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Metodica di ventilazione NAVA
Nursind Toscana: allarme ospedali in emergenza
O lo ami o lo odi. L’esperienza del Cardarelli di Napoli
Emorragie e lesioni vascolari nelle sparatorie di massa pubbliche civili
Qualità della vita degli infermieri di terapia intensiva
(...)
Bonus e rotazione medici, il piano per i Pronto soccorso
Crisi PS, Piemonte gioca la carta dell'infermiere flussista
Presenza dei familiari durante la rianimazione cardiopolmonare
Codifica a colori per l’interpretazione dell’ECG
Rianimazione volemica con cristalloidi bilanciati rispetto a SF
Rischio di edema cerebrale dopo arresto cardiaco
Utilizzo della ketamina nel paziente con trauma cranico
Paziente settico, la gestione secondo le ultime Linee Guida
Carenza sanitari, i Pronto soccorso a rischio chiusura
Valutazione del dolore nel paziente adulto intubato e sedato
Sicurezza delle compressioni toraciche meccaniche e manuali
Impatto di composizione e velocità di somministrazione dei liquidi
Manovra di Valsalva modificata per il trattamento delle TSV
Sindrome da disfunzione multiorgano
PEA e asistolia in pazienti con arresto cardiaco intraospedaliero
Linee Guida ERC 2021
Igiene cavo orale nel paziente adulto in terapia intensiva
Intubazione di emergenza nel paziente Covid-19
Aumento del carico di lavoro infermieristico legato alla NIV
Ossigenoterapia conservativa in insufficienza respiratoria acuta
Posizionamento accesso venoso ecoguidato nel paziente prono
Proactive vascular access nell’emergenza Covid-19
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Gestione dei pazienti sospetti covid-19 in pronto soccorso
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Col termine Crisis Resource Management (CRM ) si intendono tutte quelle competenze non tecniche necessarie per un lavoro di squadra efficace in una situazione di crisi. Questo termine è stato coniato per la prima volta dall’aviazione commerciale statunitense ed è entrato nel mondo sanitario nel 1989, quando Gaba et al. adattarono il modello dell’aviazione alle situazioni di emergenza, dando così vita all’Anesthesia Crisis Resource Management (ACRM ).
Cos'è l'ACRM, Anesthesia Crisis Resource Management
Quando si lavora in situaizoni di emergenza è fondamentale saper lavorare bene in équipe
Quando si lavora in situazioni di emergenza la letteratura più volte ha descritto come il lavoro di équipe sia fondamentale per l’outcome del paziente e di come l’interazione tra tutti gli individui del gruppo debba essere preferita alla singolarità professionale.
Questa interazione è stata portata in ambito sanitario dall’aviazione civile e ha permesso, negli ultimi anni, di salvare numerose vite. Col termine Crisis Resource Management (CRM ) si intendono tutte quelle competenze non tecniche necessarie per un lavoro di squadra efficace in una situazione di crisi.
Questo termine è stato coniato per la prima volta dall’aviazione commerciale statunitense, la quale fu la prima ad utilizzare questa metodologia per l’addestramento dei piloti. Si era visto, difatti, che numerosi incidenti aerei avrebbero potuto essere evitati se in cabina fosse avvenuta una miglior comunicazione tra comandante e co-pilota, i quali erano chiamati ad una maggiore collaborazione tra loro rispetto a un rigido rispetto della gerarchia che spesso portava il secondo ufficiale a non comunicare col comandante per una sorta di timore reverenziale.
In ambito sanitario il CRM comparve per la prima volta nel 1989 quando Gaba et al. adattarono il modello dell’aviazione alle situazioni di emergenza, dando così vita all’Anesthesia Crisis Resource Management (ACRM ).
Questa metodologia è ad oggi diffusamente utilizzata nella pratica quotidiana e negli scenari simulati per prevenire gli errori e gestire correttamente il team che opera in urgenza, il quale spesso non si conosce in quanto i suoi componenti non sono abituati a lavorare assieme.
