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Emergenza-Urgenza

Video in diretta dagli smartphone al dispatcher migliora RCP

di Giacomo Sebastiano Canova

Extraospedaliera

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La rianimazione cardiopolmonare assistita dal dispatcher aumenta il tasso complessivo di erogazione della rianimazione cardiopolmonare da parte degli astanti e migliora la sopravvivenza dall’arresto cardiaco extraospedaliero. In questo senso, i progressi tecnologici hanno fatto sì che si stia diffondendo la possibilità da parte del dispatcher di accedere alle immagini dell’evento attraverso il cellulare di chi sta chiamando, permettendo così di guidare al meglio le manovre di rianimazione cardiopolmonare.

Diretta video degli astanti per migliorare rianimazione cardiopolmonare

La rianimazione cardiopolmonare guidata dal dispatcher attraverso le istruzioni pre-arrivo è attualmente erogata in quasi tutti i contesti di emergenza attraverso una chiamata telefonica standard che avviene tra il chiamante e l’operatore di centrale operativa. In questo senso, alcune analisi delle registrazioni a circuito chiuso effettuate dal luogo dell’arresto cardiaco extraospedaliero hanno mostrato una sostanziale differenza tra ciò che il dispatcher pensava stesse accadendo e ciò che effettivamente accadeva.

Il progresso tecnologico dei cellulari ha fatto sì che attualmente siano ampiamente diffusi i sistemi che consentono le videochiamate o le trasmissioni video in diretta, il che si traduce nel fatto che i dispatcher possono guidare gli astanti mentre osservano a distanza la scena.

Per analizzare gli effetti delle istruzioni pre-arrivo guidate dalle immagini in tempo reale è stato condotto uno studio a Seoul, dove questa pratica è già in adozione. Questo primo studio ha mostrato come gli esiti dei pazienti siano migliori nel gruppo guidato con istruzioni video rispetto a quello con istruzioni audio. Tuttavia, aggiustato per l’età dei pazienti, la posizione e se l’arresto cardiaco è stato assistito da astanti, non vi era alcuna differenza statisticamente significativa. Inoltre, nessuno studio aveva esaminato se le istruzioni pre-arrivo video-istruite fossero in grado migliorare la qualità della rianimazione cardiopolmonare in situazioni reali di arresto cardiaco extraospedaliero.

Per questi motivi alcuni ricercatori hanno condotto uno studio volto a indagare se lo streaming live utilizzando lo smartphone di un astante al dispatcher sia in grado migliorare la qualità della rianimazione cardiopolmonare degli astanti nei casi reali di arresto cardiaco extraospedaliero e il risultato primario era rappresentato dal miglioramento delle compressioni (posizione della mano, frequenza di compressione, profondità di compressione, rinculo del torace e se le braccia erano allungate). I ricercatori hanno anche analizzato la riduzione del tempo libero da compressioni, la qualità delle ventilazioni e la guida all’utilizzo del defibrillatore automatico esterno.

Lo studio in questione è stato condotto presso il Copenaghen Emergency Medical Services in Danimarca, che copre un’area di 2.559 km2 con circa 1,8 milioni di abitanti. Da giugno 2019, tutti gli operatori sanitari sono stati in grado di aggiungere la possibilità di riprodurre un video in diretta assieme alla chiamata di emergenza, attraverso un collegamento tramite messaggio di testo inviato allo smartphone del chiamante utilizzando la piattaforma preospedaliera GoodSAM® Platform Instant-on-scene.

Dopo la conferma da parte dell’astante, lo smartphone iniziava automaticamente a trasmettere un flusso video in diretta sicuro dalla scena dell’emergenza al personale sanitario, mentre la chiamata audio proseguiva. La funzione vivavoce deve essere attivata se lo stesso telefono viene utilizzato per la chiamata di emergenza e la trasmissione del video in diretta.

I dati sulla rianimazione cardiopolmonare sono stati ottenuti da 52 video, in cui 90 astanti hanno eseguito le compressioni toraciche con un flusso video in diretta. Tredici casi sono stati esclusi in quanto il paziente era vivo e la rianimazione è terminata prima dell’avvio dello streaming, mentre in quattro casi sono emersi segni di morte certa.

