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Emergenza-Urgenza

Fattori di stress per l'équipe e strategie di coping

di Tiziano Garbin

Intraospedaliera

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Il personale infermieristico che lavora nel settore dell’emergenza vive un’intensa relazione con persone che stanno vivendo una situazione di criticità comparsa improvvisamente e spesso drammatica. I pazienti e i familiari possono portare in sé molti problemi, pensieri, ansie, che inevitabilmente riversano sul personale, proprio per un’esigenza di trovare ascolto, amplificata dalla rottura di un precedente equilibrio che la situazione di emergenza ha creato. Il contatto continuo con questo tipo di richieste, può generare nell’operatore uno stato di stress cronico, che può condurre anche ad esaurimento emozionale. Da qui l’importanza di conoscere le strategie di coping per controllare i fattori stressanti.

Infermieri di emergenza tra carichi di lavoro e stress lavoro correlato

Tra gli elementi che oggi sono all’attenzione di tutti vi è sicuramente il carico emotivo e lo stress lavoro-correlato a cui sono sottoposti i professionisti infermieri durante il loro lavoro, in particolar modo se operanti nell’emergenza extraospedaliera.

La prima cosa su cui porre il focus è che spesso il tema dello stress o del “crollo psicologico” è stato considerato un tabù e un segno di debolezza, mentre oggi il fenomeno è ben noto e ci sono diverse pubblicazioni in merito, utili anche al professionista che le consulta a prendere consapevolezza di non essere il solo e di trovare suggerimenti per le strategie di coping.

I “professionisti d’aiuto” che prestano la loro opera negli scenari di emergenza possono subire gli effetti negativi dello stress conseguente alla frequente e ripetuta esposizione ad eventi psicologicamente impegnativi, eventi che in alcuni casi possono produrre disturbi da stress post-traumatico o psicopatologie, acute o croniche.

L’ambito scientifico sottolinea che ci sono effetti psicolesivi conseguenti ad eventi critici che possono riguardare i professionisti di aiuto ed è proprio per questa ragione che si vuole divulgare quali siano i fattori che causano stress e identificare alcune possibili strategie per far fronte a questo stress e ridurre il rischio di disturbi post-traumatici.

Stress e disturbo post-traumatico da stress

Lo stress è una sindrome di adattamento a sollecitazioni chiamate “stressor”. Può essere fisiologico, ma può avere anche dei risvolti patologici.

Ogni stressor che rompe l’equilibrio dell'organismo richiama immediatamente delle reazioni regolative neuropsichiche, emotive, locomotorie, ormonali e immunologiche.

La prevedibilità, la conoscenza e la gravità degli eventi giocano un ruolo fondamentale nella possibilità di instaurare delle strategie adattative atte a gestire questo stress. Ad esempio, il lutto per la perdita di una persona cara è, di solito, più facilmente elaborabile quando la persona era anziana e la sua scomparsa era stata prevista da tempo.

All'opposto è problematico l'adattamento in caso di esposizione a eventi catastrofici e improvvisi, come accade nel soccorso in ambulanza.

Il disturbo post-traumatico da stress (PTSD) è l'insieme delle forti sofferenze psicologiche che conseguono ad un evento traumatico, catastrofico o violento.

La diagnosi di PTSD necessita che i sintomi siano sempre conseguenza di un evento critico, ma l'aver vissuto un'esperienza critica di per sé non genera automaticamente un disturbo post-traumatico.

Questo disturbo rappresenta dunque la possibile risposta di un soggetto ad un evento critico abnorme (terremoti, incendi, nubifragi, incidenti stradali, abusi sessuali, atti di violenza subiti o di cui si è stati testimoni, attentati, azioni belliche, etc.) e in molti casi può essere adeguatamente affrontato in sede clinica attraverso trattamenti psicoterapeutici specifici.

Sintomi del disturbo post-traumatico da stress

I sintomi più frequenti sono i seguenti:

  • Flashback: un vissuto intrusivo dell'evento che si propone alla coscienza, "ripetendo" il ricordo dell'evento
  • Numbing: uno stato di coscienza simile allo stordimento ed alla confusione
  • Evitamento: la tendenza ad evitare tutto ciò che ricordi in qualche modo, o che sia riconducibile, all'esperienza traumatica (anche indirettamente o solo simbolicamente)
  • Incubi: che possono far rivivere l'esperienza traumatica durante il sonno, in maniera molto vivida.
  • Hyperarousal: caratterizzato da insonnia, irritabilità, ansia, aggressività e tensione generalizzate.

Il personale infermieristico che lavora nel settore dell’emergenza vive un’intensa relazione con persone che stanno vivendo una situazione di criticità comparsa improvvisamente e spesso drammatica.

I pazienti e i familiari possono portare in sé molti problemi, pensieri, ansie, che inevitabilmente riversano sul personale, proprio per un’esigenza di trovare ascolto, amplificata dalla rottura di un precedente equilibrio che la situazione di emergenza ha creato.

Il contatto continuo con questo tipo di richieste, può generare nell’operatore uno stato di stress cronico, che può condurre anche ad esaurimento emozionale.

In caso di intervento grave in ambulanza poi, anche per un infermiere esperto e qualificato è molto difficile entrare immediatamente nella situazione con lucidità e chiarezza, impegnando subito pensieri e azioni negli atti richiesti dall’intervento.

Perciò, giunto sulla scena dell’evento, subirà un certo grado di shock, che può essere più o meno intenso a seconda dell’esperienza e della capacità personale di autocontrollo e sangue freddo.

