Sala Operatoria
La sutura di lesioni cutanee lineari, ad oggi, è ancora ad appannaggio medico, ma il bagaglio di competenze dell'infermiere è tale per cui non dovrebbero essergli precluse skills come quelle che ruotano intorno alla sutura di lesioni che non interessano in alcun modo lesioni nervose importanti o lesioni muscolo-tendinee.
Suture di lesioni cutanee, tecniche e caratteristiche
L’approccio di noi infermieri verso le lesioni cutanee lineari è mutato nel tempo. Una volta era compito esclusivo del medico provvedere alla loro ri-soluzione; oggi, grazie al See and Treat, ci troviamo di fronte a cambiamenti professionali radicali.
Un domani sarà cosa usuale recarsi nei Pronto soccorso per una soluzione di continuo riguardante l’epidermide e il derma ed essere “curati” da personale infermieristico.
La sutura delle lesioni cutanee è una tecnica antichissima e ad oggi non ne risultano mutati gli obiettivi: ripristino dell’integrità cutanea nella speranza di mantenerne, il più possibile, le naturali caratteristiche.
Ad oggi sono sufficienti tre strumenti chirurgici: una pinza, un portaghi e una forbice. Differenti e mutati nel tempo, invece, risultano i materiali di composizione dei fili di sutura.
Filo per sutura
La struttura dei fili di sutura varia dalla propria origine: animale, vegetale o sintetica. E a loro volta si possono dividere in monofilamenti o multifilamenti, rivestiti o non rivestiti, intrecciati o ritorti.
Altro distinguo importante è quello relativo alla durata del filo; i non assorbibili sono quelli che non mutano condizione nel tempo, i riassorbibili sono quelli che dapprima tendono ad abbandonare la resistenza del nodo e, in un secondo momento, a dematerializzarsi.
Le caratteristiche tecniche dei fili di sutura sono varie e passano dalla memoria, cioè la capacità di mantenere o perdere alcune angolazioni dovute alla forma del confezionamento, alla impermeabilità della struttura stessa del filo.
È evidente che maggiore è la capillarità del filo, maggiori sono le possibilità di incuneamento di sostanze, organiche e non, con conseguenti possibili esiti di infezione.
Altra caratteristica importante è quella relativa alla numerazione espressa circa il calibro dei fili. Tale numerazione viene riferita in decimi di millimetro: si può passare dal “dieci zeri”, filo estremamente sottile che viene usato in microchirurgia (vedi la chirurgia oculare) a fili di calibro decisamente maggiore, tipo suture del “due”, fili di calibro molto grosso che vengono usati raramente, solo in caso di suture di cute molto “spessa” e resistente.
Da porre in evidenza come gli aghi da sutura cutanea siano a sezione triangolare, altrimenti detta tagliente. Questo per facilitare l’attraversamento della cute, che essendo dotata di un proprio spessore e una propria tensione, rende necessario l’ago a sezione triangolare per facilitarne ingresso e uscita e non “slabbrare” il foro di incisione, rendendo la sutura poco estetica o a rischio di infezioni.
Materiali | Caratteristiche | Impiego |
Catgut | Rapidamente riassorbibile |
Legatura piccoli vasi Sintesi tessuto sottocutaneo |
Catgut cromico | Lentamente riassorbibile |
Sintesi muscolo-aponeurotica. Attualmente è raramente impiegato perché sostituito da ac. poliglattico e ac. poliglicolico |
Ac. poliglattico, ac. poliglicolico (intrecciato), (polidiossanone), monofilamento | Lentamente riassorbibile, minima reazione tissutale | Largo impiego: legature emostatiche, anastomosi visceri intestinali, sintesi visceri parenchimali, sintesi muscolo-apneurotica |
Polipropilene monofilamento | Non riassorbibile, minima reazione tissutale | Sintesi vascolari; sintesi muscolo-aponeurotica; anastomosi pancreas |
Seta, lino (intrecciati plurifilamento) | Non riassorbibili, basso costo, reazione tissutale | Legatura di grossi vasi. Un tempo di largo impiego, per il basso costo e l´ottima tenuta del nodo. Ora sostituiti in buona parte dall´ac. poliglicolico, poliglattico e dal polipropilene |
Nylon e sintetici analoghi (monofilamento) | Non riassorbibili | Suture muscolo-tendinee e cutanee |
Acciaio | Elevata forza di tenuta, non riassorbibile | Suture osteo-cartilaginee; suture sotto tradizione della parete addominale o toracica |
In linea di massima esistono due scuole di pensiero, quella in cui prevalentemente si sutura la cute con monofilamenti non riassorbibili e quella in cui si opta per fili intrecciati riassorbili.
Altro distinguo può essere determinato da chi preferisce suturare a punti staccati o chi preferisce suturare con tecnica “intradermica”, altrimenti detta “sutura in continua”.
Il risultato funzionale è garantito da entrambe le tecniche, quello estetico, invece, può essere determinato dalla mano del soggetto attivo come dalle caratteristiche morfologiche della cute del soggetto passivo (si pensi ad esempio ai casi di “cheloide” a cui alcune tipologie di cute sono maggiormente soggette).
