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Essere infermieri a Roma. Pregi e difetti della città eterna

di Domenica Servidio

Vincere l’indeterminato a Roma. In quanti lo sognano, in molti ci provano. Sono tanti gli infermieri che scelgono Roma come città nella quale intraprendere gli studi in Infermieristica, tanti quelli che dopo aver vinto un concorso al nord, provano ad avvicinarsi alle proprie città d’origine, vedendo in Roma un nido sicuro per accorciare le distanze dalle proprie famiglie. All’inizio sarà dura.

Viaggio nella città eterna tra arte e cucina tradizionale

colosseo roma

Roma e il Colosseo

Roma, la città eterna, quella che sa offrirti proprio tutto, beh alle volte sa essere sorprendentemente pesante. Sa farsi amare e odiare contemporaneamente. Non è facile imparare a vivere a Roma, se non ci si è nati e cresciuti. Se sei abituato ai piccoli borghi, sarà anche un po’ traumatico abituarsi ai mezzi pubblici sempre intasati e quasi sempre in ritardo, alla metro sovraffollata nelle ore di punta, alle code chilometriche sul grande raccordo anulare, il quale non è stato risparmiato dalle tante buche ormai presenti ovunque sulle strade romane, che stanno oltremodo rallentando e rendendo difficile la viabilità.

Date le dimensioni della città, per un infermiere che decide di studiare o lavorare a Roma, sarebbe preferibile cercare casa in un quartiere non troppo distante dalla propria sede di studio o di lavoro. La strategia da adottare è quella di valutare in primis se il luogo in cui dovrà recarsi quotidianamente per lavoro o studio è ben servito dai mezzi pubblici o se vi è una fermata metro nelle vicinanze, affinché per spostarvi possiate avere più soluzioni.

Inoltre, chi viaggia quotidianamente in autobus o metro può usufruire di alcune agevolazioni grazie agli abbonamenti mensili e annuali, il cui costo può essere variabile. Essere automuniti non è sempre una soluzione al problema, perché se l’ospedale in cui ti recherai si trova in centro non sempre sarà dotato di parcheggio per i dipendenti e, in quel caso, l’uso della macchina è poco conveniente.

Quanto costa vivere a Roma?

Non è facile rispondere a questa domanda perché soprattutto i costi delle case sono mediamente alti. Prendere in affitto un monolocale in prossimità delle principali università romane ha un costo non inferiore ai 1000 euro, con costi di gran lunga superiore nei quartieri più ricchi come Parioli, Prati, Collina Fleming e Monte Mario. Generalmente il costo di una stanza in appartamenti da condividere con altri coinquilini non è inferiore a 400-500 euro.

Vivere a Roma può non essere facile, alle volte ci si arrende allo stress quotidiano, ma Roma resta una delle città più belle del mondo. Nel tempo libero infatti, le possibilità di svago sono tantissime.

Perdersi nell’arte romana

Le bellezze di Roma sono davvero tante e entusiasmanti. Appena ci si trasferisce a Roma, chiunque dovrebbe perdersi e lasciarsi appassionare dall’arte romana. Roma è una città senza tempo, bella in tutte le stagioni. Se sei infermiere e vivi da poco a Roma, dovrai sicuramente prendere almeno una volta la metro B, scendere al Colosseo, ammirandone l’imponente bellezza, per poi proseguire la passeggiata su via dei Fori Imperiali fino ad arrivare al Vittoriano. Per gli infermieri amanti dello shopping c’è via del Corso, con negozi aperti a tutte le ore del giorno e proseguendo a piedi, perché non prendere un caffè a piazza di Spagna, della quale è possibile ammirare la meravigliosa scalinata di Trinità dei Monti, che si veste di fiori vivaci e bellissimi in primavera ed estate, una piazza davvero suggestiva, e con i suoi 135 gradini lascia senza fiato migliaia di turisti. Tra le più celebri piazze romane, ricordiamo Piazza Navona, sorta sulle ceneri dello stadio di Domiziano, la quale veniva utilizzata nell’antichità per gare atletiche e competizione di vario genere. Oggi ospita quotidianamente artisti di strada, che riescono in pochi minuti a catturare i tratti più caratteristici dei propri model e se fosse un infermiere, sarebbe divertente vederne il risultato.

Ogni quartiere di questa città ha qualcosa da raccontare. Uno scenario da favola è offerto anche da Fontana di Trevi, che se visitata dopo il tramonto, regalerà fantastici giochi di luce, che si creano tra le statue e chi vi giunge per la prima volta non potrà non compiere il noto rituale propiziatorio della monetina gettata di spalle, mentre si esprime un desiderio.

Qualsiasi infermiere che decida di trasferirsi a Roma dovrà sicuramente recarsi alla Basilica di San Pietro. Oltre ai mezzi di superficie, che permettono di ammirare tutto il centro storico, è possibile prendere la metro A, direzione Battistini e scendere ad Ottaviano. In pochi minuti sarà possibile giungere in Piazza San Pietro. I principali accessi alla piazza sono da via di Porta Angelica e da via della Conciliazione. La piazza, che è un notevole esempio di architettura barocca, è quotidiano punto di incontro per migliaia di fedeli cattolici provenienti da tutto il mondo. Chi giunge a San Pietro per la prima volta non può non ammirare la bellezza del grande colonnato ovale, il quale è da sempre paragonato a due grandi braccia che avvolgono materialmente i fedeli.

È divertente girare a piedi per le stradine del centro e soffermarsi sui particolari. Ci sarà sicuramente sempre qualcosa di nuovo da scoprire, Roma è una città che saprà stupirti sempre e non è purtroppo sufficiente scrivere un articolo per descrivere le bellezze di una città così maledettamente meravigliosa.

La cucina romana, dalla cacio e pepe alla carbonara

Se hai il coraggio di trasferirti a Roma e sei di buona forchetta, ti innamorerai della buonissima cucina romana. Come non menzionare la cacio e pepe, la gricia, l’amatriciana e lei, la regina di tutte le paste: la carbonara. Le incertezze appena giunti a Roma, saranno tante, ma la cucina romana, saprà consolarti e sarà la giusta ricompensa alla fine di estenuanti turni di lavoro e, se non sarai troppo stanco, la serata potrà concludersi nei quartieri notturni della città capitolina. Avrai l’imbarazzo della scelta: dalla romanticissima Trastevere alla movimentata Testaccio.

A te che avrai il coraggio di vivere questa avventura: in bocca al lupo!

Un giorno una Signora forastiera, passanno còr marito  sotto l' arco de Tito,  vidde una Gatta nera  spaparacchiata fra l' antichità.  -Micia che fai?- je chiese: e je buttò;  un pezzettino de biscotto ingrese;  ma la Gatta, scocciata, nu' lo prese:  e manco l'odorò.  Anzi la guardò male  e disse con un' aria strafottente:  Grazzie, madama, nun me serve gnente:  io nun magno che trippa nazzionale! (cit. Trilussa)

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