Il sito del prelievo dipende dalla patologia da indagare: se essa è generalizzata il prelievo può essere effettuato in qualsiasi osso del paziente (prediligendo le sedi più accessibili); viceversa, se la patologia è circoscritta ad un solo osso, la raccolta del campione deve avvenire esclusivamente in questa zona.
In riferimento all’accessibilità della sede, sono da preferirsi le ossa situate appena sotto la superficie cutanea e distanti da organi o grossi vasi sanguigni; una delle sedi maggiormente utilizzate per eseguire questo esame è difatti la cresta iliaca .
Biopsia ossea, le tecniche
Le tecniche utilizzabili per effettuare la biopsia ossea sono due : l’agobiopsia (a cielo chiuso) e la biopsia post-incisione cutanea (a cielo aperto).
Nonostante queste due tecniche siano molto differenti tra loro in termini di esecuzione, la preparazione del paziente all’intervento è sovrapponibile. Questa importante fase, eseguita nei giorni che precedono la biopsia, consiste nell’incontrare il paziente e nell’esporgli l’intervento cui verrà sottoposto.
Durante questa visita preoperatoria vanno inoltre chieste al paziente una serie di informazioni fondamentali per la riuscita in sicurezza dell’intervento:
Anamnesi clinica : sono da ricercarsi in particolare la presenza di cardiopatia , di malattie della coagulazione (es. emofilia ) e, in caso di paziente donna, va indagata la possibilità di una gravidanza in atto
Anamnesi farmacologica : è importante, oltre alla raccolta di tutti i farmaci assunti in quel momento dal paziente, rilevare la presenta di terapia antiaggregante e/o anticoagulante (sia TAO che NAO )
Farmacoallergie e allergie alimentari : va richiesta se il paziente presenti allergie sia a farmaci (in particolare ad anestetici e sedativi), sia agli alimenti (ad esempio il Propofol, farmaco anestetico generale, ha nei suoi eccipienti la lecitina di uovo e olio di semi soia raffinato).
Qualora la procedura prevista sia la biopsia a cielo aperto è necessario che il paziente effettui una visita anestesiologica pre-operatoria, in quanto questa tecnica avviene in anestesia generale.
Agobiopsia ossea, tecnica a cielo chiuso
L’agobiopsia ossea può essere effettuata da un medico radiologo o da un ortopedico. Di norma, la procedura prevede i seguenti passaggi:
Preparazione del paziente : il soggetto sottoposto ad agobiopsia ossea viene fatto stendere su un lettino e viene reperito un accesso venoso per l’eventuale somministrazione endovenosa di farmaci durante la procedura. La zona individuata, inoltre, viene accuratamente depilata e disinfettata.
Applicazione dell’anestesia locale : viene iniettata nel sottocute e serve per evitare il dolore da puntura dell’ago per biopsia.
Esecuzione dell’agobiopsia ossea : viene inserito un ago che, attraversati gli strati superficiali, giunge sino all’osso individuato e permette di raccoglierne un campione. Per espletare la sua funzione l’ago è di norma lungo e sottile, ma molto resistente. Nel caso in cui l’inserzione dell’ago risulti difficoltosa, viene effettuata una piccola incisione in modo tale da facilitare l’ingresso dello stesso.
La procedura, in tutto, dura dai 15 ai 30 minuti. Dopo l’effettuazione della biopsia l’area interessata viene disinfettata con un antisettico topico e dunque coperta con una benda, la quale deve essere tenuta per almeno un giorno in modo tale da ridurre al minimo il rischio di infezione.
È inoltre previsto un breve periodo di osservazione durante il quale il paziente rimane nei locali limitrofi all’ambulatorio, in modo tale da poter tempestivamente intervenire in caso di complicanze (es. emorragia). Se queste non si dovessero presentare, il paziente può fare rientro a domicilio.
In riferimento al dolore periprocedurale , esso è mitigato dall’effettuazione dell’anestesia locale. Tuttavia è possibile che durante l’inserzione dell’ago il paziente avverta un leggero fastidio, così come durante l’effettuazione della biopsia. Una volta terminata la procedura e cessato l’effetto locale, è possibile che il paziente avverta dolore nella sede interessata; per questo motivo viene consigliata l’assunzione di un antidolorifico nei giorni successivi sino alla scomparsa della sintomatologia.
Per quanto riguarda i rischi derivanti dall’agobiopsia ossea , essi sono molto rari e possono essere:
Frattura ossea
Danneggiamento di una terminazione nervosa
Lesione di un vaso sanguigno
Lesione di un organo situato vicino nei pressi della zona di prelievo
Osteomielite.
Biopsia ossea post-incisione cutanea, tecnica a cielo aperto
La biopsia ossea a cielo aperto viene utilizzata in sala operatoria dal chirurgo ortopedico. Questa tecnica possiede la stessa preparazione e incisione chirurgica di un’operazione a carico dell’osso interessato; per questo motivo viene scelta qualora si renda necessario proseguire con un intervento successivamente al prelievo di materiale osseo.
Questa tecnica prevede l’esecuzione dei seguenti passaggi:
Preparazione del paziente : il soggetto sottoposto a biopsia ossea a cielo aperto viene sistemato sul letto operatorio. Successivamente, viene reperito un accesso venoso di grosso calibro e viene posizionato il monitoraggio necessario (Ecg , SpO2, pressione arteriosa ). La zona dove effettuare l’intervento viene dunque esposta e accuratamente depilata e disinfettata.
Anestesia e sedazione : quando tutta l’équipe è pronta, l’anestesista inizia la somministrazione di farmaci sedativi e anestetici generali. In base al tipo di intervento da effettuare le vie aeree del paziente possono essere protette con un tubo endotracheale oppure con un presidio sovraglottico.
Incisione e raccolta del campione : una volta che il paziente è sedato, l’ortopedico procede all’incisione cutanea e degli strati sottostanti ad essa, sino a giungere all’esposizione ossea. A questo punto, attraverso appositi ferri chirurgici, viene eseguito il prelievo di materiale osseo. Qualora sia necessario effettuare un intervento chirurgico successivo alla biopsia, esso viene eseguito.
Sutura : la cute e gli strati sottostanti vengono suturati per facilitare la guarigione della ferita. Una volta chiusa la cute, essa viene accuratamente disinfettata e coperta con un bendaggio volto a prevenire il rischio di infezione, il quale deve rimanere in sede per 48 ore. Qualora i punti non siano in materiale riassorbibile, essi possono essere rimossi dopo 10-14 giorni. Per quanto riguarda i punti interni, invece, non necessitano di rimozione in quanto effettuati con filo riassorbibile.
In tutto, la procedura di biopsia ossea a cielo aperto dura solitamente dai 30 ai 60 minuti. Per quanto riguarda i sintomi periprocedurali , essi derivano principalmente dall’anestesia generale: nausea, astenia, vertigini, confusione.
Per quanto riguarda i rischi derivanti dalla biopsia ossea a cielo aperto, essi non si discostano da quelli di un’operazione chirurgica ortopedica:
Emorragia
Infezione locale e osteomielite
Reazioni allergiche ai farmaci somministrati, specialmente agli anestetici.
Data l’invasività dell’intervento, solitamente il paziente rimane in osservazione per la notte e può essere dimesso, salvo complicanze, in prima giornata postoperatoria. Una volta terminato l’effetto della sedazione, il paziente può iniziare ad avvertire dolore: per questo motivo vengono somministrati sin da subito farmaci antidolorifici, i quali vengono prescritti anche a domicilio nei giorni successivi alla dimissione dal reparto.
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