Il Triage è una delle molteplici competenze dell’infermiere che lavora in Pronto soccorso e consiste in una rapida valutazione della condizione clinica dei pazienti e del loro rischio evolutivo attraverso l'attribuzione di una scala di codici colore volta a definire la priorità di trattamento. I codici di priorità di accesso all’area del trattamento sono stati codificati nelle Linee di indirizzo nazionali sul triage intraospedaliero (2019) e prevedono l’utilizzo di un sistema di codifica a 5 codici numerici di priorità, con valori da 1 a 5. L'implementazione della codifica a 5 codici numerici di priorità e il conseguente superamento della codifica con i codici colore dovrà avvenire progressivamente entro 18 mesi dalla pubblicazione del documento.
Pronto soccorso: che cos'è il triage e perché lo fanno gli infermieri
Tra le molte definizioni di Triage, quella che meglio ne descrive l’attività è fornita dall’American College of Surgeons, secondo il quale il triage consiste nell’attribuzione dell’ordine di trattamento dei pazienti sulla base delle loro necessità di cura e delle risorse disponibili.
Il termine Triage possiede radici profonde: le sue origini risalgono difatti all’età napoleonica, quando il barone chirurgo francese Jean Dominique Larry organizzò nei campi di battaglia i primi soccorsi utilizzando criteri di priorità rispetto alle ferite e ai diversi interventi sanitari necessari. In epoca più recente, il Triage è stato adottato, con caratteristiche più evolute e perfezionate, nella guerra di Corea e Vietnam.
È importante ricordare come lo stabilire la priorità di accesso all’area di trattamento non significhi porre una diagnosi, ma individuare quali pazienti abbiano bisogno di cure immediate e quali possono differire la valutazione medica. Questo procedimento richiede di soddisfare, in particolare, tre criteri:
Rapidità: il tempo accesso-codifica di triage deve essere breve
Sensibilità elevata e specificità sufficiente: tutti i pazienti potenzialmente critici devono essere identificati
Logica organizzativa: va perseguita una organizzazione che con un adeguato utilizzo delle risorse produca il rispetto di tempi e standard gestionali
Gli obiettivi principali che deve perseguire l’attività di Triage in Pronto Soccorso
Attribuire a tutti i pazienti un codice di priorità che regoli l’accesso alle cure in relazione alla gravità delle condizioni e al potenziale rischio evolutivo
Oltre a questi, il triage si pone anche una serie di obiettivi “accessori”, che contribuiscono a migliorare la qualità del servizio prestato dal sistema:
Determinare l’area più appropriata per il trattamento
Mantenere e migliorare l’efficacia complessiva della struttura di Pronto soccorso
Ridurre lo stato d’ansia delle persone che si rivolgono alla struttura
Valutare periodicamente le condizioni dei pazienti in attesa
Il Triage nella pratica di tutti i giorni
Da un punto di vista operativo, il Triage si sviluppa in tre principali fasi:
Valutazione del paziente “sulla porta”: si tratta di una valutazione pressoché visiva che si basa su come si presenta il paziente prima ancora di averlo valutato e di aver individuato il motivo di accesso. Questa fase permette di identificare sin dall’ingresso del paziente in Pronto Soccorso una situazione di emergenza che richieda un trattamento tempestivo e immediato.
Valutazione soggettiva e oggettiva: una volta escluse situazioni di emergenza, si procede con la fase della raccolta dati. La valutazione soggettiva prevede che, attraverso domande mirate, l’infermiere indaghi il sintomo principale, l’evento presente, il dolore, i sintomi associati e la storia medica passata. Una volta identificato il motivo di accesso, viene condotta dal triagista la valutazione oggettiva, la quale si compone dell’esame fisico sul paziente integrato attavarso l’osservazione (guardare come appare il paziente), la misurazione dei parametri vitali e la ricerca specifica di informazioni che possono derivare da un esame localizzato del distretto corporeo interessato dal sintomo principale.
Decisione di triage: si tratta di un processo molto complesso, in cui l’attribuzione del codice di priorità rappresenta solamente il primo passaggio. In questa fase, difatti, il triagista decide il percorso adeguato per il paziente, attiva le risorse necessarie da mettere in campo per fronteggiare alle situazioni che di volta in volta si presentano, eroga la prima assistenza e la pianifica per l’attesa del paziente e attua tutte le attività necessarie a ridurre il rischio derivante dal prolungarsi dell’attesa.
Commento (0)
Devi fare il login per lasciare un commento. Non sei iscritto ?