Più di 500 professionisti della sanità italiani ed europei negli ultimi tre mesi si sono resi disponibili per lavorare in Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti. Motivo? Un'esperienza di vita, sicuramente, ma sono soprattutto gli stipendi d'oro e i benefit riservati a medici ed infermieri ad attirare i professionisti. Il fenomeno monitorato dall'associazione dei medici di origine straniera in Italia (Amsi) e l'Unione medica euro mediterranea (Umem).
Non solo calciatori: infermieri verso i Paesi arabi per stipendi d'oro
Negli ultimi tre mesi sarebbero 150 gli infermieri che, insieme ad oltre 300 medici (tra generici e specialisti) hanno iniziato a programmare il loro trasferimento verso i Paesi del Golfo, dove il fabbisogno di cura è crescente (si stima che entro il 2030 in Arabia Saudita serviranno 44.000 medici e 88.000 infermieri per la crescita del numero della popolazione e l'avanzamento dell'età) e dove si è scelto di investire circa il 10% del Pil in Sanità.
A pesare sulla scelta di partire verso Paesi come Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Qatar sono in primis gli stipendi - che per gli infermieri oscillano dai 3.000 ai 6.000 dollari - e benefit molto più allettanti di quelli che può garantire il Sistema Sanitario Nazionale italiano. Ad esempio, salari con servizi e casa, inserimento scolastico per i figli, agevolazioni fiscali, burocrazia snella e veloce.
A delineare il quadro sono l'Associazione dei medici di origine straniera in Italia (Amsi) e I'Unione medica euro mediterranea (Umem): dei 450 professionisti deità sanità italiani e dei 50 europei residenti in Italia che nell'ultimo trimestre hanno iniziato a programmare un lavoro nei Paesi del Golfo, 250 sono medici specialisti, 150 sono infermieri e 100 sono medici generici, fisioterapisti, farmacisti, podologi e dietisti
.
Foad Aodi, presidente Amsi e componente della Commissione Salute globale della Federazione degli Ordini dei medici e degli odontoiatri, entra poi nel dettaglio: I tre Paesi più richiesti sono Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Qatar, poi c'è il Bahrein. I colleghi puntano ai Paesi dove sono maggiori le chance di essere valorizzati
.
Andare a lavorare all'estero e nei Paesi del Golfo - sottolinea Aodi - è un fenomeno molto importante e non va trascurato. Da una parte incrementa la fuga all'estero dei professionisti della sanità italiani alla ricerca di valorizzazione, salari alti, serenità, esperienze all'estero sia professionale che di vita (la media della permanenza è di 4 anni)
.
Contestualmente - continua - peggiora la situazione della carenza dei professionisti della sanità in Italia in particolare la sanità pubblica (visto che la maggioranza dei professionisti disponibili sono nel pubblico e dalla Lombardia, Veneto, Lazio, Emilia-Romagna, Piemonte, Sardegna e Sicilia e Calabria)
. L'incremento, aggiunge poi Aodi, è stato dato anche dal trend dettato dalle stelle del calcio
, come Cristiano Ronaldo e Neymar, o come l'ex ct della nazionale italiana, Roberto Mancini.
In tempi di profonda crisi della Sanità, gli infermieri italiani guardano non più solo al privato, ma anche soprattutto verso realtà lontane e, al contempo, paradossalmente più accessibili: Bastano tre mesi a fronte dell'anno e mezzo di attesa che registriamo in Italia per essere ammessi dalla presentazione della domanda: con diploma di formazione, specializzazione e certificato di buona condotta del ministero e dell'Ordine professionale. E ovviamente un ottimo inglese. Il curriculum minimo varia in base alla professione: gli infermieri devono essere in attività da almeno due anni
.
dilamas
1 commenti
lavoro infermiere dubai
#2
salve,chi mi puo essere di aiuto x lavorare a dubai come infermiere sala operatoria.