Studi epidemiologici confermano un rischio del 10% maggiore di sviluppare leucemie e tumori solidi rispetto alla popolazione generale. A lanciare l’allarme è Nursing Up che solleva il tema, troppo sottovalutato, del “rischio chimico” nei luoghi di cura.
“Serve più protezione per gli operatori sanitari vulnerabili a sostanze pericolose”

Infermieri e operatori sanitari sono quotidianamente esposti a sostanze potenzialmente tossiche, spesso senza adeguati strumenti di protezione.
Non solo burnout e aggressioni fisiche nei reparti. Chi lavora nei luoghi di cura deve fare i conti con un rischio di contrarre malattie oncologiche maggiore del 10% rispetto al resto della popolazione. A sollevare il problema dei pericoli professionali di infermieri e operatori sanitari è il sindacato Nursing Up che chiede apertamente azioni concrete per tutelarli.
Gli infermieri tra chi rischia di più di ammalarsi di cancro: i numeri
“In Europa sono oltre 100.000 i morti sui luoghi di lavoro, ogni anno, per cancro. In prima linea ci sono gli infermieri, i più esposti, tra i professionisti della salute, al pericolo costante di contrarre malattie oncologiche” sostiene infatti il sindacato presieduto da Antonio De Palma.
A dimostrarlo è “un rischio base del 10% in più di sviluppare leucemie e tumori solidi” rispetto alla popolazione generale, “a causa della costante esposizione a sostanze pericolose”. Si riportano quindi i dati di Etui – Istituto Sindacale Europeo, secondo cui ogni anno sono oltre 100.000 i decessi per cancro in Europa attribuibili all’esposizione professionale a sostanze pericolose.
“A essere colpiti non sono solo lavoratori dell’industria chimica, addetti alla pulizia o vigili del fuoco. Tra le categorie più esposte, secondo studi epidemiologici, figurano anche medici, infermieri e altri operatori della salute presentano un rischio base del 10% in più di sviluppare leucemie e tumori solidi rispetto alla popolazione generale”.
“Al primo posto per rischio ci sono i professionisti sanitari che lavorano nei reparti oncologici”, ma anche “in ambiti come reumatologia, dermatologia e chirurgia”, chiosa il sindacato.
La causa: l’esposizione a farmaci HMP
Questo perché in questi luoghi di lavoro quotidianamente “si maneggiano farmaci citotossici e antineoplastici”, chiarisce Nursing Up. “Questi farmaci, noti anche come HMP (Hazardous Medicinal Products), sono altamente efficaci contro le cellule tumorali ma il loro meccanismo d’azione non è selettivo e può danneggiare anche le cellule sane, incluse quelle del personale sanitario”.
Perciò se in questi ambiti si lavora senza protezione adeguata “si mette a rischio la propria salute, ogni giorno”, tira le somme il sindacato di De Palma.
I numeri poi di chi vive sulla pelle questo problema sono enormi: si stima che sui 12,7 milioni di professionisti sanitari potenziamente esposti in Europa, 7,3 milioni siano infermieri e tra questi, per “The Lancet, Journal of Occupational and Environmental Medicine e Occupational Medicine”, il 50% di chi lavora con scarse protezioni è a rischio di ammalarsi o, se donna, è soggetta a un più alto rischio di aborto.
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