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Proposte Fnopi per riformare sistema emergenza urgenza

di Monica Vaccaretti

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I bisogni di salute della popolazione generale italiana sono notevolmente aumentati e non trovano sempre risposte efficienti nel servizio sanitario. La crescita dell'anzianità e della longevità delle persone ha determinato una maggiore morbilità verso la quale la professione infermieristica è responsabile di intervenire, anche in autonomia e con una grande capacità decisionale, per fornire risposte adeguate in vari setting assistenziali, garantendo i livelli essenziali. La progressiva diminuzione dei posti letto negli ospedali in seguito alla riorganizzazione del sistema ospedaliero e l'inadeguata implementazione delle strutture sanitarie territoriali ha aggravato la condizione del sistema pre-ospedaliero di emergenza che si ritrova a doversi fare carico anche delle mancate o scarse risposte sanitarie ricercate e/o ottenute dagli utenti in altri setting.

Riforma del sistema emergenza-urgenza secondo Fnopi

pronto soccorso

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Per la complessità e la vastità di tali bisogni si rende pertanto necessario attuare una riforma del sistema di emergenza-urgenza per rafforzarlo, affinché la risposta ai cittadini diventi più efficace e l'intervento sia più appropriato e competente nell'ambito dell'emergenza.

Il processo di miglioramento deve essere orientato a mettersi in linea con la realtà attuale, tenendo conto degli enormi sviluppi scientifici, tecnologici e professionali degli ultimi 30 anni. Seppur innovatore e all'avanguardia sin dal 1992, il modello di riferimento nazionale deve ancora diventare omogeneo su tutto il territorio italiano. Il primo passo per uniformare il sistema in tutto il Paese è innanzitutto l'implementazione del numero unico per le emergenze 112.

Secondo la Fnopi (per mezzo della voce del Consigliere nazionale Massimiliano Sciretti) il processo di riforma deve essere realizzato con una revisione normativa sia funzionale che organizzativa, rendendo ancora più forte l'integrazione tra il sistema di emergenza e la rete territoriale.

È necessario valorizzare e sistematizzare le innovazioni professionali ed organizzative degli ultimi anni, facendo riferimento a orientamenti internazionali e alle migliori evidenze scientifiche aggiornate. Occorre definire le direttrici fondamentali della riforma, partendo dalle realtà nazionali, nel rispetto di un lungo percorso partecipato e condiviso che ha portato alla stesura della Carta di Riva (20 settembre 2021) e del Manifesto di Firenze per l'area dell'Emergenza-Urgenza (marzo 2023).

Da un'indagine conoscitiva condotta dalla XII Commissione Affari Sociali sull'attuale situazione della medicina d'emergenza-urgenza e dei Pronto soccorso in Italia, emerge chiaramente che in tali contesti i complessi bisogni di salute dei cittadini richiedono risposte adeguate e differenziate in base al livello di complessità della richiesta di soccorso.

Risulta che, a seconda della situazione, la capacità di risposta dipende soprattutto dalle competenze acquisite dal singolo professionista sanitario, che vengono espresse pienamente se è stata conseguita una specifica specializzazione. Tali competenze individuali si rafforzano se, con un approccio multi disciplinare, vengono indirizzate nel lavoro del team del soccorso.

Secondo l'analisi condotta sul sistema emergenza-urgenza, l'organizzazione si deve differenziare per raggiungere alti livelli di efficacia nel soccorso di base, sul mezzo di soccorso avanzato a gestione infermieristica che agisce mediante PDTA e algoritmi di trattamento validati, nel soccorso con un team multidisciplinare.

Il personale infermieristico che opera nel sistema di emergenza deve acquisire una specifica formazione mediante percorsi universitari dopo la laurea di base. In attesa dell'istituzione di un corso di una laurea magistrale dedicato, si può organizzare un percorso formativo regionale certificato, ha sottolineato il Consigliere Fnopi, intervenuto alla Commissione Affari sociali della Camera.

Sotto il profilo organizzativo, la Fnopi ritiene inoltre opportuno istituire un Centro Nazionale di Coordinamento, una struttura inquadrata nel Ministero della Salute che avrebbe la funzione di raccordo tra il sistema pre-ospedaliero di emergenza e il sistema ospedaliero. Con l'obiettivo di omogeneizzare entrambi i sistemi di risposta ai bisogni dei cittadini attraverso modelli organizzativi orientati all'efficacia e all'efficienza diffusa, tale Centro promuoverebbe una maggiore integrazione tra le due realtà assistenziali favorendo altresì lo sviluppo e il mantenimento delle competenze dei professionisti che vi operano.

Al fine di arginare il fenomeno dell'overcrowding ossia del sovraffollamento in Pronto soccorso, la Fnopi ribadisce quanto sia fondamentale implementare la figura dell'infermiere di famiglia e di comunità per sviluppare l'assistenza territoriale integrandola con la rete sociosanitaria. Per risolvere invece il fenomeno del boarding – l'accumulo di pazienti in Pronto soccorso che hanno già completato il percorso assistenziale ma che per varie cause non possono essere dimessi – la Fnopi propone di migliorare i modelli organizzativi dei percorsi a gestione infermieristica, il “see and treat” e “fast track”, per i codici a bassa e media complessità assistenziale.

Per ridurre i tempi e migliorare l'appropriatezza clinica ed organizzativa, sarebbe utile inoltre avviare percorsi diagnostico-terapeutici sulla base di protocolli condivisi. Per ottimizzare la gestione dei ricoveri e dei posti letto riducendo la permanenza in ospedale nel rispetto dei tempi stabiliti dai DRG, è necessario implementare il modello gestionale del bed management.

E se la dimissione risulta difficile nei casi di maggiore fragilità del paziente è fondamentale sviluppare ed adottare le COT, come già previsto dal decreto ministeriale 77/2022 per favorire l'integrazione socio-sanitaria tra l'ospedale e il territorio e migliorare i risultati attesi. Le Centrali Operative Territoriali possono fare la differenza nella presa in carico della persona che dall'ospedale, ritornando in comunità, viene affidata alla cura nel territorio. La COT, che è raccordo importante tra servizi e professionisti di vari setting, dialoga anche con la rete complessa dell'emergenza-urgenza.

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