L’intossicazione digitalica è un avvelenamento derivante da dosi eccessive di digossina. L’intossicazione digitalica può essere acuta o cronica e le sue manifestazioni cliniche possono essere sia cardiache che extracardiache.
Cos'è e come si verifica l'intossicazione digitalica
La digossina è un farmaco largamente utilizzato per il trattamento dell’insufficienza cardiaca in quanto inotropo positivo. Il suo ridotto range terapeutico, fondamentale per la scelta del dosaggio da somministrare, può facilmente causare fenomeni di intossicazione che possono far deteriorare molto rapidamente il paziente.
Questa molecola, inoltre, è presente nelle foglie dell’oleandro che, se ingerito, mima gli effetti digitalici.
Esistono principalmente due forme di intossicazione digitalica: acuta o cronica.
Nel primo caso, l’intossicazione può essere accidentale oppure volontaria (a scopo anticonservativo) e deriva da un’assunzione di elevate quantità del farmaco in breve tempo; nella forma cronica, invece, essa è dovuta ad un accumulo di sostanza in un paziente già in terapia con digossina. Tale accumulo può derivare da disidratazione, insufficienza renale oppure da un’assunzione del farmaco a dosaggio sovraterapeutico.
Come livello ematico di riferimento, mentre il range terapeutico della digossina è di 0,5 – 1,0 ng/ml, le dosi tossiche sono di 3 mg nell’adulto e 1 mg nel bambino.
In riferimento all’intossicazione digitalica è importante sottolineare come il potassio sia sempre implicato in questa condizione, anche se in maniera differente qualora si tratti di intossicazione in corso di trattamento cronico o di intossicazione acuta.
In caso di intossicazione acuta, sul sito di legame della digitale sulla membrana cellulare avviene una competizione fra digitale e potassio; l’uso concomitante dei diuretici per il trattamento dell’insufficienza cardiaca cronica può inoltre causare un’ipokaliemia e aumentare in questo modo gli effetti della digitale.
Nel caso di intossicazione cronica, invece, vi è un aumento progressivo dei livelli del potassio sierico, che può arrivare a dose mortale. In pratica, è bene evidenziare che la digitale può dare effetti tossici cardiaci anche a dosi terapeutiche se associata all’ipokaliemia, mentre il sovradosaggio acuto di digitale si associa a iperkaliemia.
Manifestazioni cliniche di intossicazione digitalica
Le manifestazioni cliniche di intossicazione da digitale possono essere cardiaci oppure extracardiaci.
La diagnosi dell’intossicazione digitalica si basa sulla raccolta anamnestica e sul dosaggio sierico dei livelli della digossinemia, tenendo conto che in questo secondo caso è possibile registrare livelli molto elevati nelle prime ore di assunzione anche a fronte di quadro clinico silente, in quanto la fase di distribuzione tissutale può durare dalle 6 alle 12 ore.
Trattamento dell’intossicazione digitalica
La terapia e l’assistenza al paziente con intossicazione digitalica si basa sui seguenti punti:
Decontaminazione: gastrolusi, carbone vegetale attivato e catarsi
Correzione delle alterazioni elettrolitiche (ipo/iper potassiemia)
Somministrazione di atropina per trattare l’eventuale bradiaritmia
Somministrazione di farmaci antiaritmici nel caso si manifestassero aritmie ipercinetiche
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