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Rilevazione del polso arterioso

di Giacomo Sebastiano Canova

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Il termine “polso” è utilizzato per descrivere la frequenza, il ritmo e la forza del battito cardiaco rilevabile in zone centrali o periferiche; esso è l'espressione di un'onda sanguigna, sfigmica, creata dalla contrazione del ventricolo sinistro del cuore. Generalmente tale onda rappresenta il volume di eiezione espulso ad ogni contrazione cardiaca ed è funzione della capacità di adattamento o compliance delle arterie.

Le caratteristiche del polso arterioso

Il polso arterioso può essere definito come l’urto dell’onda sistolica nelle arterie determinato dal movimento di dilatazione e ritorno alla posizione normale della parete del vaso.

La pulsazione apprezzabile alla palpazione delle arterie periferiche rappresenta l’impulso trasmesso al flusso sanguigno dalla eiezione del sangue nell’aorta durante la sistole (60-80 ml circa).

Tale pulsazione viene avvertita con facilità in corrispondenza delle arterie superficiali che poggiano su un piano osseo o muscolare contro il quale è possibile esercitare una resistenza.

I fattori responsabili dell’esistenza del polso e della sua rilevabilità al tatto sono fondamentalmente due: l’intermittente eiezione di sangue da parte del cuore all’aorta e l’elasticità delle pareti dei vasi arteriosi.

Le caratteristiche che devono essere rilevate quando si valuta il polso arterioso sono tre: frequenza, ritmo e qualità.

La frequenza del polso arterioso

La frequenza cardiaca (FC) è data dal numero di battiti o onde sfigmiche al minuto.

Il valore considerato normale nell’adulto sano a riposo è compreso tra 60 e 85 battiti cardiaci al minuto. In questo, va tenuto in considerazione come i valori normali varino con l’età, l’allenamento allo sforzo fisico, la postura, le emozioni, i pasti, l’assunzione di stimolanti e nella gravidanza.

Quando il numero dei battiti è al di sotto di 60 si parla di bradicardia, mentre quando il numero dei battiti superiore a 100 si parla di tachicardia.

Il ritmo del polso arterioso

Il ritmo è l’intervallo che si realizza tra due pulsazioni che hanno uguale forza, ampiezza e durata; viene difatti definito come la cadenza dei battiti.

Se i battiti avvengono ad intervalli regolari il ritmo è regolare, mentre se avvengono ad intervalli irregolari si parla di aritmia. In riferimento a ciò va considerato come normalità, soprattutto nell’infanzia e nei giovani, il fatto che la sequenza delle pulsazioni cambi, ovvero che la frequenza sia maggiore durante l’inspirazione e minore nell’espirazione (aritmia respiratoria o sinusale). Un’assoluta irregolarità del ritmo, invece, è generalmente espressione di fibrillazione atriale.

Nel momento in cui si dovesse rilevare un polso aritmico va tenuta in considerazione l’utilizzo del metodo auscultatorio per valutare la frequenza del polso apicale.

La qualità del polso arterioso

Per qualità del polso solitamente ci si riferisce alla forza della pulsazione, ovvero alla pressione della pulsazione percepita dal dito del rilevatore. La qualità normale del polso è descritta come polso pieno e facilmente palpabile (o forte) e riflette la forza di contrazione del cuore, il volume di eiezione, l’elasticità delle arterie e la massa di sangue circolante. Al contrario, viene definito come debole se percepito come piccolo e filiforme.

In rapporto alla quantità di sangue che il cuore eietta nelle arterie ad ogni sistole, si può parlare di polso ampio (dovuto, ad esempio, ad attività fisica e emozioni, oppure in caso di febbre o ipertrofia ventricolare), polso piccolo (emorragie, anemie) o polso filiforme (collasso cardiocircolatorio, shock).

Questa classificazione si riferisce in senso lato all’ampiezza del polso, ovvero al grado di escursione sfigmica della parete del vaso, la quale dipende dall’elasticità dello stesso e dalla forza della sistole del ventricolo sinistro.

In rapporto alle pressioni esistenti nell’arteria e all’elasticità della stessa, si può definire il polso duro in caso di pressioni elevate o rigidità delle pareti delle arterie (ipertensione, arteriosclerosi), in quanto il vaso palpato è di più difficile compressione.

Nei bambini e nei soggetti con bassa pressione arteriosa si parla invece di polso molle, ovvero facilmente comprimibile.

In base alla durata, definita come il tempo utilizzato dalla parete vasale per dilatarsi e retrarsi, si distinguono il polso tardo, se la durata dell’onda sfigmica è prolungata, e il polso celere, nel caso contrario in cui sia breve.

È importante, nella valutazione dei polsi periferici, che essi siano palpati bilateralmente per confrontarne la qualità. L’uguaglianza delle pulsazioni fornisce informazioni sul flusso ematico locale: un’occlusione di un’arteria comporterebbe polsi deboli o assenti rispetto ai controlaterali.

I fattori che influenzano il polso arterioso

Sono diversi i fattori che influenzano le caratteristiche del polso e la loro conoscenza permette di distinguere una situazione fisiologica da una patologica.

