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Emergenza-Urgenza

Carenza sanitari, i Pronto soccorso a rischio chiusura

di Redazione Roma

Intraospedaliera

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Oltrepassare i tetti di spesa sui limiti per le assunzioni di infermieri e medici, così da assicurare il turnover e poter far recuperare (seppur parzialmente) ai lavoratori in servizio lo stress psicofisico indotto dai carichi di lavoro estenuante. È la richiesta che Uil Fpl formula al Governo, affinché chiuda i rinnovi contrattuali e fornisca garanzie. Oggi i Pronto soccorso rischiano la chiusura.

Librandi-Bonfili (Uil-Fpl): Senza personale i Ps rischiano la chiusura

Se non ci saranno interventi rapidi e concreti nel giro delle prossime settimane, le attività dei Dea e dei Pronto soccorso saranno limitate ed alcune saranno chiuse.

Nella giornata di domani è in agenda un nuovo incontro tra i sindacati e l’Aran nel proseguo della trattativa per il Ccnl comparto sanità. Già fissato l’appuntamento successivo (mercoledì 8 giugno) ma permane l’apprensione delle organizzazioni sindacali.

Lo scorso 24 maggio il confronto è stato focalizzato, in particolare, sull’analisi della parte del testo inerente il rapporto di lavoro, come hanno comunicato Fp Cgil Cisl Fp Uil Fpl nel consueto “punto” congiunto.

In merito allo stesso focus, il Nursing Up ha espresso le proprie (buone) sensazioni sullo sblocco della mobilità dei professionisti tra gli ospedali, mentre la Fials ha portato all’attenzione dell’Aran il tema delle ferie non godute e che non possono essere monetizzate in caso sia di mobilità tra aziende sia della vincita di concorso presso altre aziende.

L’imperativo è si procedere alacremente, ma anche arrivare a risolvere – o quantomeno a circoscrivere – talune criticità che il settore si porta dietro da tanto, troppo, tempo. Ripercuotendosi sugli stessi lavoratori.

A tal proposito, Michelangelo Librandi e Roberto Bonfili, rispettivamente il segretario generale e il coordinatore area medica e veterinaria della Uil Fpl, fanno presente che a livello territoriale sta emergendo, con sempre più vigore, la questione della carenza di personale nei Pronto soccorso. Che rischiano la chiusura in tempi più che rapidi, precisano.

Per rendersi conto di quanto sta avvenendo, nulla funziona meglio (purtroppo) che ricondurre a situazioni concrete: dalla Sardegna (dove i Pronto soccorso rischiano il collasso. A Nuoro, in tutta l’Asl mancano 100 infermieri e 40 Oss) alla Campania (dove non è ancora sopito l’eco del confronto pubblico e politico sul caso ”emergenza barelle” all’ospedale Cardarelli di Napoli, provocata dalla carenza di personale sanitario rispetto ai numerosi accessi). E ancora nel Lazio: qui Stefano Barone, segretario provinciale del Nursind, denuncia che il 40-50% del personale viene distratto dall’emergenze effettive per fornire assistenza ai pazienti in attesa di ricovero sulle barelle.

Tutte ragioni più valide per rimarcare l’importanza, a livello contrattuale, di superare fin dal principio i tetti di spesa sui limiti per le assunzioni degli infermieri e dei medici mancanti. In modo tale da assicurare il turn over e far recuperare, almeno in parte, lo stress psicofisico dovuto dai carichi di lavoro già al limite da troppo tempo e ulteriormente peggiorato da oltre due anni di pandemia, dichiarano i sindacalisti. Che incalzano: Se non ci saranno interventi rapidi e concreti nel giro delle prossime settimane, le attività dei Dea e dei Pronto soccorso saranno limitate ed alcune saranno chiuse. Il personale sanitario è al limite della sopportazione.

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