Per disidratazione si intende una riduzione del volume corporeo di acqua. Esistono diversi fattori di rischio di disidratazione, anche se il principale è l’età. Una dieta corretta assieme ad un accertamento approfondito può evitare questo problema che può portare il paziente a manifestare complicanze anche gravi.
Cause di disidratazione
La disidratazione consiste nella riduzione del volume corporeo di acqua. Tale manifestazione può presentarsi per mancato introito, aumento delle perdite oppure tutte e due le situazioni assieme.
Il principale fattore di rischio didisidratazione è il ridotto reintegro di acqua per via orale (questa situazione si può verificare a causa di mancanza di autonomia, patologie oro-faringee oppure scarsa sensazione di sete).
Inoltre, l’organismo si può disidratare a causa dell’aumento delle perdite di liquidi dovute a patologie quali febbre, diarrea e vomito, oppure per l’utilizzo non controllato di diuretici o di lassativi.
Ci sono anche alcune patologie (come il diabete e le disionemie) che inducono un aumento della perdita di acqua attraverso le urine al fine di ripristinare la normale omeostasi dell’organismo.
Disidratazione nell’anziano
La popolazione maggiormente a rischio di presentare disidratazione è rappresentata dagli anziani: oltre ad avere una minore percentuale di acqua nell’organismo, le condizioni fisiologiche dell’invecchiamento portano il paziente anziano ad avere una riduzione della sete e della loro risposta ormonale (prodizione di ormone antidiuretico) alla disidratazione.
Oltre a ciò, l’anziano ha una ridotta sensazione della sete tale per cui, se non stimolato, difficilmente si idrata: in questo sono a rischio soprattutto i pazienti che per mancanza di autonomia oppure per scarsa mobilità non riescono ad assumere liquidi da soli, ma devono essere aiutati da caregiver.
A supportare ciò vi sono alcune evidenze scientifiche che hanno dimostrato come le persone parzialmente dipendenti siano quelle maggiormente a rischio in quanto chi le assiste è convinto che la persona sia autonoma quando in realtà non riesce a gestirsi completamente da sola.
Infine, oltre a queste condizioni fisiologiche, è necessario monitorare con accuratezza i pazienti con storia di disidratazione, che assumono particolari farmaci (es. diuretici) oppure che soffrono di patologie che possono ridurre l’introito di liquidi (es. demenza, patologie renali, depressione e/o malattie psichiatriche).
Sintomi della disidratazione
Per quanto riguarda i sintomi didisidratazione, essi variano in base al deficit di liquidi espresso in percentuale di peso corporeo.
Percentuale disidratazione
Manifestazioni sintomatiche
1%
Ripercussioni su attività e performance fisiche dell'organismo
2%
Alterazioni di termoregolazione e volume plasmatico
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