Fattori che influenzano il polso arterioso Motivazione
Età Nei neonati la frequenza cardiaca è notevolmente più elevata (100-160 bpm) rispetto a quella degli adulti (60–80 bpm)
Esercizio fisico Nel breve termine comporta un aumento della frequenza, mentre fa sì che essa diminuisca a riposo e che il soggetto allenato presenti valori più bassi rispetto alla popolazione normale
Postura La posizione ortostatica comporta una frequenza più elevata rispetto a quella clinostatica
Stress dolore e ansia possono aumentare la frequenza in quanto si verifica una stimolazione del sistema nervoso simpatico
Sostanze stimolanti Abuso di caffè, alcool e tabacco possono aumentare la frequenza per stimolazione del sistema nervoso simpatico
Emorragia In acuto, la riduzione del volume ematico comporta un aumento della frequenza in quanto si verifica una stimolazione del sistema nervoso simpatico per compensare e cercare di ripristinare una corretta ossigenazione dei tessuti
Febbre Nei rialzi febbrili si manifesta un aumento di 8-10 battiti cardiaci ogni grado di temperatura febbrile. In caso di tifo, meningiti o ipertensione endocranica si può però avere una bradicardia relativa, nel senso che l’aumento della frequenza è minore di quanto dovrebbe essere in rapporto al rialzo febbrile. Al contrario, in caso di ipotermia si verifica una riduzione della frequenza
Farmaci Digitale, betabloccanti, calcioantagonisti o altri farmaci ad azione cardiaca possono ridurre la frequenza, mentre altri come i diuretici (che riducono il volume intravascolare) possono aumentarla
Patologie Mentre alcune causano aumento della frequenza (scompenso cardiaco, anemia, ipertiroidismo, collasso cardiocircolatorio, asma, patologia polmonare ostruttiva cronica) altre ne causano una riduzione (blocco atrio-ventricolare). In alcuni casi la bradicardia può essere “falsa”, come nelle fibrillazioni atriali o in presenza di extrasistoli

I metodi per la rilevazione del polso arterioso

I metodi più utilizzati per la rilevazione del polso arterioso sono fondamentalmente due:

  1. Palpatorio: viene utilizzato per la rilevazione dei polsi periferici e consiste nell’uso delle dita per esaminare o rilevare alcune regioni del corpo. Il polso viene palpato con tre dita (indice, medio e anulare) esercitando una moderata pressione sulla sede di rilevazione dove la pulsazione risulta più forte. Se il polso è ritmico, il numero delle pulsazioni viene contato per 30 secondi e moltiplicato per due, mentre se è aritmico il numero di pulsazioni vanno contate per un minuto intero. Nel conteggio, il battito iniziale va contato come zero. Quando si utilizza questo metodo è importante che non sia utilizzato il pollice per la valutazione del polso, in quanto le pulsazioni percepite potrebbero essere quelle del valutatore e non quelle del paziente.
  2. Auscultatorio: rappresenta la modalità per la rilevazione del polso apicale e si avvale dell’utilizzo del fonendoscopio. Il polso apicale viene auscultato ponendo il diaframma del fonendoscopio sopra l’apice del cuore ed esercitando una lieve pressione. Ogni battito ha due suoni: il primo è causato dalla chiusura delle valvole mitrale e tricuspide che separano gli atri dai ventricoli, il secondo dalla chiusura delle valvole polmonare e aortica; questi i due suoni, assieme, costituiscono un battito cardiaco. Questo metodo può essere anche utilizzato per rilevare i polsi periferici che non possono essere rilevati mediante la palpazione. In questo caso, però, non ci si avvale di un fonendoscopio ma di un ecografo: la sonda dell’apparecchio viene posta sulla cute in corrispondenza dell’arteria che si vuole valutare e, tramite la funzione doppler, le onde trasmesse dalla sonda vengono modificate dal flusso ematico e riflesse allo strumento che amplifica le modificazioni e le rende udibili attraverso auricolari o altoparlanti.

Siti di rilevazione del polso arterioso

Sono diversi i punti di repere anatomici per valutare il polso arterioso, ovvero tutte le zone in cui una arteria possa essere palpabile dall’esterno.

Punto di repere Localizzazione anatomica
Temporale Localizzato tra l'occhio e l'attaccatura dei capelli appena al di sopra dell'osso zigomatico (a metà della linea immaginaria che congiunge l’apice dell’orecchio al sopracciglio)
Carotideo Situato sull'arteria carotidea che è localizzata sul collo a lato della laringe, tra la trachea e il muscolo sternocledomastoideo. È il polso che viene utilizzato in emergenza per valutare o meno la sua presenza, guidando dunque in questo modo le procedure di rianimazione cardiopolmonare
Apicale È il polso auscultato a livello dell'apice cardiaco nel quarto o quinto spazio intercostale sull'emiclaveare sinistra
Brachiale Localizzato sul lato interno della piega del gomito, tra i muscoli bicipite e tricipite
Radiale Situato lungo il radio, ovvero nel lato interno del polso in prossimità del pollice
Femorale Localizzato in corrispondenza dell'inguine nel triangolo femorale
Popliteo Localizzato nella fossa poplitea, ovvero dietro al ginocchio lungo il lato esterno del tendine mediale
Tibiale posteriore Situato sull'arteria posta dietro il malleolo mediale, osso interno della caviglia, nel solco tra malleolo e tendine di Achille
Pedidio Situato sull'arteria dorsale del piede, localizzato lungo la parte superiore del piede(dorso) lateralmente al tendine estensore dell'alluce

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