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Area Critica

37° Congresso Aniarti: Back to basics in area critica

di Daniela Berardinelli

La tematica del “Back to basics” è stata il filo conduttore di tutto il 37° congresso di Aniarti. Alla base vi è una filosofia del riappropriarsi di alcuni contenuti scientifici propri della nostra disciplina assistenziale, che negli ultimi anni - parallelamente allo sviluppo della professione - sono andati lentamente oscurandosi. Non dobbiamo perdere di vista la nostra identità umana e professionale e l’area critica, con Aniarti, vuole farsi pioniera della diffusione dell’importanza dei fundamentals of care.

Back to basics in area critica, il 37° Congresso Aniarti

La professione infermieristica ha assistito ad un crescendo di formazione specialistica, all’avvento dell’EBN, del risk management, delle medical humanities e questo è stato ancora più visibile all’interno delle terapie intensive che nella loro trasformazione generale e specialistica, hanno aperto anche la loro mentalità con le “open ICU”, in favore di un avvicinamento al paziente e al caregiver.

Questa corrente di pensiero ci porta a ritrovare e a fare nuovamente nostri i cosiddetti “fundamental of care”, ovvero i fondamentali dell’assistenza, dove forse noi professionisti facciamo ancora un po' di confusione e non riusciamo a condividere un core set definitivo.

Sappiamo bene cosa possiamo fare in terapia intensiva per prevenire le VAP, infezioni del sito chirurgico, le IVU, le infezioni correlate ai dispositivi venosi e arteriosi, ma spesso, invece, ci dimentichiamo ad esempio dell’importanza dell’igiene del cavo orale, della cura della cute.

Uno spunto di riflessione che ci porta a dire che forse troppo spesso diamo un diverso peso e una diversa misura alle priorità infermieristiche rispetto a quelle cliniche. In più abbiamo un secondo grosso problema: la documentazione di quello che facciamo attraverso la metodologia della ricerca, figlia della corrente dell’evidence based practice.

In questo panorama emerge quindi una discrepanza tra le nostre conoscenze (ovvero sappiamo molto bene cosa dobbiamo fare sul nostro paziente) e la nostra pratica clinica. Quello che definiamo il nursing di base, che comprende appunto attività come assicurare una corretta igiene del cavo orale, un’attenzione alla cura della cute, deve viaggiare parallelamente alle evidenze, che ci dimostrano quanto più queste pratiche di cura siano fondamentali per il paziente nella riduzione dello sviluppo di complicanze e per il Ssn in termini di costi e durata di degenza.

L’emergere ed il fruttare delle competenze specialistiche deve viaggiare di pari passo con le attività cliniche ed assistenziali di base ed il nostro sforzo sta nel nobilitare quest’ultime attraverso la ricerca

Troppo spesso le competenze di base vengono date per scontate, non producendo così i dovuti esiti sul paziente, che possono essere raggiunti solo ed esclusivamente dalla collaborazione del gruppo e molto raramente dal singolo, ma da un sistema che lo supporta. Nostro compito è anche quello di inserire gli studenti in tirocinio presso le nostre sedi e guidarli verso una nuova cultura ed identità professionale che troppo spesso mal definiamo, o nemmeno sappiamo bene farlo, se non per mezzo di riferimenti legislativi che da anni e anni risuonano nelle nostre università.

L'importanza della comunicazione, il progetto Intensiva 2.0

Dagli interventi e studi proposti emerge come anche la comunicazione sia un aspetto ampiamente sottovalutato e sottotrattato dagli infermieri, dimenticandoci quindi che la comunicazione stessa è tempo di cura ed il contributo dell’infermiere fondamentale in quanto figura chiave di collegamento tra il paziente, il caregiver e gli altri professionisti della salute.

Il progetto Intensiva 2.0 supportato da Aniarti, (che sta accogliendo una grande adesione su tutto il territorio nazionale con un disegno di studio multicentrico, prospettico, randomizzato e controllato), sta andando in questa direzione, ponendosi proprio come obiettivo quello di valutare l'efficacia di un intervento multifattoriale per migliorare la comunicazione fra professionisti sanitari e familiari.

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