Il prestito universitario, le borse lavoro e le borse di studio sono ottimi strumenti a disposizione degli Studenti e delle loro famiglie per finanziare le spese universitarie. Quasi sempre sono istituiti da Enti regionali (e comunque pubblici) e qualche volta da Enti privati. In tutti i casi occorre aderirvi attraverso un bando di selezione facendo attenzione alle scadenze.
Opportunità di supporto economico per gli studenti meritevoli
L’avere voglia, desiderio e predisposizione allo studio non sempre coincide con la propria disponibilità economica, così come non garantisce sistematicamente la possibilità di ottenere una borsa di studio che supplisca in maniera risolutiva a tali mancanze.
Per finanziare gli studi di chi necessita di un supporto economico per coprire le spese universitarie o di specializzazione post laurea esistono anche particolari linee di credito che l’Ente Regionale per il diritto allo studio, in collaborazione con le università stesse e con vari istituti di credito, crea proprio a misura di studente, tenendo in considerazione l’impossibilità di prevedere rate e/o tassi d’interesse eccessivamente ingenti.
Attraverso questi prestiti lo studente può pagare la retta, ma non solo; sono prestiti utilizzabili per coprire anche tutta un’altra serie di spese che gravitano attorno ad essa e che variano a seconda delle convenzioni regionali e delle singole situazioni.
Grazie al Fondo per il credito ai giovani istituito dalla Presidenza del Consiglio – Dipartimento della Gioventù, i giovani meritevoli (che abbiano ottenuto un voto pari almeno a 75/100 alla maturità, che si mantengano in pari con il maturare dei CFU degli esami universitari, che abbiano residenza in Italia e i cui indicatori della situazione economica e patrimoniale equivalenti, ISEE e ISPE, siano inferiori a determinate soglie) possono ottenere, senza bisogno di esibire né busta paga né firma di un genitore come garante, quello che viene chiamato prestito d’onore o prestito fiduciario.
La principale destinazione d’utilizzo di un prestito d’onore è quella di coprire le tasse per il completamento del corso di laurea, ma non è l’unica spesa possibile; il limite alle modalità d’impiego del prestito è che le spese riguardino ambiti propedeutici al raggiungimento della laurea.
Ecco allora che le linee di credito possono essere impiegate per acquistare materiale didattico, anche informatico, per pagare vitto e alloggio in caso di studenti fuorisede. Altri eventuali servizi possono dipendere dal tipo di accordi e convenzioni tra università e banche; fondamentale, quindi, tenere monitorato il sito dell’università che si frequenta per conoscere tutti i dettagli delle convenzioni stipulate con gli istituti di credito (vi si troveranno tutti i dettagli relativi alla somma erogata, alla durata, alle modalità di utilizzo e di rimborso del credito).
Essendo tarati sugli studenti, i tassi di questo tipo di prestiti sono più vantaggiosi e le tempistiche di rimborso godono di un arco di tempo per l’ammortamento che può arrivare fino a 10 anni, attraverso il pagamento di rate fisse per tutta la durata. Un’altra specificità propria del prestito fiduciario agli studenti consiste nel ”periodo di grazia” subito dopo la laurea: il neolaureato può iniziare a restituire la linea di credito goduta a partire dalla scadenza del secondo anno successivo al conseguimento del titolo.
Lo studente che usufruisce di questo particolare tipo di prestito ha anche la possibilità di scegliere la modalità di rimborso più congeniale alla sua situazione fra quelle proposte dalla banca.
Generalmente le opzioni di rimborso previste sono:
- pre-ammortamento: lo studente rimborsa solo la quota di interessi (senza il capitale) maturata durante il periodo di utilizzo del prestito e lo fa in un’unica soluzione;
- ammortamento: finito il periodo di utilizzo del prestito, lo studente effettua il rimborso attraverso rate formate da capitale più interessi da pagare per un dato numero di anni;
- estinzione anticipata: il rimborso viene completato prima della scadenza del numero di anni concordati per la restituzione rateale.
Qualora un ente pubblico convenzionato con la banca (il Comune, ad esempio) abbia avuto un ruolo comprimario nell’erogazione del prestito, è possibile che sia l’ente pubblico stesso a rimborsare gli interessi o la quota capitale.
Commento (0)
Devi fare il login per lasciare un commento. Non sei iscritto ?