La violenza non deve più essere parte del lavoro di un infermiere

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Discutere e diffondere i risultati della ricerca infermieristica contro la violenza verso gli operatori sanitari, affinché essa non sia mai più parte del lavoro di un infermiere. È questo l'invito che Nicola Ramacciati e Laura Rasero hanno esplicitato nella loro lettera al direttore pubblicata su Scenario, Il Nursing nella sopravvivenza - rivista ufficiale Aniarti (Scenario 2018; 35 (3): 41-43) - con l'obiettivo, da un lato, di sottolineare il contributo dell'Associazione Nazionale Infermieri di Area Critica nella ricerca su questo tema e, dall'altro, di stimolare ancora i lavori di settore, poiché quello della violenza verso gli infermieri di area critica (e non solo) è un problema (non) recente che attende soluzioni.

Violenza verso infermieri area critica, problema in attesa di soluzioni

Ultimamente mass media e social network rilanciano quasi quotidianamente notizie di cronaca inerenti episodi, anche gravi, di violenza verso gli operatori sanitari. Il clamore giornalistico ha acceso i riflettori su un fenomeno purtroppo non nuovo per noi infermieri, se si considera che i primi documenti riguardanti la violenza da parte di pazienti o visitatori verso gli infermieri risalgono al 1824.

L’insediamento del 13 marzo scorso presso il Ministero della Salute dell’Osservatorio Permanente per la garanzia della sicurezza e per la prevenzione degli episodi di violenza ai danni di tutti gli operatori sanitari è l’ultimo passo in ordine di tempo di un percorso avviato dal ministero già nell’ormai lontano 2006, ossia da quando gli atti di violenza a danno degli operatori sanitari sono stati considerati un Evento Sentinella da segnalare al Sistema Nazionale di Monitoraggio degli Errori in Sanità (SIMES) e poi ancora nel novembre 2007, oggetto di una specifica Raccomandazione per prevenire gli atti di violenza a danno degli operatori sanitari.

Una reazione istituzionale ad un fenomeno grave e diffuso in tutte le Nazioni, balzato “prepotentemente” ai primi posti nell’agenda mondiale di salute pubblica di importanti organismi internazionali ormai da più di 25 anni.

Gli infermieri di area critica, in particolare quelli di emergenza (Pronto Soccorso e 118) conoscono bene questo problema, tanto da considerarlo “parte del lavoro”, o come lo chiama un’Autrice statunitense “il lato oscuro” del Dipartimento di Emergenza.

Aniarti, come spesso è accaduto nel corso della sua lunga storia, ha colto immediatamente la rilevanza del problema e proposto nei suoi Congressi e sulle pagine di Scenario diversi contributi di colleghi e ricercatori sul tema della violenza verso gli infermieri di area critica, sia perpetrata da pazienti o accompagnatori (detta violenza di tipo 2 Client-on-Worker), che da colleghi o superiori (violenza di tipo 3 Worker-on-Worker).

L’invito rivolto ai colleghi e agli studiosi è che Scenario continui ad essere quel luogo privilegiato, come contraddistintosi sino ad oggi, per discutere e diffondere i risultati della ricerca infermieristica contro la violenza verso gli operatori sanitari. Perché questa “non sia mai più parte del lavoro” di un infermiere.

Dei 647 articoli e documenti di Scenario indicizzati su CINAHL dal 2009 ad oggi, ben 16 trattano il tema della violenza verso gli infermieri (vedi la Tabella 1 per la stringa di ricerca utilizzata e la sinossi dei risultati di Tabella 2) e riguardano studi descrittivi o qualitativi, approcci operativi, modelli concettuali, sistemi di segnalazione e monitoraggio, validazione di strumenti di misura, riflessioni sui costi diretti e indiretti.

Non da ultimo Aniarti ha patrocinato tre importanti progetti di ricerca realizzati dall’Università degli Studi di Firenze nella scuola di Dottorato in Scienze cliniche (curriculum in Scienze Infermieristiche) proprio su questi temi:

la Survey ANIARTI sulle Ostilità Laterali in Area Critica 2011-2012
l’Indagine Nazionale 2016 sulla Violenza verso gli Infermieri di Pronto Soccorso
l’User-friendly system (WPV- ER APP) for reporting violent incidents in the Emergency Department: a multicenter study”.

