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Umorismo in sanità, un cuore allegro è una buona medicina

di Roberto Petrini

L’umorismo è una medicina dall’azione trasversale. Il ridere è nel nostro corredo genetico e la sua funzione è di predisporci verso la costruzione e il mantenimento di relazioni sociali (ridere con te), ma anche quella di stabilire gerarchie (deridere) o superare determinate circostanze (sorriso fittizio). E in ambito di cura? Che ruolo può avere l’umorismo nei contesti assistenziali?

Il ruolo della risata in sanità

umorismo ridere

La risata è un comportamento istintivo (anche i bambini nati sordo-ciechi, ad esempio, ridono appropriatamente senza aver mai percepito la risata di altre persone) programmato dai nostri geni, con cui emettiamo suoni e rumori, facciamo movimenti ed esprimiamo sentimenti.

Il sorriso è una parte integrante della mimica della felicità, ma si può usare anche per mascherare altre emozioni, persino quelle sgradevoli.

Non sempre il ridere è al servizio del gioco sociale; esiste anche una forma aggressiva di umorismo, ovvero la derisione (il ridere di) dove spesso la persona irrisa si sente umiliata e svalutata, mentre chi ride si pone a un livello di superiorità (si sente sicuro e padrone della situazione ed esce dal confronto con una sensazione di vittoria).

L’umorismo ci permette una visione realistica della realtà e allo stesso tempo una presa di distanza da essa, consentendoci di vedere anche un lato positivo e divertente; è quindi un meccanismo di difesa altamente adattivo.Il bravo umorista, come il saggio e l’artista, è in grado di percepire, pensare e vedere almeno in due prospettive diverse che di solito sono incompatibili, in maniera congrua e coerente (Koestler, 1964). La sorpresa e la ricostruzione della coerenza da due parti in apparenza discrepanti generano spesso stupore e divertimento, ma soprattutto una nuova idea. Un atto creativo in piena regola!

Essere giocosi e ridere con, cioè ridere insieme, senza prevaricazione di uno sull’altro, può rappresentare un’efficace tecnica di problem solving. La comicità può essere usata per salvare la faccia (posso ritrattare), oppure per comunicare dissenso o contrarietà senza irrigidire i rapporti personali (per facilitare una mediazione), ma anche al servizio del gruppo di appartenenza (deridiamo i membri esterni e contemporaneamente prescriviamo quale condotta è accettata nel nostro gruppo), nella coppia per rafforzare il legame.

L’umorismo aumenta la sensazione di “mastery” (padronanza, controllo), poiché la situazione ridefinita in chiave ironica è meno minacciosa e maggiormente affrontabile. Si può usare la comicità per attivare una relazione cooperativa, ma attenzione! Non siate né cinici né troppo critici e non usatela al posto di altre strategie di coping più adeguate e costruttive. Se scegliete di impiegare l’umorismo, usatelo con cautela, cercando sempre di comunicare attenzione per le problematiche del paziente o del collega; se usato in maniera impropria, infatti, può far sentire l’altro non preso sul serio, non ascoltato, non capito e, quindi, trascurato.

L’umorismo va usato in maniera strategica e consapevole

L’umorismo ci informa sulla qualità della nostra relazione con l’altro. Le battute del paziente o del collega ci comunicano informazioni su di lui (paure, credenze patogene, atteggiamenti, pensieri). Si può usare il motto di spirito per mettere in discussione i pensieri irrazionali e catastrofici del paziente o del collega, così da fornire un modo altro di vedere il problema.

Occorre saper individuare il giusto timing: praticate l’umorismo quando avete la percezione che il paziente sia su un piano di predisposizione al gioco, ma prestate più attenzione se il paziente è preoccupato o adirato.

Un cuore allegro è una buona medicina, mentre un’anima sofferente secca le ossa” (Bibbia, proverbi, 17, 22)

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