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Specializzazioni Infermieristiche

L’Infermiere Forense in Italia, formazione e riconoscimento

di Alessandra Mafrica

Nella società attuale sanità e giustizia spesso si incontrano e si intersecano inevitabilmente: casi di malpractice, violenze e abusi, assistenza negli istituti penitenziari, gestione del rischio clinico, per fare degli esempi. L'Infermiere Forense è un professionista dotato di competenze che abbracciano sia il mondo sanitario che quello giudiziario.

Chi è l’Infermiere Forense

infermiere forense in consulenzaL'origine della figura dell'infermiere forense è da ricercarsi negli Stati Uniti. Nel 1983 Faye Battiste Otto fondò la prima associazione degli infermieri forensi americani, la American Forensic Nurses (AFN), che attualmente continua ad occuparsi della formazione dei suoi membri. Dallo stesso gruppo, nel 1993 nacque l'International Association of Forensic Nursing, la quale oggi conta circa 3300 membri e si rapporta con almeno 22 paesi nel mondo.

È di quest’ultima associazione la definizione ufficiale di infermiere forense, presentata nel 1998:

la professione di infermiere legale consiste nell'applicazione delle conoscenze infermieristiche alle procedure pubbliche o giudiziarie; consiste inoltre nell'applicazione di procedimenti propri della medicina legale, in combinazione con una preparazione bio-psico-sociale dell'infermiere diplomato, nel campo dell'indagine scientifica del trattamento di casi di lesione e/o decesso di vittime di abusi, violenza, attività delinquenziale ed incidenti traumatici

Oggi l'infermieristica forense è definita:

[…] l'applicazione dell'assistenza infermieristica globale, quando i sistemi sanitari e giudiziari si intersecano. 

In Italia bisogna attendere ancora un po' di anni prima che la figura dell'infermiere forense venga riconosciuta, cosa che accade con l'istituzione dei primi Master universitari, tra il 2005 e 2006.

Nello “Speciale competenze” della rivista L'Infermiere del 2007 (L'infermiere n°4 2007) viene individuata la figura dell'“Infermiere specialista in Metodologia ed Analisi della responsabilità professionale nell'Area infermieristica” e ne vengono elencate le competenze.

Competenze tecnico professionali dell'infermiere forense

Responsabilità professionale

  • definire la responsabilità penale;
  • definire la responsabilità civile;
  • definire la responsabilità deontologica;
  • definire la responsabilità amministrativa e disciplinare.

Consulenza tecnica peritale

  • definire il procedimento penale e civile;
  • definire il ruolo e le attività del perito e del consulente tecnico.

Normativa

  • analizzare il sistema giuridico;
  • analizzare la legislazione sanitaria;
  • analizzare il soggetto giuridico;
  • analizzare il risk management.

Competenze tecnico professionali trasversali

Gestione

  • promuovere la cultura della qualità;
  • pianificare il lavoro;
  • analizzare il contesto socio-sanitario.

Formazione

  • gestire l'evento formativo;
  • gestire l'ambito di apprendimento.

Ricerca

  • sviluppare un progetto di ricerca.

Un ulteriore passo avanti è stato compiuto con la fondazione dell'Associazione Infermieri Legali e Forensi (AILF) il 12 maggio 2009, tra i cui propositi vi era - e ancora vi è - la promozione, il riconoscimento e la valorizzazione di questa figura professionale.

L’AILF definisce in maniera più chiara gli ambiti operativi dell’Infermiere Forense

  • ambito peritale: valutazione dell'operato infermieristico in sede di processo penale e civile, con tanto di redazione di consulenze tecniche;
  • ambito legale: collaborazione con il medico legale in sala settoria;
  • gestione del rischio clinico, collaborazione alla stesura di procedure e linee guida, revisione della documentazione infermieristica;
  • assistenza e gestione delle vittime di stupri o altre violenze;
  • assistenza e gestione dei minori vittime di abusi;
  • assistenza e gestione di pazienti con dipendenze da alcool, droghe e farmaci;
  • assistenza legale e sindacale ai colleghi;
  • educazione ed informazione sanitaria.

Come si diventa infermiere forense

La qualifica di infermiere forense si acquisisce conseguendo un master.

I master universitari vengono organizzati seguendo le disposizioni del DM n°270 del 22 ottobre 2004 e comprendono percorsi di formazione di primo livello (successivi alla Laurea Triennale in Infermieristica) e di secondo livello (accessibili solo dopo aver ottenuto la Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche).

Molteplici sono le Università che offrono corsi di questo tipo, sia con modalità in presenza che online, a distanza. I costi di iscrizione al Master si aggirano tra i 1000 e i 1400 €.

