La meningite è l’infiammazione di una delle tre membrane (meningi, appunto) che ricoprono il cervello, causata da virus, batteri, agenti chimici o condizioni patologiche come emorragie o carcinomi.
Meningite, cos'è e come si manifesta
Quelle di origine batterica sono causate per la quasi totalità da:
- Neisseria meningitidis (meningocco);
- Streptococcus pneumoniae (pneumococco);
- Haemophilus influenzae.
Del meningococco esistono diversi sierogruppi (13) di cui 5 patogeni per l’uomo: A, B, C, Y, W135, X. Il più aggressivo è il meningococco di sierogruppo C, che insieme al B è il più frequente in Italia e in Europa.
Questo batterio vive nelle cavità nasofaringee e può essere trasmesso con il contatto diretto mediante secrezioni salivari o respiratorie (meno di 1 metro). Nella maggior parte dei casi si limita a colonizzare il nasofaringe dell’ospite, ma talvolta migra penetrando nel sistema endoteliale e nel sangue secondo meccanismi ancora non del tutto chiari, progredendo verso diverse forme come la sepsi meningococcica o meningite.
Lo sviluppo dell’infezione verso uno stato patologico dipende dallo stato nutrizionale e immunitario e dalla predisposizione genetica, nonché dalle condizioni di inquinamento ambientale o dalla presenza di altri agenti co-infettanti del tratto respiratorio che aprono la strada.
Ogni anno in tutto il mondo le meningiti batteriche sono responsabili di circa 1.200.000 morti, in particolare nella popolazione pediatrica (Centers for Disease Control and Prevention, 2012). Tra i sopravvissuti circa il 20% soffre di esiti invalidanti come sordità, amputazione degli arti, epilessia o ritardi mentali.
In Italia dal 1994 è stato predisposto un sistema di sorveglianza dedicato alle meningiti batteriche, che dal 2007 si è ampliato e include tutte le malattie invasive da meningococco, pneumococco ed emofilo.
La sorveglianza è coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità. Il portale dell'epidemiologia per la sanità pubblica ha pubblicato un documento dal titolo Dati di sorveglianza delle malattie batteriche invasive aggiornati al 16 novembre 2016
. Secondo questo documento la situazione epidemiologica nel periodo 2011-2016 è la seguente:
Sintomi della meningite
Sono tre i punti ritenuti essenziali per limitare la mortalità e le sequele devastanti della meningite:
- precoce riconoscimento dei sintomi e dei segni clinici;
- immediata esecuzione delle procedure diagnostiche;
- tempestiva somministrazione della terapia antibiotica (Richardson et al., 2007).
I segni e sintomi della meningite sono distinti per età: se nel bambino oltre i due anni l’esordio classico della meningite si caratterizza per la presenza di febbre, cefalea, rigidità nucale, manifestazioni cliniche classiche di irritazione meningeale (positività dei segni di Kernig e Brudzinski, posizione a canna di fucile), fotofobia, vomito, alterazione dello stato di coscienza e crisi convulsive, nel neonato e nel lattante la diagnosi è più complessa per la presenza di segni clinici che tendono ad essere più imprecisi.
Cefalea, febbre, vomito e rigidità nucale sono invece i sintomi classici attribuibili agli adulti.
L’estesa variabilità di manifestazioni cliniche comprende anche sepsi, shock, delirio, coma e morte. Particolare attenzione va posta alla ricerca di petecchie e porpora ad esordio nella regione ascellare ed inguinale (American Academy of Pediatrics; Red Book 2012).
Meningite, i criteri diagnostici
In caso di sospetto di meningite batterica acuta deve essere eseguita un’emocoltura e deve essere immediatamente eseguita una puntura lombare per determinare se i caratteri del liquor confermano la diagnosi clinica.
Infectious Diseases Society of America (IDSA) ha pubblicato le linee guida per la diagnosi e il trattamento delle meningiti batteriche (Tunkel AR, Hartman BJ, Kaplan SL et al. Pratice guidelines for the management of bacterial meningitis. Clin Infect Dis 2004; 39: 1267).
Le strategie di controllo della meningite
Le strategie di controllo che possono essere attivate nei confronti della meningite riguardano la gestione dei casi clinici e l’immunizzazione tramite vaccino.
In caso di “sospetta” meningite, oltre ai punti esposti in precedenza, è importante ricostruire i contatti nei 10 giorni precedenti i sintomi, dato che l’incubazione dura 3-4 giorni estendibili a 10 e considerare a rischio solo i soggetti che sono stati in stretto contatto con il soggetto in questione, al fine di limitare i casi secondari.
Per fare chiarezza specifichiamo che per contatti stretti si intende:
- i familiari o conviventi
- contatti intimi, ovvero conviventi e persone entrate in contatto sufficientemente ravvicinato nel periodo strettamente connesso al periodo di incubazione della malattia, ad esempio attraverso effusioni, condivisione di stoviglie, amici intimi di scuola che abbiano frequentato la stessa classe, ma non necessariamente tutta la classe;
- coloro che, durante l'attività lavorativa, sono venuti in contatto diretto (attraverso la bocca, il naso o le congiuntive) con secrezioni orali, goccioline nasali e nasofaringee di persone infette (rianimazione bocca a bocca, intubazione endotracheale), manovre assistenziali effettuate a meno di un metro dal soggetto infetto;
- non sono da considerarsi contatti stretti gli operatori che sono venuti a contatto con soggetti isolati funzionalmente (intubati, dotati di mascherina protettiva) o che hanno avuto accesso all'area di degenza del paziente, ma hanno mantenuto una distanza superiore al metro. Nel dubbio su questo ultimo punto, il lavoratore va considerato esposto a rischio.
A scopo preventivo, i contatti stretti dovranno assumere una profilassi antibiotica entro 24 ore dal presunto contagio.
La strategia che sembra ottenere migliori risultati resta comunque l’immunoprofilassi. Per quel che riguarda il vaccino anti-meningococco ce ne sono diversi tipi:
- il vaccino coniugato contro il meningococco di sierogruppo C (MenC): è il più frequentemente utilizzato e protegge solo dal sierogruppo C;
- il vaccino coniugato tetravalente: protegge dai sierogruppi A, C, W e Y;
- il vaccino contro il meningococco di tipo B: protegge esclusivamente contro questo sierogruppo.
Norme igieniche di prevenzione della meningite
In caso di sospetta o confermata meningite vanno applicate tutte le precauzioni che si applicano ai pazienti riconosciuti o sospetti di essere infetti con patogeni epidemiologicamente importanti, che possono essere trasmessi per via aerea/dropplet.
- Il degente deve essere collocato in una stanza singola, la porta deve rimanere chiusa e segnalata con apposita indicazione all’isolamento respiratorio.
- Il paziente deve rimanere in isolamento respiratorio per le 24 ore successive all'inizio terapia ed è opportuno limitare gli spostamenti solo se essenziali.
- È importante che l'accesso a questa stanza venga regolato e permesso solo al personale che deve eseguire procedure assistenziali. Eventuali visitatori vanno adeguatamente informati sulle norme da rispettare.
- I Dispositivi di protezione individuale (Dpi) sono costituiti da camice monouso, occhiali, mascherina chirurgica per tutti gli operatori che accedono nell'area di ricovero, maschera tipo FFP2S per gli operatori che eseguono manovre di rianimazione o che possano essere esposti direttamente ai droplet del paziente.
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