impatto evitando che il tessuto cerebrale subisca danni contro la scatola cranica. Quando l’energia è tale da non essere assorbita da liquido cerebrospinale, si verifica la commozione cerebrale.

Inoltre la commozione cerebrale può avvenire anche in assenza di traumi diretti: in questo caso, le forze agenti possono possedere un movimento lineare, rotazionale o angolare del cervello, o con una combinazione di questi. È il caso, ad esempio, in cui la testa venga scossa a causa di un improvviso movimento toracico o addominale.

Quando si verifica, la commozione cerebrale provoca un’ipersecrezione di neurotrasmettitori eccitatori (es. acido glutammico), i quali causano un’aumentata eccitazione cellulare. L’incremento di questa attività causa il cosiddetto fenomeno di eccitotossicità, dovuto al fatto che il raggiungimento più rapido del potenziale d’azione determina uno squilibrio ionico tra le membrane cellulari dei neuroni, in particolare di potassio e calcio.

Contemporaneamente, per ragioni che sono tutt’ora non conosciute, il flusso ematico cerebrale appare ridursi: in questo caso, sebbene non avvenga un’ischemia vera e propria, l’apporto di glucosio si riduce, inducendo le cellule a convertire il proprio metabolismo da aerobio ad anaerobio, con conseguente aumento dei livelli di lattato.

Per questi motivi, per una finestra di tempo che può andare da alcuni minuti a qualche giorno dopo la commozione cerebrale, il cervello risulta particolarmente vulnerabile ai cambiamenti nella pressione intracranica, ad alterazioni del flusso di sangue e a momenti di anossia.

In riferimento al danneggiamento derivante da una commozione cerebrale, questa determina solitamente una lesione diffusa dell’encefalo: l’area danneggiata è dunque più vasta rispetto ad un trauma focale.

Sintomi di commozione cerebrale

Per quanto riguarda la sintomatologia derivante da una commozione cerebrale, questa condizione si associa a diversi sintomi che, generalmente, si presentano rapidamente dopo il trauma e di solito regrediscono in qualche giorno o settimana:

Sintomi fisici Sintomi cognitivi ed emotivi
- cefalea
- vertigini
- nausea e vomito
- mancanza di coordinazione motoria
- difficoltà a mantenere l’equilibrio
- disturbi della sensibilità a diversi stimoli e della mobilità sia volontaria che involontaria
- fotofobia
- fosfeni
- offuscamento del visus
- diplopia
- acufeni
In alcuni casi possono manifestarsi episodi convulsivi: in questo caso la sintomatologia è di natura “benigna”, ovvero dovuta al danno strutturale encefalico e non rappresentano dei fattori predittivi di epilessia post-traumatica
- confusione
- disorientamento
- difficoltà nell'attenzione
- disturbi della coscienza
- amnesia retrograda
- disturbi del ritmo sonno-veglia
- nella concentrazione e nell’esecuzione delle attività quotidiane
- cambiamenti di umore, irritabilità, perdita di interesse nelle attività preferite
- pianto
- manifestazioni di emozione inappropriate alla situazione

Come si tratta la commozione cerebrale

Il trattamento della commozione cerebrale prevede innanzitutto la stretta osservazione del paziente da parte di un familiare o in una struttura protetta nelle prime ore seguenti l’evento traumatico.

Ciò in quanto è necessario individuare tempestivamente sintomi quali vomito ripetuto, peggioramento della cefalea, vertigini, crisi epilettiche, sonnolenza eccessiva, diplopia, disartria, instabilità nella deambulazione, emisindrome con emiplegia o ipostenia: nel caso in cui si presentino è necessario condurre il paziente presso un Pronto soccorso per eseguire gli opportuni accertamenti diagnostici.

Generalmente il successivo periodo di riposo prevede di evitare sforzi fisici e cognitivi sino alla risoluzione completa del quadro sintomatologico. Per quanto riguarda il riposo cognitivo, esso prevede la riduzione delle attività che richiedono concentrazione e attenzione, come lo studio, i videogiochi e la scrittura dei messaggi di testo; è inoltre importante un adeguato riposo notturno.

In alcuni casi (10-20%) si può manifestare la cosiddetta sindrome post-commotiva cerebrale, nella quale i sintomi possono presentarsi per settimane, mesi o anche anni e, occasionalmente, possono essere permanenti.

Per quanto riguarda il trattamento della commozione cerebrale, solitamente questo si limita alla cura dei sintomi; per questo motivo possono essere prescritti dei farmaci analgesici ed è suggerito al paziente di evitare bevande alcoliche o altri farmaci non prescritti dal proprio medico.

In alcuni casi può essere utile un trattamento fisioterapico per trattare persistenti problemi di equilibrio, mentre la terapia comportamentale cognitiva aiutare a gestire i cambiamenti di umore. Il trattamento chirurgico, infine, è riservato ai pazienti che alla TAC mostrino delle lesioni ematiche cerebrali.

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