Fin da bambina avevo le idee chiare: "Da grande farò l'infermiera!". E così è stato! Ricordo ancora l'emozione nell'avere la pergamena fra le mani, il successo, la serenità del traguardo raggiunto e la positività nell'intraprendere la carriera lavorativa.
Debora, "enfermera" alle Canarie
Mi chiamo Debora e sono nata per essere "Enfermera"... ops! Sono nativa italiana, ma vivo nelle Isole Canarie da due anni.
Sono cresciuta nell'ambito ospedaliero, mia madre è infermiera ed è stata proprio lei a trasmettermi questa passione. Passione, sì... non parliamo solo di lavoro, perché per esercitare questa professione ci vogliono numerose doti: educazione, empatia, coraggio, capacità comunicazionali e, non per ultime, passione e vocazione.
Fin da bambina avevo le idee chiare: Da grande farò l'infermiera!
. E così è stato. Nel 2010 mi sono laureata all'Università G. d'Annunzio di Chieti e Pescara. Ricordo ancora l'emozione nell'avere la pergamena fra le mani, il successo, la serenità del traguardo raggiunto e la positività nell'intraprendere la carriera lavorativa. Dopo avere convalidato l'iscrizione all'Ipasvi, ero ufficialmente pronta per iniziare quest'avventura.
Inizio a lavorare nel 2011 in alcune strutture private, per arrivare fino al 2013 alternando dei periodi di disoccupazione.
Ho dovuto scontrarmi presto, però, con la triste realtà italiana del favoritismo e delle raccomandazioni
Uscita dall'università ero carica di aspettative, di speranze, di progetti che poi ho dovuto abbandonare, anzi accantonare. Consegnavo curriculum e non ricevevo risposte. Avvisi e/o concorsi pubblici per rincorrere un posto di lavoro. Niente da fare.
Un copione, il sistema italiano, che psicologicamente ti abbatte (o almeno parlo di me stessa) e pian piano ti porta a pensare: Cosa hanno gli altri in più di me?
No, non volevo sentirmi inutile e non era questo ciò che mi aspettavo.
Desideravo un lavoro dignitoso, desideravo il diritto al lavoro. Questo sistema di nepotismo, personalmente, mi ha portata a riflettere abbastanza da far emergere nella mia testa l'idea che io non volevo più farne parte.
Ero esausta e così ho rimesso in gioco la mia vita. Nel frattempo mi sono sposata e con mio marito abbiamo deciso di trasferirci all'estero. Avevo a disposizione due possibilità: la prima era l'Inghilterra, lavoro sicuro e clima freddo; la seconda erano le Isole Canarie, lavoro più o meno sicuro, clima ottimale, qualità di vita migliore e gente ospitale.
Ho fatto la valigia, l'ho caricata di tutta la positività, il coraggio e la speranza che custodivo e nel 2014, dopo un lungo periodo di disoccupazione, ci siamo trasferiti nelle Isole Canarie.
Ricominciare da zero
Sono ripartita da zero, resettato il passato e costruita una nuova esistenza. Non nascondo che ci sono stati momenti di difficoltà: la lontananza dalla famiglia, i problemi di comunicazione con alcuni enti italiani, la burocrazia, l'adattamento ad una nuova vita e la ricerca di una casa confortevole e stabile.
Non mi sono persa d'animo ed ho iniziato con le pratiche burocratiche per l'omologazione della laurea in Spagna. Ringrazio ancora Valentina, la traduttrice giurata che, oltre a svolgere il suo lavoro, mi è stata vicina e mi ha supportata moralmente in ogni attimo (anche in quelli di sconforto) dandomi delle dritte eccezionali.
Nel frattempo mi sono arrangiata con un lavoretto, ho imparato bene la lingua ed ora ho iniziato a lavorare ufficialmente come "Enfermera" in una struttura privata!
È noto che la figura dell'infermiere italiano sia molto richiesta all'estero. Un giorno una collega mi dice: Certo che in Italia la vostra scuola è molto dura!
È vero, in base alla mia esperienza; la Direttrice del nostro corso era molto severa con noi studenti. Faceva bene, perché poi i risultati si vedono. Solo ora sto capendo il vero valore della mia professione tanto discusso all'università.
La realtà italiana - lo penso a malincuore - è ancora ad un livello mediocre nel riconoscere i giusti meriti a noi infermieri, professionisti della salute. Ci inculcano l'idea dell'autonomia professionale; autonomia significa competenza nel realizzare il proprio operato con metodi di lavoro basati sulla partecipazione e sulla condivisione, nell'integrazione con altri professionisti.
Medico ed Infermiere sono sullo stesso piano, ognuno con le proprie responsabilità, ma lavorano insieme, fanno squadra. Ma questo è possibile solo laddove non c’è classismo
Grazie a questa esperienza mi rendo conto di quanto la realtà italiana sia differente rispetto a quella che sto vivendo adesso. Mi sono buttata alla cieca in questa avventura. Ce l'ho fatta con le mie forze e con il sostegno di mio marito e delle nostre famiglie.
Quando sei alla ricerca di qualcosa, se lo desideri realmente, fai in modo di realizzarla. Tutti possediamo forze nascoste in noi stessi. Credo che con la Legge dell'Attrazione sia possibile realizzare ciò che si desidera. La nostra mente è estremamente potente e... dopo due anni, eccomi qua a raccontarvi della mia esperienza.
Non mi fermerò di certo qui, ho ancora quei famosi progetti accantonati da realizzare. Voglio migliorarmi, crescere professionalmente, specializzarmi, voglio far carriera.
Non so ancora esattamente cosa mi serba il futuro. Ora so che sto bene nella mia nuova vita, ho le mie abitudini, il mio giro di amicizie, la mia qualità di vita è nettamente migliorata; quando posso torno in Italia a trovare i miei familiari e sono sicura che il meglio dovrà ancora arrivare!
Gracias y hasta siempre!
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monkey
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