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Area Critica

36° Congresso Aniarti, Moggia: Area critica ha futuro sfidante

di Giacomo Sebastiano Canova

Si sono aperti ufficialmente i lavori del il 36° Congresso Nazionale dell’Aniarti che in tre giorni vedrà la partecipazione e l’opportunità di dibattito tra numerosi colleghi operanti in tutte le aree critiche nazionali.

Al via il 36° congresso Aniarti

In merito, il presidente di Aniarti Fabrizio Moggia, durante il suo intervento che ha dato il via ai lavori del convegno, ha più volte rimarcato che per costruire il futuro della professione infermieristica in area critica sarà sempre più necessario un costante confronto tra colleghi, esperti ed istituzioni politiche e scientifiche.

Dobbiamo contaminarci – sostiene Moggia – per poter crescere assieme ed essere sempre in grado di fornire risposte di salute puntuali e competenti al cittadino.

Un lavoro in costante crescita e sviluppo quello dell’infermiere, soprattutto pensando al fatto che la professione infermieristica partecipa sempre più a tavoli di discussione sia a livello ministeriale che locale per assumere e apportare il proprio contributo nelle politiche sanitarie.

Uno degli obiettivi di questo convegno – prosegue Moggia – è quello di arrivare all’ultima giornata di lavori questo venerdì con un position statement che Aniarti vuole affidare a tutti i professionisti che occupano posizioni di rilievo nei tavoli istituzionali così come nei reparti, con la loro peculiare vicinanza alle persone e alle famiglie.

Moggia infine conclude il suo intervento con un doveroso ringraziamento a tutti i colleghi che in questo momento stanno garantendo la partecipazione di chi è al convegno coprendo i turni al lavoro e, non di meno, a tutte le loro famiglie.

All’apertura del convegno le istituzioni politiche sono state rappresentate da Franca Bellotti, la quale fa parte dell’organico dell’assessorato alle Politiche per la Salute della Provincia Autonoma di Trento e, in particolare, del servizio organizzazione e qualità delle attività sanitarie.

Ogni cittadino – afferma Bellotti – prova sicurezza nell’avere vicino a lui professionisti quali gli infermieri che, con grande preparazione, intervengono nei momenti più difficili e critici nella vita di ciascun essere umano.

Il tema della sopravvivenza ha inoltre molto colpito la dott.sa Bellotti, la quale ricorda come sia necessario investire sempre più per dare il via ad un “processo culturale che faccia partecipe il cittadino nel conoscere le tecniche e azioni di primo soccorso nei confronti di persone in difficoltà”. In questo ambito, tramite l’azienda sanitaria, la provincia organizza corsi di Bls rivolti agli studenti di IV e V superiore, formando in questo modo 5000 ragazzi all’anno che, con grande partecipazione, dimostrano risultati molto positivi.

La provincia ha inoltre implementato un progetto locale sulla defibrillazione precoce investendo circa 220.000 € all’anno coinvolgendo nella formazione e consegna dei Dae a tutti quei soggetti istituzionali facenti parte della catena della sopravvivenza, come le forze dell’ordine ed i vigili del fuoco. Sono stati inoltre accreditati una quarantina di enti di formazione locali, dando loro l’opportunità di fare formazione alla popolazione sull’utilizzo del Dae.

Tutti questi sforzi, conclude Bellotti, sono stati compiuti per aumentare le competenze dei cittadini in tempa di primo soccorso, al fine di supportare ciò che gli infermieri saranno chiamati a fare successivamente al loro primo intervento.

L’ultimo contributo all’apertura del congresso Aniarti è stato apportato da Luisa Zappini, presidente del collegio Ipasvi di Trento. La presidente sin da subito tiene a sottolineare la notizia di questi giorni, ovvero della trasformazione del collegio in ordine. In questo senso Zappini stimola tutti i partecipanti a comprendere i valori dell’ordine, valori in cui dobbiamo essere tutti portavoce nei confronti del paziente.

n merito alle competenze in area critica, Zappini afferma come sia stia cercando il significato di questo concetto da anni; nella sua visione, avere competenza oggi significa essere esperti di area critica, interrogandosi sempre sul futuro di quest’area. Il tema però risulta essere complesso, in quanto non sempre è possibile spendere questa competenza negli anni, specialmente negli ultimi di servizio, dati i carichi di lavori non sempre affrontabili a tutte le età. Questa rappresenta una vera e propria sfida per il singolo e per tutta la professione, che necessita della capacità di dimostrare e validare ciò che sappiamo fare.

Zappini affronta poi uno dei risultati più importanti raggiunti di recente, ovvero l’introduzione nel territorio della figura dell’infermiere di comunità, attraverso il quale viene dato un importante riconoscimento istituzionale alla professione che viene chiamata attraverso questa figura ad essere un interlocutore privilegiato per il cittadino che non sa a chi rivolgersi, facendo intervenire il professionista giusto al momento giusto. A breve questa figura sarà introdotta su tutto il territorio provinciale e, in questo senso, per ricoprire questo delicato e importante ruolo quale miglior professionista se non quello che proviene da un’area critica, il quale è chiamato a supportare i colleghi nella formazione trasferendo la sua expertise, nonché erogando assistenza diretta e dando inoltre grande valore a quello che dice il nostro profilo professionale, ovvero trasferendo competenze al caregiver che si occupa del paziente. Tutto ciò non vuol dire delegare responsabilità, in quanto l’infermiere oggi non delega responsabilità, né ne ha paura. L’infermiere la vuole agire.

In riferimento alle competenze specialistiche avanzate, Zappini cita la necessità di garantire un portfolio a ciascun professionista nel quale venga tracciato che cosa sa fare e che ruolo ricopra nel suo ambito professionale in un determinato momento. Zappini conclude infine il suo intervento richiamando il concetto di passione, al di sotto della quale convivono sofferenza e amore: Nulla ci viene regalato se non ci impegniamo in qualche cosa. Specialmente nel nostro lavoro, che siamo capaci di fare in modo esclusivo.

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