Sono oltre 1500 i professionisti della sanità italiana, tra medici ed infermieri, che stanno lasciando l'Italia per andare a lavorare all'estero, verso i Paesi del Golfo e altri Paesi europei. Si tratta di 1050 medici, circa 350 infermieri ed altri 100 professionisti sanitari che negli ultimi tre mesi hanno chiesto ai rispettivi albi professionali il certificato di buona condotta per potersi spostare e sono ad un passo per decidere di partire.
Fughe all'estero, 1500 professionisti della sanità italiana pronti a partire
La segnalazione arriva da Amsi, l'associazione Medici di origine straniera in Italia che unisce professionisti di diversi paesi, indipendentemente dalla loro nazionalità, e che si occupa attivamente di divulgazione, integrando la buona sanità italiana con quella di origine straniera promuovendo altresì il dialogo culturale a 360 gradi.
In un comunicato si spiegano le ragioni del fenomeno e si illustrano alcune soluzioni per cercare di arginare, insieme alle istituzioni italiane, le fughe all'estero e fermare gli esodi. Specificando che le domande inoltrate all'associazione nel primo trimestre 2024 arrivano soprattutto da alcune regioni (Veneto, Piemonte, Lombardia, Sicilia, Sardegna, Emilia-Romagna, Trentino e Lazio), si ritiene che queste partenze non siano legate soltanto a professionisti che offrono le loro competenze verso paesi difficili e in guerra ma anche a tanti che vogliono lasciare una sanità italiana di cui non si sentono più parte integrante.
Occorre riportare a casa i nostri professionisti che sono emigrati, non solo nei Paesi del Golfo e in Europa, ma anche in Sudamerica e in Asia
. Così il professor Foad Aodi, Presidente di Amsi e del Movimento Uniti per Unire, nonché esperto di Salute Globale della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, che si occupa anche di immigrazione irregolare e diritti umani.
Siamo tenuti a sostenere quanti desiderano intraprendere la strada per lavorare all'estero, così come coloro che vogliono offrire il loro contributo nei paesi dove la sanità ha bisogno di aiuto e sostegno, laddove i conflitti dilaniano le vite umane
, sottolinea Aodi specificando che Amsi è impegnata da 24 anni a favorire una buona immigrazione di professionisti selezionati. La nostra azione è rivolta altresì a fare in modo che nel mondo avvenga una emigrazione equilibrata e sana da parte dei professionisti sanitari e non si dia luogo ad una fuga di medici ed infermieri locali, soprattutto nelle nazioni economicamente più deboli dove la sanità è già in pericolo
.
Dall'altra parte va avanti anche il nostro impegno per lavorare di concerto con la politica italiana per far sì che si fermi un esodo incontrollato di infermieri e medici italiani, lanciando l'appello a creare terreno fertile qui da noi affinché essi possano rimanere a lavorare nella sanità di casa nostra”, continua specificando che la maggior parte dei professionisti di origine straniera che lavorano attualmente nei Paesi del Golfo ed altrove in Europa sono italiani.
Sono partiti attratti da stipendi che non hanno paragoni con i nostri, da organizzazione, da supporto logistico, da possibilità di crescita. Eppure, il Governo italiano deve fare il possibile per riportarli nel nostro Paese
, rimarca Aodi.
Per discutere del fenomeno che sta investendo i Paesi del Golfo, dove da qualche tempo sempre più medici ed infermieri provenienti da diversi paesi si trasferiscono per lavorare, si terrà a Dubai dal 29 al 31 marzo 2024 un importante incontro internazionale nell'ambito del WIARSD Leaders Club, l'associazione dei Medici russofoni nel mondo, in cui saranno relatori medici specialisti di vari settori che, avendo già attraversato il processo di autorizzazione, condivideranno la loro esperienza lavorativa.
Commento (0)
Devi fare il login per lasciare un commento. Non sei iscritto ?