Survey ANIARTI sulle Ostilità Laterali in Area Critica 2011-2012

Il primo di questi studi condotto da Bambi e colleghi ha visto coinvolti 1.504 infermieri di area critica, di cui 951 (79,1%) hanno dichiarato di aver sperimentato qualche forma di Ostilità Laterale (Lateral Hostilities LH) almeno una volta negli ultimi 12 mesi di lavoro e 269 (22,4%) di sentirsi vittime del bullismo.

Le conseguenze attribuibili alle LH vanno dai disturbi psicofisici dichiarati da 829 (69%) infermieri ai 43 casi di richiesta di trasferimento in altro servizio (pari al 3,6% dei rispondenti).

Indagine Nazionale 2016 sulla Violenza verso gli Infermieri di Pronto Soccorso

La survey nazionale di Ramacciati et al., indirizzata ai colleghi infermieri di tutti i 668 Pronto Soccorso operativi in Italia al momento dell’Indagine ha totalizzato 1.100 rispondenti, con una copertura territoriale rappresentativa per il 95% del territorio nazionale.

Il 76,0% degli infermieri di emergenza che ha risposto all’Indagine riferisce che nell’ultimo anno di servizio è stato esposto a violenza verbale, il 15,5% a violenza sia verbale e che fisica e solo l’8,5% nega di esserne stato vittima. Il numero di intervistati esposti esclusivamente alla violenza fisica è risultano molto basso pari allo 0,61%.

Questo risultato può essere considerato valido per l’intera popolazione infermieristica di Pronto Soccorso italiana con un margine di errore di ± 2 con un intervallo di confidenza del 95%. I diversi fattori di rischio, ma anche quelli protettivi emersi dalle risposte fornite dagli infermieri sono stati analizzati tramite test di statistica descrittiva e inferenziale, mentre le percezioni inerenti al “fenomeno violenza” sono state oggetto di analisi qualitativa.

Questi studi (sulle ostilità laterali e sulla violenza in Pronto Soccorso) sono stati condivisi con la comunità scientifica e professionale non solo italiana, ma anche internazionale.

User-friendly system (WPV- ER APP) for reporting violent incidents in the Emergency Department

Ultimo in termini di tempo, lo studio multicentrico sull’uso di un’App per smartphone per favorire la segnalazione degli episodi di violenza verso gli Infermieri di Pronto Soccorso, patrocinato oltre che da Aniarti, anche della FNOPI (già FNC IPASVI), dal Centro Gestione Rischio Clinico della Toscana e dall’Assessorato Diritto alla salute, al welfare e all’integrazione socio-sanitaria e sport della Regione Toscana.

Attualmente 400 infermieri provenienti da 25 Pronto Soccorso di 6 regioni italiane (Piemonte, Lombardia, Toscana, Umbria e Lazio) arruolati volontariamente nello studio, hanno la possibilità di segnalare eventuali episodi di violenza sia verbale che fisica, tramite il loro cellulare.

I dati provenienti da questo studio forniranno non solo un’indicazione sull’efficacia di tale sistema di segnalazione, finalizzato a facilitare la segnalazione e a ridurre il fenomeno dell’under-reporting stimato a livello mondiale pari al 80%, ma anche a fornire ulteriori dati per l’analisi dei fattori di rischio e di protezione, utili a sviluppare efficaci strategie di prevenzione, contrasto e minimizzazione degli effetti della violenza verso gli infermieri di area critica.

- Nicola Ramacciati, Infermiere Coordinatore, DEA-Medicina del Dolore, Azienda Ospedaliera di Perugia, Dottorando di Ricerca in Scienze Cliniche (Scienze Infermieristiche), Università degli Studi di Firenze

- Laura Rasero, Infermiera dirigente, Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi, Professore Associato in Scienze Infermieristiche, Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Firenze

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