Il programma teorico che lo studente di infermieristica forense deve seguire comprende:

Programma proposto da UNICUSANO – Telematica Roma A.A 2014-2015

  • elementi di diritto (civile, penale, amministrativo e del lavoro);
  • medicina forense (medicina legale, elementi di tanatologia forense, antropologia forense e criminologia, psicologia e psicopatologia forense, ecc.);
  • infermieristica forense (evoluzione giuridica della professione e della responsabilità professionale, consulenza tecnica, analisi di casistica giurisprudenziale in tema di responsabilità, violenza sessuale, ecc.);
  • deontologia e legislazione professionale (etica, bioetica, deontologia, legislazione sanitaria, legislazione sulla privacy, ecc.);
  • responsabilità professionale (risk management, ruolo del Servizio Infermieristico Aziendale, documentazione sanitaria, informazione e consenso, ecc.).

In aggiunta, per lo studente è previsto un tirocinio di circa 150 ore presso una struttura sanitaria pubblica o privata convenzionata con il SSN.

Il corso, di durata annuale, termina con la discussione di una tesi su un argomento inerente al percorso di studi e concordato con un relatore dell'università.

Dove può operare l’Infermiere Forense

La natura sanitaria e giuridica della formazione degli infermieri forensi permette loro di lavorare in tutti quei luoghi nei quali queste discipline si fondono:

  • i dipartimenti di emergenza, dove vengono accolte le vittime di violenze ed abusi (anche in età pediatrica), che necessitano di percorsi dedicati e personalizzati considerata la particolarità delle implicazioni non solo sanitarie, ma anche psicologiche;
  • i centri antiviolenza;
  • le unità di risk management delle direzioni sanitarie;
  • le sale settorie, in stretta collaborazione con il medico legale/anatomopatologo;
  • i dipartimenti di salute mentale e i servizi per le dipendenze;
  • gli istituti penitenziari;
  • i tribunali nel ruolo di CTU (Consulenti Tecnici d'Ufficio), Perito o di CTP (Consulente Tecnico di Parte);
  • gli studi legali con il ruolo di esperti in ambito di responsabilità professionale in collaborazione con gli avvocati;
  • le agenzie assicurative.

Riconoscimento giuridico e professionale dell’Infermiere Forense

L'infermiere forense poggia le sue basi sulle grandi leggi di riforma della professione infermieristica: dal Profilo dell'infermiere (DM 739/94) alla Legge 42 del 1999, che legittima la formazione post-base come costuituente delle competenze infermieristiche.

Anche la Legge 43 del 2006 riconosce la formazione post-base e conferisce il titolo di “specialista” al professionista in possesso di un master conseguito ai sensi del DM 270 del 2004.

Sviluppi futuri per l'Infermieristica forense

L'Italia non possiede ancora le caratteristiche per essere considerato un paese all'avanguardia nel campo dell'infermieristica forense, anche se ultimamente gli infermieri forensi stanno cominciando a farsi sentire all'interno della comunità, offrendo spontaneamente pareri legali su casi di responsabilità professionale, sulla questione competenze avanzate e comma 566, sugli orari di lavoro e sul demansionamento.

Le posizioni che questi professionisti potrebbero occupare sarebbero molte, ma poche di queste ad oggi sono da loro effettivamente ricoperte e c'è ancora molto lavoro da fare. Ottenere un albo specifico per i CTU infermieri in tutti i tribunali italiani sarebbe una prima conquista.

L'operato dei professionisti sanitari nei casi discussi davanti ad un giudice viene spesso valutato ancora da un medico legale, ma chi meglio di un infermiere può valutare la correttezza del processo assistenziale attuato da un collega?

L'attività di consulenza si potrebbe estendere al di fuori delle aule di giustizia, negli studi legali, prima di tutto, poi nelle agenzie assicurative e nei collegi provinciali, nelle stesse aziende sanitarie, principalmente nell'area della gestione del rischio clinico. Qui l'infermiere forense occuperebbe un ruolo centrale nella stesura di nuove procedure e linee guida, nonché nella ricerca al miglioramento della documentazione infermieristica.

Un traguardo importante sarebbe l'utilizzo di queste risorse competenti e formate nell'ambito della medicina legale, sulla scena di un crimine (per una prima raccolta dati in attesa del patologo), nelle sale settorie come “strumentisti” a supporto dell'attività del medico legale.

Gli infermieri forensi potrebbero assumere un ruolo importante anche nella gestione dei decessi nelle strutture, pubbliche o private che siano. In che modo darebbe un valore aggiunto all'assistenza? Permetterebbe agli infermieri di reparto di continuare la loro attività a favore degli altri pazienti, trasferendo la cura del paziente deceduto e il supporto alla famiglia ad un professionista dedicato, che si occuperebbe anche di fornire informazioni sull'iter che seguirà la salma.

Le potenzialità di questo professionista sono davvero tantissime, c'è da chiedersi se il nostro paese sia pronto culturalmente ad accettare questa figura nella sua totalità. Ciò non toglie che il crescente sviluppo della libera professione infermieristica possa aprire delle nuove e molteplici strade. La sfida sarà in mano a tutti quegli infermieri che hanno deciso e decideranno di intraprendere questa specialità; dovranno mettersi in gioco e scoprire percorsi ancora poco battuti.

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