Trauma penetrante
Il trauma cranico penetrante rappresenta una lesione gravissima e spesso mortale nell’immediato o nel breve/medio termine. Inoltre, nei pazienti sopravvissuti sono descritte importanti sequele neurologiche.
Gestione del trauma cranico penetrante
Nel caso di un trauma penetrante del cranio, risulta di fondamentale importanza eseguire un esame TAC; le radiografie del cranio possono essere utili per valutare la traiettoria e la frammentazione di un proiettile, la presenza di grossolani corpi estranei e di pneumoencefalo.
Tuttavia, se la TAC è disponibile, le radiografie non sono necessarie. Inoltre, in ogni lesione cerebrale penetrante oppure qualora la traiettoria attraversi la base cranica o sia in prossimità di un seno venoso durale, è utile effettuare uno studio angiografico o angioTAC, volto a verificare lo stato dei principali vasi intracranici.
Questa metodica diagnostica va utilizzata anche nel caso in cui si evidenzi alla TAC la presenza di emorragia subaracnoidea o di un ematoma a sviluppo tardivo. Sempre in riferimento alla diagnostica, i pazienti con lesioni penetranti della zona orbito-facciale o pterica (sutura temporale dello sfenoide) devono essere sottoposti ad arteriografia per identificare la presenza di un aneurisma intracranico post-traumatico o di una fistola arterovenosa; in entrambi i casi, da un punto di vista di trattamento, è indicato un approccio chirurgico o endovascolare.
La risonanza magnetica può giocare un ruolo importante nella valutazione dei traumi penetranti; tuttavia possiede dei forti limiti in quanto la durata dell’esame è lungo e possono essere valutate esclusivamente lesioni penetranti causate da frammenti di legno o da altri materiali non magnetici.
Da un punto di vista prognostico, infine, il reperto TAC di vaste contusioni, ematomi o emorragia intraventricolare è associato ad un incremento di mortalità, soprattutto quando siano coinvolti entrambi gli emisferi.
Come si tratta un trauma cranico penetrante
In riferimento al trattamento del paziente con trauma cranico penetrante, uno dei primi passaggi da compiere è la somministrazione di antibioticoprofilassi con farmaci ad ampio spettro.
Oltre a ciò, è raccomandato il monitoraggio precoce della PIC qualora sia clinicamente impossibile determinare con accuratezza lo stato neurologico, non sia chiara l’indicazione chirurgica in caso di ematoma oppure le indagini diagnostiche suggeriscano una PIC elevata.
Nel caso in cui il cuoio capelluto sia ancora vitale e in assenza di problematiche intracraniche maggiori è possibile trattare piccoli fori di ingresso a livello del capo con medicazione e sutura.
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