I punti chiave dell’ACRM
L’ACRM consta di 15 punti chiave che perseguono il comune obiettivo di coordinare, utilizzare ed applicare tutte le risorse disponibili per ottimizzare la sicurezza e i risultati nella cura al paziente.
Conoscere l’ambiente : significa non solo conoscere gli spazi dove ci si dovrà muovere, ma anche essere informati su quali sono i materiali e i dispositivi medici di cui si dispone e cui fare ricorso e su come essi funzionino. Il ventilatore polmonare, ad esempio, possiede delle caratteristiche comuni trasversali che però devono essere ricercate sul singolo modello. Oltre ai materiali, è necessario inoltre conoscere le risorse umane disponibili e i flussi organizzativi peculiari del setting in cui si opera.
Anticipare e pianificare : entrambe vengono utilizzate per ridurre la necessità di improvvisazione, eliminando dunque una parte di imprevisti che possono ostacolare l’assistenza rendendola potenzialmente ancor più concitata, confusa e stressante. Suddividere i ruoli prima ancora che il paziente arrivi all’attenzione dell’équipe di soccorso (che sia in intra o in extra ospedaliero) permette di ridurre al minimo le interruzioni per accordarsi sul “chi fa cosa” e garantisce al Team Leader più tempo e concentrazione da dedicare al paziente.
Non ritardare la chiamata dei soccorsi : chiamare tempestivamente un esperto qualora richiesto non è segno di debolezza, bensì di responsabilità verso il paziente. Alcune emergenze tempo dipendenti richiedono la tempestiva presa in carico specialistica per poter “aggredire” il paziente in poco tempo. Ad esempio, un paziente con edema della glottide di natura anafilattica avrà bisogno precocemente di una via aerea definitiva: ritardare l’intubazione può avere conseguenze fatali e/o richiedere la messa in atto di manovre invasive quando invece probabilmente era necessario allertare precocemente un endoscopista per evitare una cricotiroidotomia d’urgenza.
Esercitare la leadership e la followership : essere leader non significa sapere più degli altri, fare tutto da solo e sovrastare gli altri o imporre, ma coordinare gli operatori nei loro ruoli nell’intervento attraverso una comunicazione chiara ed efficace delle disposizioni. Viceversa, esercitare una buona followership significa, come membro del team, ascoltare il leader, eseguire le disposizioni date e fare in modo che il leader sia informato delle eventuali perplessità in merito alla linea d’azione. In questo modo il leader e i membri del team si supportano reciprocamente e ciò riduce notevolmente i livelli di ansia e stress nella gestione dell’emergenza.
Distribuire il carico di lavoro : permette di ridurre il sovraccarico fisico ed emotivo che può creare tensioni tra i membri. Inoltre, la distribuzione del carico di lavoro permette di evitare che il team viaggi a diverse velocità, creando in questo modo confusione e un minor controllo da parte del Team Leader.
Mobilizzare tutte le risorse disponibili : limita il carico di lavoro e permette di lavorare nelle migliori condizioni possibili, riducendo lo stress dovuto all’eccesso di pressione del tempo o alla mancanza di risorse giudicate indispensabili nell’emergenza. È direttamente collegato al punto numero 1, in quanto è necessario che il Team conosca approfonditamente tutte le risorse che ha a disposizione e che può chiamare in causa in caso di necessità (personale, apparecchiature, materiali, ecc.).
Comunicare in maniera efficace : la comunicazione nell’emergenza deve essere chiara, a ciclo chiuso e deve prevedere sempre feedback atti ad agevolare gli interlocutori, a impedire gli errori e il ritardo nel raggiungimento degli obiettivi prefissati. Non devono essere utilizzate frasi troppo lunghe e gli interlocutori devono parlarsi chiamandosi per nome e guardandosi negli occhi, in modo tale da essere sicuri di aver comunicato la cosa giusta alla persona giusta.
Usare tutte le informazioni disponibili : non accantonare a priori informazioni apparentemente non inerenti alla situazione di emergenza, in quanto talvolta è solamente la loro conoscenza che può favorirne la risoluzione.
