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Acido tranexamico in trauma cranico acuto: lo studio CRASH-3

di Giacomo Sebastiano Canova

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L'acido tranexamico è utilizzato per ridurre il sanguinamento chirurgico ed è stato dimostrato che diminuisce la mortalità nei pazienti con sanguinamento extracranico traumatico. Tuttavia, nei pazienti con trauma cranico il sanguinamento intracranico è comune dopo una lesione cerebrale traumatica e può causare ernia cerebrale e morte. Per questo motivo è stato da poco pubblicato lo studio CRASH-3, il quale ha indagato gli effetti dell'acido tranexamico su morte, disabilità, eventi occlusivi vascolari e altre morbilità nei pazienti con trauma cranico acuto.

Effetti acido tranexamico in trauma cranico acuto: lo studio CRASH-3

Ogni anno in tutto il mondo si verificano oltre 60 milioni di nuovi casi di trauma cranico, causati per lo più da incidenti stradali e cadute. La complicanza più comune derivante dal trauma cranico è rappresentata dal sanguinamento intracranico, il quale aumenta il rischio di morte e disabilità.

Sebbene l'emorragia possa iniziare dal momento dell'impatto, spesso continua per diverse ore dopo lo stesso, portando ad un aumento della pressione intracranica, ernia cerebrale e morte.

Uno dei farmaci maggiormente utilizzati per arrestare un sanguinamento attivo è l'acido tranexamico, il quale inibisce la disgregazione enzimatica dei coaguli di sangue di fibrina (fibrinolisi).

Studi precedenti sull’acido tranexamico

Questa molecola era già stata studiata dallo studio CRASH-2, il quale aveva dimostrato che nei pazienti vittime di trauma con sanguinamento extracranico maggiore la somministrazione precoce (entro 3 ore dalla lesione) di acido tranexamico fosse in grado di ridurre i decessi per sanguinamento di un terzo.

Studi successivi avevano dimostrato che anche un breve ritardo nel trattamento riducesse il beneficio della somministrazione di acido tranexamico e, sulla base di questi risultati, l'acido tranexamico è stato incluso nelle linee guida per l'assistenza pre-ospedaliera dei pazienti con trauma, sebbene i pazienti con trauma cranico isolato fossero specificamente esclusi.

Tuttavia, un aumento della fibrinolisi è spesso osservato nei pazienti con trauma cranico e comporta l'espansione dell'emorragia intracranica. Pertanto, la somministrazione precoce di acido tranexamico in questa particolare categoria di pazienti potrebbe prevenire o ridurre l'espansione dell'emorragia intracranica e quindi evitare il processo di erniazione e la morte cerebrale.

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