Si prospetta una delle estati più torride degli ultimi 150 anni. Dovremmo combattere con le alte temperature e le conseguenze che ne derivano. Oltre a influire sulla natura, sui raccolti, la siccità dei fiumi, il caldo influirà negativamente soprattutto sui sali minerali presenti all’interno dell’organismo.
Disidratazione da caldo e afa, attenzione all’ipopotassiemia
A farne le spese sarà principalmente il potassio, uno dei sette macrominerali insieme al calcio, magnesio, fosforo, sodio, cloro e zolfo. Il potassio gioca un ruolo fondamentale nell’equilibrio cellulare, in particolare il potenziale di membrana, la propagazione del segnale elettrico neuronale/muscolare/cardiaco, la corretta secrezione degli ormoni, il controllo del tono vascolare, il controllo della pressione arteriosa, il controllo della motilità gastroenterica, dell’equilibrio acido-base, del metabolismo del glucosio e dell’insulina.
Senza accorgercene, attraverso il sudore, perderemo dosi massive di potassio e magnesio e l’unico modo per reintegrarli sarà attraverso gli alimenti (non basterà idratarci semplicemente con acqua); quelli ricchi di potassio e magnesio sono verdure a foglia verde, ortaggi, frutta fresca e secca, legumi e anche cioccolato fondente. Il cibo che contiene più potassio è l’avocado con i suoi circa 1204 mg, considerandone uno intero, ma anche banane, arance, pomodori e patate ne sono ricchi. Ci si potrebbe aiutare anche attraverso l’uso di integratori di potassio e magnesio, ma non sarà mai lo stesso rispetto all’assimilazione attraverso gli alimenti. Attenzione a non esagerare, soprattutto per chi è affetto da insufficienza renale.
Il buon funzionamento della pompa Na/K sulla membrana cellulare fa sì che il 98% abbia una distribuzione intracellulare (180 mmol/l), e il 2% una distribuzione extracellulare (3.5-5 mmol/l). L’ipopotassiemia o ipokaliemia è definita come una potassiemia (a livello extracellulare quindi) inferiore a 3,5 mmol/l e aumenta l’incidenza delle aritmie, specialmente in cardiopatici trattati con digossina. Inoltre coinvolge sia nervi che muscoli, causando astenia, affaticamento, crampi agli arti inferiori e nei casi più gravi (potassiemia inferiore a 2,5 mmol/l) può osservarsi rabdomiolisi e difficoltà respiratorie.
Se l’ipopotassiemia grave non viene corretta si possono presentare anche aritmie maligne quali FV e TV con conseguente arresto cardiorespiratorio. Il reintegro del potassio è preferibile farlo gradualmente, ma in caso di emergenza è necessario somministrare potassio per via endovenosa.
La massima velocità di infusione consigliata per il potassio è di 20 mmol/h, ma può essere aumentata (fino ad un massino di 120 mmol/h per alcuni minuti) in caso di aritmie instabili o peri-arresto. Il monitoraggio Ecg continuo è fondamentale durante l’infusione di potassio e per poter valutare l’andamento elettrocardiografico.
Soggetti maggiormente a rischio ipopotassiemia:
- Dializzati (di solito si presenta alla fine di una seduta emodialitica)
- Diabetici
- Anziani (tendono ad assorbirne di meno)
- Obesi (chi ha più massa grassa tende a sudare di più)
- Ipertesi (chi assume diuretici)
Cibi ricchi di potassio:
- Avocado 1204 mg
- Patata grande 845 mg
- Fagioli bianchi cotti (1/2 tazza) 595 mg
- Pomodori (1 tazza) 528 mg
- Soia cotta (1/2 tazza) 485 mg
- Banana 422 mg
- Spinaci cotti (1/2 tazza) 419 mg
- Yogurt magro 398 mg
- Pera 333 mg
- Mango 323 mg
- Arancia 300 mg
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