Prevenire e gestire l’errore di fissazione : questa tipologia di errore interviene spesso nella gestione dell’emergenza e può essere classificato in tre forme: “Questo e solo questo è il problema”: non tenere in giusta considerazione la rara, ma corretta alternativa; “Il problema può essere tutto eccetto che questo”: escludere a priori la possibilità di tenere in considerazione un’alternativa; “Non esiste alcun problema”: non riconoscere il problema ed escludere di conseguenza la possibilità di agire.
Effettuare double-check incrociati : consiste nel costante controllo del proprio operato e di quello degli altri, consentendo in questo modo all’operatore di lavorare in regime di sicurezza, riducendo inoltre l’ansia di sbagliare e diminuendo anche la sensazione di pressione da controllo unilaterale.
Usare le risorse cognitive, strumentali e non : attingere a tutte le risorse di conoscenza disponibili come check-list per eseguire procedure , calcolatrici per calcolare dosaggi , linee guida da consultare per confermare una linea d’azione, applicazioni dedicate del cellulare rispetto ai farmaci da somministrare, prontuari, ecc. Questo non sminuisce le conoscenze dell’operatore (che non può essere onnisciente), ma altresì consente di agire con maggiore sicurezza e precisione.
Rivalutare continuamente : serve a individuare le variazioni cliniche importanti che subentrano nella situazione d’emergenza. Questo processo consente di essere sempre aggiornati sulle problematiche di maggior rilievo che di volta in volta si presentano e che richiedono una presa in carico da parte di tutto il team. In questo modo, è uno strumento di lavoro indispensabile per rimodulare continuamente il piano d’intervento stabilito.
Attuare un buon lavoro di squadra : permette di condividere ansie e preoccupazioni per gestire meglio la situazione dell’emergenza, così come di unire tutte le conoscenze derivanti da diverse aree di competenza per rispondere nel modo più completo e appropriato ai bisogni del paziente. È bene sottolineare come dietro ad ogni squadra c’è prima ancora il lavoro di costituzione del gruppo , dove gli individui che lo compongono mettono a disposizione parti di loro stessi rinunciando anche a qualcosa e acquisendone altre dalla vicinanza con l’altro.
Allocare saggiamente l’attenzione : concentrarsi sulle cose più importanti è un elemento determinate nella gestione dell’emergenza. L’operatore, pur ricevendo molteplici informazioni spesso in contemporanea, deve processarle rapidamente stabilendo le priorità in quanto non può eseguire più procedure contemporaneamente, ma solo in rapida sequenza. Questo riduce non solo la possibilità di errore, ma anche lo stress da pressione operativa.
Stabilire le priorità in maniera dinamica : “Ciò che era giusto fare prima potrebbe non esserlo ora e viceversa". Valutare dinamicamente le priorità aiuta l’operatore a non restare indietro di fronte all’evolversi nella situazione e gli permette di agire di conseguenza rispetto a “ciò che sta accadendo ora”.
Bibliografia
Cappello G., Giammona S., Lombardo R., Marchese F., Sabrina E., Colanino Z. Crisis Resource Management (CRM). Nurse Scienze, 2013 (24).
Gaba D.M., Fish K.J., Howard S.K. Crisis Management in Anesthesiology. New York: Churchill Livingstone, 1994
Rall M., Dieckmann P. Crisis Resource Management to Improve Patient Safety. Vienna: Euroanesthesia 2005: 107-112
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Doc Bones
1 commenti
CRM
#1
Ciao Giacomo, l'acronimo CRM nasce giustamente dal mondo dell'aviazione e sta esattamente per CREW RESOURCE MANAGEMENT e non per CRISIS...a dire il vero e uno strumeto da usare proprio per evitare la crisi e non durante la stessa. Il CRM quando implementato da tutti evita conflitti, malintesi ed è ciò che facciamo in aviazione dove l'unico modo di vivere, lavorare e portare a buon termine ogni missione. Ecco perché è di vitale importanza per noi, sia chi vola, gli utenti e certamente i sanitari ed i pazienti.
Ci tenevo a precisare quanto sopra e ringraziarti per il bell'articolo.
Roy Visona'
Paramedic-US Army
Pilota civile ed istruttore CRM & TEAMSTEPPS