Tra i 90 astanti inclusi erano presenti quattro casi di arresto cardiaco extraospedaliero in cui la rianimazione è stata iniziata dopo l’inizio della trasmissione video. Sei astanti hanno inoltre manifestato segni di vita dal paziente con arresto cardiaco durante la RCP e cinque pazienti hanno iniziato a muoversi, mentre un paziente aveva gli occhi aperti e tre pazienti emettevano suoni. La respirazione agonica era presente in 14 pazienti (26,9%) durante il video. La maggior parte degli arresti cardiaci è stata di presunta eziologia medica e sono avvenuti in un luogo pubblico nel 57,7% dei casi. Gli astanti hanno avviato le manovre rianimatorie nella metà dei casi prima di qualsiasi guida da parte del personale medico.

La posizione delle mani era corretta per 50 (55,6%) degli astanti, il tasso di compressione era corretto per 45 (50,0%) e la profondità di compressione era corretta per 19 (21,1%) prima che iniziassero ad essere trasmesse le istruzioni pre-arrivo attraverso l’utilizzo del video. Una volta avviate le istruzioni video, la rianimazione è stata corretta o migliorata in 73 casi (81,1%) per la posizione della mano, 70 (77,7%) per la frequenza delle compressioni e 53 (58,9%) per la profondità delle compressioni.

La valutazione soggettiva della qualità della rianimazione è migliorata dopo l’avvio delle istruzioni video-assistite per il 60,5% (IC 95%, 43,4-76,0) degli astanti con una posizione errata della mano, il 75,0% (IC 95%, 57,8-87,9) degli astanti con una frequenza errata e 57,9% (IC 95%, 44,0-70,9) con profondità di compressione errata. In un caso, la frequenza delle compressioni era troppo elevata dopo le correzioni mediante istruzioni video. La correzione del rilascio non è stata eseguita per 21 astanti che si appoggiavano al torace ma non lo sollevavano adeguatamente tra le compressioni.

Il tempo in assenza di rianimazione è stato ridotto al minimo per 34 (38%) astanti e la ventilazione è stata eseguita in 25 casi di arresto cardiaco extraospedaliero (48%), anche se è stata valutata solo per sei astanti. In questo senso, era difficile valutare se il torace si fosse sollevato durante un respiro di soccorso.

Gli odds ratio per una buona RCP (corretta o migliorata) dopo le istruzioni tramite video hanno raggiunto la significatività statistica per la posizione della mano, il tasso di compressione, la profondità della compressione e se l’astante che eseguiva la rianimazione aveva le braccia allungate.

In tutti i parametri di raccolta per la compressione effettuata dagli astanti (n=69; posizione della mano, frequenza, profondità e rilascio), 8 (11,6%) erano corretti prima dell’avvio del video rispetto a 30 (43,5%) dopo. Nessuno degli astanti si è comportato in modo insufficiente su tutti i parametri dopo l’erogazione delle istruzioni pre-arrivo attraverso il video.

Inoltre, dallo studio è emerso come 18 passanti (20,0%) si sono fermati perché è stata fornita una rianimazione insufficiente e un altro astante è subentrato nelle manovre. Infine, in 23 casi di arresto cardiaco è arrivato sul posto un defibrillatore prima dell’ambulanza. Venti astanti hanno utilizzato un DAE con metronomo, ma due di questi non lo hanno seguito e hanno erogato le compressioni troppo veloci. In due casi, inoltre, il dispatcher ha spiegato come utilizzare il defibrillatore e in altri due il defibrillatore non è stato utilizzato prima dell’arrivo dell’ambulanza.

L’avvio di un video in diretta dagli smartphone al dispatcher, quindi, è una nuova area per un potenziale miglioramento della rianimazione cardiopolmonare effettuata da parte degli astanti.

In questo studio esplorativo è stato scoperto che lo streaming video in diretta per gli operatori sanitari era fattibile e che i dispatcher erano in grado di guidare gli astanti fornendo una rianimazione che fosse associata a un miglioramento valutato soggettivamente della posizione delle mani, del tasso di compressione, della profondità di compressione e delle braccia rigide degli astanti.

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