Le Tesi di laurea in Infermieristica dovrebbero essere originali a priori, ma non sempre accade e i copia-incolla sono piuttosto frequenti. Ecco perché Nurse24.it ha pensato ad una sezione dedicata ai consigli utili per realizzare un buon lavoro di fine percorso universitario.
Essere originali oggi, in un’epoca in cui ci sembra di aver già visto e sentito di tutto, è tutt’altro che semplice.
Giunto il momento di pensare all’argomento di tesi è naturale che si abbia la voglia di trovare qualcosa di accattivante da approfondire, un po’ per soddisfazione personale e un po’ per non vedere di fronte a sé, durante la dissertazione, una sfilza di visi annoiati e distratti che trattengono a fatica sbadigli da premio Nobel.
Del resto la Tesi di Laurea costituisce la fine di un percorso molto importante nella carriera di uno studente universitario, sia in qualità di quasi-professionista che nelle vesti di essere umano in piena evoluzione. È la ciliegina sulla torta, quella che va a coronare e a dare un senso a tutte le fatiche fatte durante gli anni di studio.
Più che lecito, dunque, sperare di avere un’intuizione brillante da giocare proprio per questa occasione. Intuizione che spesso però tarda ad arrivare o, peggio, sembra rimanere in totale latitanza.
Ecco allora che avanza un po’ di sconforto, un po’ di delusione mista ad uno strano stato di ansia che, francamente, si sperava accantonata con la chiusura della “pratica esami”.
Il consiglio che possiamo dare è quello di muoversi con più anticipo possibile, non procrastinare la scelta ad un tempo non ben precisato, perché si rischia di trovarsi con l’acqua alla gola e con in mano un pugno di mosche.
Ciò che intendiamo con “muoversi in anticipo” è qualcosa che si avvicina molto al cambio di modalità con il quale affrontare il percorso di studi: attivare il proprio pensiero laterale, invece di studiare con l’unico obiettivo di superare gli esami. Rimanere “aperti”, provare a lasciarsi “colpire” dalle cose, dalle persone e dalle scoperte che, inevitabilmente, ruotano intorno ad un mondo ricco di spunti come quello universitario, tanto più quello legato all’Infermieristica.
L’originalità, dicevamo, sembra qualcosa di veramente difficile da raggiungere oggi, bombardati come siamo da input di ogni genere e qualità. A tal proposito, quando ci si appresta a progettare una Tesi di Laurea è importante ricordare due cose:
- l’originalità non deve diventare un’ossessione;
- l’argomento scelto deve appassionare prima di tutto l’autore.
Questo perché redigere una Tesi comporta un grande dispendio di energie e se l’argomento è imposto o non gradito dal laureando stesso, quello della sua stesura potrebbe addirittura rivelarsi un periodo detestabile. In più, cercare ossessivamente una cosa spesso è il modo migliore per non trovarla e lo stesso vale per l’originalità, soprattutto se si considera il fatto che la definizione di tale concetto non è certo univoca.
Seguendo un’idea di Antoni Gaudì, genio dell’architettura, l’originalità consiste nel tornare alle origini
e un’idea per una Tesi originale per uno studente di Infermieristica che abbia a cuore la componente relazionale dell’assistenza potrebbe essere quella di buttarsi sul teatro.
Sì, il teatro, perché con esso si torna decisamente alle origini; si hanno testimonianze di spettacoli e rappresentazioni teatrali appartenenti alle culture di molti popoli primitivi e questa pratica ha attraversato i secoli caricandosi sempre di una fortissima componente emozionale.
Questo spunto potrà sembrare visionario o forse eccentrico in prima battuta, ma in realtà il teatro è molto più vicino all’Infermieristica di quanto si possa credere. Lo ha intuito ormai diversi anni fa Andrea Filippini, padre di Infermieristica Teatrale, un progetto rivolto agli operatori della salute e, in particolare, a quelli che sentono il bisogno di entrare maggiormente in contatto con il proprio bagaglio emotivo al fine di poter sostenere e sorreggere quello dei loro assistiti.
La ricerca di nuovi strumenti di relazione che facciano della relazione stessa un perno importante della cura, è qualcosa che in una società tendente alla freddezza e all’alienazione dell’altro, percepito troppo spesso come una minaccia per il sé, potrebbe portare una ventata d’aria fresca. Potrebbe aiutare a riportare al centro la componente umana dell’assistenza, che non può e non deve essere subalterna alla tecnica né vittima dell’impietoso scorrere del tempo.
Approfondire questa realtà, inserendola in un contesto di ri-umanizzazione delle cure, può rappresentare un bello slancio per uno studente che senta suo questo ambito della professione e che non abbia timore di mettersi in gioco percorrendo una strada poco battuta.
Il compito non è tanto di vedere ciò che nessun altro ha ancora visto, ma pensare ciò che nessun altro ha ancora pensato riguardo a quello che chiunque vede (Erwin Schrodinger)
Non è forse sotto gli occhi di tutti la necessità di risollevare il lato umano dell’assistenza in una società piena di atteggiamenti post-umani?
Tatiana De Santis
1 commenti
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#2
Salve devo scegliere il titolo per la mia tesi in area organizzativa e sto facendo difficoltà.
consiglio?