I disturbi mentali sono conosciuti fin dall’antichità, ma il riconoscimento reale e scientifico si è avuto solo nel 19º secolo. Dal 1950 la psichiatria si è evoluta e l’infermieristica si è adattata, diventando lentamente più competente, con l’ambizione di una vera e propria professionalità (Nolan 1993). Tuttavia, oggi, in quasi tutti i paesi del mondo, le funzioni principali dell’infermiere rimangono più o meno le stesse di quasi un secolo fa. Questo potrebbe sembrare una valutazione dura, dal momento che è evidente che gli infermieri sono indispensabili e competenti; La maggior parte di questi, oggi, possiedono titoli universitari. Molti hanno completato la formazione “specialistica” con Master di I e II livello.
Fino a che punto questi sviluppi formativi riflettono la realtà quotidiana?
La definizione di “infermieri specializzati in psichiatria” varia da associazione professionale e a seconda del paese in cui ci troviamo.
Ad esempio, negli Stati Uniti, l'AMA (2010) definisce un infermiere con pratica avanzata (APRN) come un professionista che ha completato un programma accreditato post-laurea e che mantiene costantemente la competenza attraverso ri-certificazioni; in Canada, la Nurses Association canadese (2013) riconosce l'infermiera professionista (NP) e l'infermiere specializzato (CNS) nel svolgere la pratica d’infermieristica avanzata.
Il Consiglio Internazionale degli Infermieri (ICN) ha sviluppato la seguente definizione:
“A nurse practitioner/advanced practice nurse is a registered nurse who has acquired the expert knowledge base, complex decision-making skills and clinical competencies for expanded practice, the characteristics of which are shaped by the context and/or country in which s/he is credentialed to practice. A master's degree is recommended for entry level (International Council of Nurses n.d., p. 1).”
Questa definizione sottolinea che gli infermieri specializzati sono un gruppo professionale che possiede competenze avanzate e qualifiche più elevate, la cui pratica è modellata dal contesto locale di riferimento.
Specializzarsi come Infermiere in psichiatria in Italia?
In Italia, le competenze avanzate, non sono ancora espresse a livello normativo ma nella realtà operativa quotidiana troviamo spesso professionisti, già altamente formati attraverso Mater e Corsi di Alta Formazioner, in grado di espletare tale funzione. In particolare, in psichiatria, gli infermieri con formazione avanzata possono ottenere esiti di salute notevoli se inquadrati in un contesto organizzativo assistenziale che li riconosce.
Tradizionalmente, il ruolo dell'infermiere psichiatrico è stato costruito sulla base di relazioni terapeutiche (Peplau 1997), questo ruolo terapeutico, svolto in autonomia, contiene anche elementi educativi quando ci si approccia con un processo di comunicazione-informazione ai pazienti in sedute terapeutiche. (Ryan et al. 2006) che si possono sviluppare sia in ambiente ospedaliero (con degenze nelle 24 ore) che territoriale, attraverso programmi riabilitativi domiciliari o residenziali con il coinvolgimento di associazioni no profit e terzo settore.
Negli ultimi decenni, inoltre, si è verificato un notevole cambiamento del ruolo del paziente psichiatrico in sanità, da un destinatario passivo ad un consumatore attivo di informazioni sanitarie (Anderson 2004). Questo cambiamento ha portato alla “conversione” del ruolo dell'infermiere psichiatrico in un’area prettamente educativa verso paziente (Tam et al. 2007). Informare ed educare i pazienti e le famiglie può essere un passo verso il miglioramento delle abilità di vita sociale. Diversi studi in psichiatrica forniscono prove convincenti sull'impatto di informare ed educare ad opera degli infermieri (Loukissa 1995).
I risultati di uno studio controllato randomizzato (A randomized controlled clinical trial of a nurse-led structured psychosocial intervention program for people with first-onset mental illness in psychiatric outpatient clinics) fornisce la prova che l’intervento psicosociale fornito dai APN (infermieri psichiatrici con formazione avanzata) ha migliorato significativamente i sintomi di pazienti con disturbi psicotici o dell'umore di recente insorgenza nel corso di un periodo di 12 mesi. In termini di esiti secondari si è posto in evidenza la durata della riammissione (durata media dei ricoveri giorno / mese) in cui i partecipanti indicati hanno dimostrato una riduzione significativamente maggiore al secondo post-test (12 mesi dopo l'intervento). Per quanto riguarda il livello di soddisfazione del paziente si è dimostrato essere significativamente più̀ alto. Inoltre, è risultato significativo che più̀ infermieri hanno riferito di utilizzare maggior tempo sulla cura del paziente percependo che il livello di personale era adeguato nei reparti.
Inoltre una revisione sistematica (Intensive case management for severe mental illness) ha evidenziato che l’applicazione dell’ICM (Intensive case management) operabile tramite la professione infermieristica è efficace nel migliorare molti risultati rilevanti per le persone con gravi malattie mentali.
In conclusione è doveroso poter cambiare e raggiungere gli esiti di salute sopra descritti (sperando anche in un riconoscimento economico per questo traguardo) attraverso un modello che sia efficace oltre che efficiente. La cultura Infermieristica deve poter cogliere con coraggio e spirito di visione questa opportunità, non solo per adeguarsi all’intero mondo assistenziale europeo ed extraeuropeo ma in primis per i nostri pazienti a cui noi professionisti volgiamo sempre il nostro interesse, sia professionale che umano.
“ …viene poi l’interesse, anche intellettuale, se volete, verso il caso clinico ed è proprio questo interesse che fa la vera Infermiera. Se noi non troviamo interesse nell’assistenza, tanto varrebbe che gli infermi fossero mobili e noi cameriere. Per questo insistiamo perché voi osserviate ogni cosa con attenzione, a cominciare dal vostro primo ammalato…”
Florence Nightingale
“To her Nurses –Lettera II del 23 maggio 1873”
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