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Palermo, nasce centro per combattere emergenza crack

di Redazione

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Fornire un sostegno concreto ai giovani che soffrono per la dipendenza da crack, con un assistenza h24 da parte di un'équipe multidisciplinare fatta da psicologi, infermieri, educatori sociosanitari, tecnici di riabilitazione psichiatrica, assistenti sociali, infermieri e operatori sociosanitari. Nasce con questi obiettivi a Palermo il Centro di pronta accoglienza per soggetti con dipendenza da sostanze. Un'iniziativa messa in atto dall'Azienda sanitaria provinciale e che prevede un finanziamento di un milione di euro da parte della Regione.

Regione Sicilia e Asp Palermo danno vita a struttura di assistenza

Un momento della conferenza stampa di presentazione del Centro di pronta accoglienza per soggetti con dipendenza da sostanze

Il Centro è stato presentato lunedì 20 novembre dal presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, dall'assessora alla Salute, Giovanna Volo, dal direttore del dipartimento per la Pianificazione strategica dell'assessorato alla Salute, Salvatore Iacolino, e dalla commissaria dell'Asp, Daniela Faraoni.

La struttura sorgerà nei locali del padiglione 13 della sede Asp di via La Loggia: gli operai sono già al lavoro per la ristrutturazione e l'adeguamento dei 700metri quadrati destinati alla nascita del Centro. I lavori sono costati 750mila euro, mentre altri 300mila euro serviranno per arredi e attrezzature.

Il Centro, che sarà pronto entro la fine del 2023, potrà ospitare anche le famiglie dei ragazzi in difficoltà, secondo un approccio nuovo al problema della dipendenza da droghe. Il costo complessivo del progetto è di oltre due milioni di euro per due anni.

Non potevamo rimanere fermi davanti a questa emergenza - ha affermato Schifani -. Abbiamo deciso, come governo regionale, di dare un segnale concreto contro un fenomeno che rischia di minare le basi di una corretta crescita dei nostri giovani. Si tratta di un fenomeno sociale devastante, che purtroppo colpisce soprattutto le fasce giovanili.

Sulla stessa lunghezza d'onda Volo: L'area della sanità non è riuscita a capire in tempo la reale gravità del fenomeno crack - ha spiegato -. Ci scusiamo con le famiglie dei giovani che hanno lottato contro questo problema.

Eravamo abituati ad altro genere di dipendenze, a lottare contro altre forme di sostanze. Questa particolare dipendenza, invece, richiede una serie di innovazioni nelle attività di assistenza - ha aggiunto Volo -. Sono felice perché questo esperimento di assistenza potrà essere replicato anche in altre realtà.

Il Centro non sarà un ospedale, ma un punto d'accoglienza h24, dove chi soffre della dipendenza da crack potrà essere accolto e seguito con un approccio ad hoc che non è quello del Pronto soccorso e che darà la possibilità, per i primi giorni, anche di ospitare le famiglie che vogliono rimanere accanto ai loro cari in difficoltà.

Saranno 24 gli operatori attivi a turno all'interno del Centro. Siamo in un momento di grande difficoltà rispetto a una platea molto giovane di ragazzi che soffrono di dipendenza da crack - ha sottolineato Faraoni -. Il progetto che presentiamo oggi rappresenta una risposta importante da parte del sistema sanitario che si prende carico di queste difficoltà. I giovani e le famiglie - ha concluso Faraoni - devono avere fiducia nella nostra organizzazione.

Nel corso della conferenza stampa a Palazzo d'Orleans c'è stato spazio per la testimonianza di Francesco Zavatteri, padre di un ragazzo ucciso dal crack: Giulio era un ragazzo straordinario - ha ricordato -, accettare la sua scomparsa è stato terribile. Per questo, dal giorno della sua morte, mi sono attivato per porre un argine importante a questo fenomeno gravissimo. Il crack è la nuova frontiera delle dipendenze, un mondo che nessuno conosceva. Non esistono terapie farmacologiche ad hoc e per chi entra in questo tunnel è difficile uscirne. Per combattere questo fenomeno - ha concluso Zavatteri - cittadini, istituzioni e scuola devono camminare insieme.

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