Fattori predisponenti

I fattori che predispongono a subire più o meno le conseguenze dello stress sono:

  • personalità: calma, insicura, ansiosa, aggressiva, competitiva
  • anzianità di servizio: sembra essere un fattore protettivo per lo sviluppo di disturbi legati allo stress. Infatti, l’esperienza accumulata negli anni, rende gli operatori più preparati ad affrontare le più svariate situazioni, più abituati a fare i conti con i propri sentimenti
  • sesso: (secondo alcuni studi le infermiere percepiscono maggiormente la criticità degli eventi, rispetto ai loro colleghi maschi, che invece riescono a mantenere un certo distacco).

Strumenti e strategie di coping per controllare i fattori stressanti

Questa panoramica ha presentato i vari fattori più comuni che creano stress agli infermieri (e altri operatori) che operano in emergenza, ma ci sono alcune strategie che posso ridurre questo stress ed evitare il rischio di sviluppare disturbo post traumatico da stress o burnout?

Il nostro organismo reagisce allo stress con l’adattamento, ovvero sforzi cognitivi e comportamentali per soddisfare le specifiche richieste, interne ed esterne, che mettono a dura prova le risorse del loro organismo.

Le strategie di adattamento possono essere incentrate sull’emozione o sul problema. Nel primo caso esse cercano di migliorare lo stato d’animo della persona diminuendo lo stress emotivo da essa provato; le strategie di adattamento incentrate sul problema mirano invece a gestire il problema che è causa di afflizione.

Generalmente, in una situazione stressante vengono attivate entrambe le strategie. La situazione si complica nel caso in cui la reazione emozionale scatenata dall’evento venga gestita e controllata da meccanismi di difesa particolarmente intensi. In questo caso l’intensa stimolazione emozionale non affiora e può verificarsi una reazione psicosomatica.

In una realtà operativa come quella dell’emergenza extraospedaliera, sospendere la propria azione e dedicare un tempo alla riflessione su ciò che si sta facendo, può apparire insolito e minaccioso.

Strumenti e strategie di coping per il controllo di fattori stressanti Razionale
Supporto psicologico Soprattutto per interventi che portano in sé una grande sofferenza, educazione preventiva, supporto regolare ai gruppi ad alto rischio.

Questo è un ruolo importante che spetta anche all’organizzazione sanitaria, che deve:

  • saper controllare il più possibile le fonti di stress degli infermieri
  • dare l’opportunità di incontri frequenti per evitarne le conseguenze
Critical Incident Stress Management Possibilità di dare spazio agli infermieri per poter parlare delle loro difficoltà.

Questo spazio non deve essere lasciato in autogestione, ma deve essere ben strutturato

Uno strumento è il debriefing

Debriefing Per dare modo di parlare per poter superare il trauma subito, confrontandosi con i propri pari.

I benefici:

  • permette di preparare i partecipanti a far fronte in futuro ai sintomi conseguenti l’elevato stress;
  • aiuta i partecipanti ad accettare i loro sentimenti ed eventuali sintomi manifesti;
  • i partecipanti al debriefing si supportano a vicenda;
  • parte dei problemi considerati vengono risolti (es. sensi di colpa);
  • i partecipanti si sentono rassicurati nell’esprimere i propri stati d’animo e scoprono che non sono dissimili da ciò che provano i colleghi;
  • ognuno è libero di esprimere ciò che sente, oppure può decidere di stare solo ad ascoltare
Parlare È fondamentale parlare con qualcuno di quello che si prova e che si ha vissuto, anche al di fuori di un debriefing strutturato.

Nelle indagini qualitative su questo argomento emerge che l’infermiere che ne parla con i colleghi ma anche in famiglia, ne trae beneficio

Attività fisica Sport e attività fisica aiutano nella gestione dello stress e sono efficaci strategie di coping
Recupero psicofisico Risulta utile un periodo di allontanamento dal lavoro o di trasferimento in un reparto non di emergenza:
  • per allontanarsi dalle fonti stressanti
  • per poter staccare
Formazione Migliorare la propria formazione e competenza clinica rende più sicuri e permette di gestire meglio determinate situazioni.

Oltre a questo può essere importante avere una formazione sulla psicologia in emergenza,

che prepari a sapere cosa aspettarsi e permette di riconoscere alcuni sintomi di eventuali problemi

Desensibilizzazione sistematica È una tecnica di rilassamento che si basa sul processo di controcondizionamento

e consiste nell’associare all’ansia una risposta contraria, in questo caso il rilassamento muscolare profondo

Psicologo Rappresenta un aiuto concreto per la gestione degli eventi stressanti
Umorismo È emerso che esso possa fornire un certo grado di riduzione della tensione e possa facilitare la reinterpretazione di una data situazione o evento.

La riduzione della tensione si manifesta come un effetto di rebound conseguente all’aumento dell’arousal

(eccitazione, risveglio), che accompagna la maggior parte delle manifestazioni di umorismo.

La reinterpretazione della situazione, invece, è la conseguenza di una incongruenza percepita tra due elementi normalmente non correlati o addirittura conflittuali.

È ipotizzabile, inoltre, che l’umorismo costituisca una via di fuga dell’aggressività

e questo contribuirebbe ad aiutare i soccorritori nell’affrontare meglio

la rabbia che è un’emozione spesso presente nelle situazioni di emergenza

Da quanto analizzato in precedenza è evidente che il soccorso extraospedaliero sia una fonte di stress e che determinate condizioni lo amplifichino (soccorso a bambini, morti violente, ecc).

Per evitare di incorrere in disturbi anche seri come quello post traumatico da stress, il burnout o la somatizzazione sul fisico, è importante applicare strategie personalizzate e individuali per gestire questo stress (prima fra tutte il parlarne e il debriefing, ma anche attività fisica e/o supporto psicologico.

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