Il lavaggio vescicale consiste nell’introduzione - attraverso un catetere - di una soluzione fisiologica sterile o di un farmaco nella vescica, grazie all’ausilio di una siringa (in genere da 50-60 ml) o di una sacca da perfusione. La quantità di soluzione da infondere va dai 150 ai 300 ml circa, ma può variare anche in base al calibro del catetere e alle dimensioni della vescica. Il liquido infuso viene poi lasciato in vescica per un tempo prestabilito, prima di essere evacuato sempre attraverso il catetere, con una siringa e/o attraverso la minzione. La procedura può essere ripetuta diverse volte e con diverse tempistiche, in base alla quantità di liquido di lavaggio stabilita e alla motivazione per cui il lavaggio viene eseguito.
Preventivo: si utilizza per l’iniezione di farmaci chiemioterapici o farmaci antinfiammatori, con l’obiettivo di evitare recidive tumorali o prevenire stati infiammatori della vescica come la cistite. Il lavaggio con soluzione fisiologica viene utilizzato invece per prevenire l’eventuale accumulo - dopo interventi chirurgici alla prostata, ai reni o alla vescica - di sedimenti urinari e/o di coaguli di sangue nel catetere o nella vescica. L’obiettivo è quello di evitare che l’ostruzione impedisca alle urine di defluire, favorendo la ritenzione urinaria e/o l’insorgenza di infezioni
Diagnostico: si può utilizzare, ad esempio, per eseguire un esame citologico delle urine ed evidenziare precocemente l’eventuale presenza di cellule tumorali nella vescica
Terapeutico: si utilizza per l’introduzione di antibiotici in caso di infezioni ricorrenti del tratto urinario, chemioterapici per i tumori vescicali, farmaci emostatici in caso di ematuria persistente, etc. Il lavaggio con soluzione fisiologica invece, oltre che a scopo preventivo, può essere effettuato anche a scopo terapeutico, per rimuovere l’accumulo di sedimenti urinari e/o di coaguli di sangue già presenti nel catetere o nella vescica
Riabilitativo: il lavaggio vescicale viene utilizzato anche per la ginnastica vescicale, nonostante da diversi anni ci siano indicazioni a non effettuare questa pratica, in quanto inutile e dannosa.
Tipi di lavaggio vescicale
In letteratura sono riportati diversi tipi di lavaggio vescicale:
Continuo (Continuous Bladder Irrigation)
Si effettua per mantenere pervio il catetere dopo interventi di chirurgia urologica, così da evitare le complicanze associate alla ritenzione urinaria da coaguli o da sedimento urinario. Per l’irrigazione continua si ricorre in genere all’utilizzo di un catetere vescicale (in genere con un diametro di 22 o 24 French) a 3 vie, così da effettuare il lavaggio vescicale senza disconnettere il catetere dalla sacca di raccolta. La“chiusura” del sistema di drenaggio non viene così compromessa e si riduce di conseguenza la possibile insorgenza di infezioni
Intermittente (Bladder Washout)
Nella pratica clinica viene raccomandato per prevenire o trattare in modo estemporaneo (in aggiunta al lavaggio continuo) le ostruzioni del catetere dovute a coaguli o incrostazioni. L’occlusione del catetere, infatti, può verificarsi nonostante l’irrigazione continua
Instillazione vescicale (Bladder Instillation)
È caratterizzata da una lenta introduzione di un farmaco a scopo terapeutico
Controversie sull’utilizzo del lavaggio vescicale
Il lavaggio della vescica è ancora ampiamente utilizzato nel trattamento delle infezioni urinarie associate a catetere, tuttavia la sua reale efficacia rimane oggetto di dibattito.
Alcuni studi hanno infatti dimostrato la scarsa o nulla efficacia di questa pratica nella prevenzione o nel trattamento della maggior parte delle infezioni urinarie. Aggiungendo, al contrario, come il lavaggio vescicale potrebbe addirittura favorire la colonizzazione batterica dell’intero tratto urinario.
Altri studi sostengono che l’efficacia del lavaggio vescicale nella prevenzione delle infezioni sia limitata solo alle cateterizzazioni a breve termine. Mentre secondo l’European Association of Urology Nurses (EAUN) il lavaggio vescicale sarebbe utile solo per mantenere la pervietà del catetere.
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