L'urinocoltura, o esame colturale delle urine, è un esame di laboratorio utile alla ricerca di batteri e altri microrganismi potenzialmente patogeni nelle urine del paziente.
In abbinamento a questa ricerca, viene richiesto l'antibiogramma, ovvero un esame eseguito in vitro effettuato sul microrganismo patogeno che permette di stabilire se esso sia sensibile ad un determinato antibiotico.
Che cos'è l'urinocoltura e perché si esegue?
Risulta quindi chiaro come l'urinocoltura rappresenti lo strumento principe nell'iter diagnostico di infezione delle vie urinarie. Grazie all'identificazione della specie di microrganismo responsabile dell'infezione e al successivo risultato dell'antibiogramma, permette infatti al medico di impostare la terapia antibiotica più efficace.
La raccomandazione fondamentale per la buona riuscita del prelievo è incentrata sul mantenimento di una carica batterica dell'urina "pura", ovvero che rispecchi la situazione microbica reale della vescica e non sia influenzata da microrganismi afferenti al campione per errori di attuazione della procedura.
Errori procedurali potrebbero quindi causare una rilevazione falsata con relativa terapia antibiotica non mirata e potenzialmente dannosa, soprattutto in un contesto di politiche sanitarie sempre più attento alla prevenzione delle farmacoresistenze e dell'appropriatezza dell'intervento farmacologico.
Urinocoltura: procedura da paziente privo di catetere vescicale
Il prelievo del campione di urina per esame colturale sul paziente senza catetere vescicale deve avvenire secondo la seguente check list:
informare il paziente, lavarsi le mani ed indossare guanti puliti monouso. È consigliabile che il prelievo avvenga al mattino o comunque dopo che l'urina abbia riposato in vescica per diverse ore. È inoltre una condizione preferibile che il paziente non sia sotto cura antibiotica o chemioterapica (per ovvie ragioni, questo non sempre può essere garantito);
eseguire una corretta igiene dei genitali esterni e della zona perineale, al fine di non raccogliere accidentalmente microrganismi esterni con il campione;
aprire il barattolo di raccolta, facendo attenzione a garantire la sterilità della camera interna;
far procedere con l'eliminazione urinaria, prestando attenzione a non raccogliere le prime urine. Questo a causa del lavaggio che esse effettuano sul tratto urinario, con conseguente trasporto di secrezioni che possono alterare il campione;
una volta raccolto il mitto intermedio, chiudere il contenitore;
in caso il barattolo si sia bagnato esternamente, procedere alla pulizia e disinfezione;
seguendo le disposizioni aziendali, applicare l'etichetta con i dati del paziente e inviarlo al laboratorio. Qualora un invio rapido non fosse possibile, conservare il campione a circa 4° C, per un massimo di 2 ore;
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