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Ecografia infermieristica, valore aggiunto per l'assistenza

di Redazione

Intraospedaliera

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L’infermiere ha il dovere di seguire lo sviluppo tecnologico aggiornandosi e facendo proprie nuove metodiche al fine di migliorare la qualità dell’assistenza. Parole chiare, quelle scritte nel Codice Deontologico, dove si evincono soprattutto la necessità e la richiesta di migliorare ed integrare la nostra professione con tecniche nuove e aggiornate. L’uso dell’ecografia ne è un esempio: capita via via sempre più spesso di poter vedere, in qualche realtà, infermieri eseguire questo tipo di esame diagnostico.

Il valore aggiunto dell'ecografia in mano agli infermieri

ecografo

Utilizzo dell'ecografo da parte dell'infermiere 

Sull'utilizzo dell'ecografo non risultano esserci norme che determinino l’esclusività ai tecnici radiologi, quindi, previo percorso formativo, anche l’infermiere può utilizzare questa metodica traendone sicuramente dei vantaggi.

Il percorso formativo per l’ecografia infermieristica prevede un programma di formazione in aula e una parte di formazione sul campo. Quest’ultimo molto importante dato che l’ecografia richiede sicuramente la manualità per effettuare scansioni corrette.

Vi sono corsi di alcune giornate oppure percorsi più lunghi come ad esempio i master universitari in ecografia infermieristica, che prevedono una formazione più specifica e continuativa.

Grazie a queste prese di posizione sono cambiati, nel corso degli anni, il metodo e la priorità di utilizzo dell’ecografia in determinati reparti.

Ad esempio, nell’area d’emergenza e nelle terapie intensive venivano utilizzate molto le ecografie FAST (mirate) credendo che fossero la metodica migliore da attuare nel paziente traumatizzato. A metà del decennio scorso, invece, si è fatta strada anche l’idea di estendere anche al torace la valutazione ecografica del paziente traumatizzato/critico con l’intento di valutare l’eventuale emotorace o pneumotorace.

Si è quindi consolidato il concetto di FAST estesa, l’E-FAST. Si è compreso così che gli ultrasuoni risultavano estremamente utili nell’approccio a qualsiasi paziente critico. La FAST e l’E-FAST venivano essenzialmente eseguite da medici radiologi. Con la specializzazione degli infermieri in questo ambito, sarà quindi possibile effettuare più tempestivamente questo esame diagnostico col fine di accorgersi tempestivamente di complicanze/problemi attivi.

Nei reparti di primo soccorso è utile applicare questa procedura diagnostica anche per indentificare con maggior appropriatezza il codice colore del triage, mentre in un reparto ad esempio di T.I.P.O. Cardiochirurgia l’ecocardiografia è di importanza anche vitale in caso di problemi emodinamici nell’immediato post-intervento.

Con le adeguate conoscenze, in maniera rapida, è possibile effettuare la diagnosi precoce ad esempio di tamponamento cardiaco o disfunzioni ventricolari importanti che richiedono l’immediata revisione chirurgica.

L’impiego quindi, anche nel nostro paese, di esperti in ecografia potrebbe rappresentare una soluzione organizzativa alla richiesta crescente di ecocardiogrammi e potrebbe riorganizzare l’approccio al paziente critico, dove ogni minuto guadagnato ne aumenta la percentuale di sopravvivenza.

Articolo a cura di Dott.ssa Smali Chiara

  • ULSS 1 Dolomiti
  • Ref. Locale ANIARTI Belluno

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Commenti (1)

Luigi Romani

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1 commenti

tecnico di ecocardiografia

#1

Salve,volevo sapere come mai nella nuova legge di riordino delle professioni sanitarie non e' stata istituita la figura di tecnico di ecocardiografia dato che il master universitario e' attivo da quasi un decennio ecome puo' un infermiere con una carriera tutta improntata in cardiologia,sia medica che chirurgica,non poter essere normato in tale ruolo?
Grazie