Sutura di una soluzione di continuo della cute, le procedure
Sutura semplice
Per confezionare una sutura semplice, dopo aver posizionato l’ago nel portaghi, si fa passare l’ago da una parte del lembo di cute da suturare - a circa 5 mm dalla rima cutanea - e lo si fa uscire dall’altro lato. A questo punto si può decidere di confezionare il nodo o a mano libera o con il portaghi.
La differenza tra il nodo a mano libera e quello eseguito con il portaghi è determinata, sostanzialmente, dalla quantità di filo adoperata per ogni nodo. Se viene usata la tecnica con il portaghi si garantisce un notevole risparmio del filo da sutura, altrimenti con il confezionamento a mano libera l’uso dei fili è almeno duplicato.
Sutura tipo Donati
Se si opta per un confezionamento di punti staccati secondo Donati, le cose variano un poco. Ai due passaggi sopra descritti, 5 mm dalla rima cutanea nel primo ingresso dell’ago, si deve aggiungere un ritorno dell’ago stesso attraverso un passaggio a circa 2 mm dalla medesima rima cutanea. Anche per questa tecnica sono previsti il confezionamento del nodo a mano libera o con il portaghi, con le medesime conseguenze descritte in precedenza.
Sutura in continua
Per ciò che concerne la sutura in continua, la tecnica differisce completamente da quelle descritte poco sopra. È previsto il passaggio dell’ago a livello del derma, da un lembo cutaneo a quello prospiciente, consentendo alle rime di soluzione di essere affrontate senza alcuna impronta cutanea.
Anche qui è possibile utilizzare fili di sutura riassorbili come non riassorbibili. Il vantaggio di questa tecnica dovrebbe essere rappresentato dal minor esito cicatriziale, ma vale qui quanto detto per le suture a punti staccati.
Sutura con punti metallici
Oltre le suture ad ago e filo, la lesione cutanea può essere riparata mediante l’uso di agraphes metalliche, che vengono applicate manualmente in caso di ferite cutanee piccole e non soggette a particolari trazioni.
Sutura con cerotti
Un altro metodo di riparazione delle soluzioni di continuo è quella praticabile con l’ausilio degli steri-strip. Questa tecnica è estremamente semplice ed è praticabile anche da personale non sanitario. La loro struttura varia dal polipoprilene al poliestere. Il risultato estetico è ottimo. L’impiego è consigliato nelle lesioni di continuo lineari dei bambini, nelle riparazioni di brecce cutanee del viso e in tutti quei casi in cui non risulta possibile la riparazione con ago e filo.
Le suture e l’infermiere, una realtà per un futuro non troppo lontano
Quanto descritto non ha la presunzione di risultare esaustivo di tutte le tecniche adottabili nella chirurgia ricostruttiva delle lesioni della cute.
La vera sfida sta nel voler proporre nuove strategie professionali circa l’argomento in questione. Ciò a cui mi riferisco è la determinazione di nuove possibilità per il professionista infermiere, possibilità queste che porterebbero enormi vantaggi alle strutture di primo soccorso e al cittadino utente.
Ad oggi lo stato dell’arte prevede che sia ancora il personale medico a volersi occupare di tali lesioni, mentre la nostra professione spinge affinché questo tipo di “problema” possa essere risolto anche da noi.
Personalmente sono convinto che sia solo questione di tempo, le resistenze dei medici assomigliano sempre più ad un manipolo di guerrieri che, circondato e assediato, preferisce perire piuttosto che cedere.
Un atteggiamento che dimostra quanto alcune compagini di alcune categorie non sappiano comprendere il mutamento dei tempi, delle conoscenze e competenze che altre figure professionali sono oggi in grado di mettere in campo.
Nel nostro paese esiste uno spreco di risorse intellettuali incredibile e le resistenze a certificare i cambiamenti relativi alla nostra professione ne sono lo specchio. L’interesse del particolare prevale sull’interesse della collettività.
Vorrei evidenziare come tutti i cambiamenti sociali che hanno caratterizzato la nostra società sono, quasi sempre, espressione di un sentimento e volere popolare che ha dell’ineluttabile. Questo concetto ha valore, anche e soprattutto, per questioni etiche, come le I.V.G. e il trattamento di fine vita.
Nello specifico del nostro discorso vorrei fare presente le infinite attese nei Pronto soccorso a cui gli utenti sono soggetti. Allora è più importante esprimere di fatto solidarietà ai Pazienti e di conseguenza consentire prestazioni professionali più snelle e comunque sicure o difendere ciò che il tempo ha già sancito come “sconfitto”?
Prendendo in prestito le parole di E. Morin, tutto ciò che non si rigenera degenera
. Questo è un concetto applicabile a qualsiasi situazione; da quelle lavorative a quelle politiche. In sostanza il cambiamento, inevitabile, è solamente differibile.
HilaryBW2022
1 commenti
Punti di sutura
#28
Dal momento che in Italia non ci sono le specializzazioni in infermieristiche sia giusto lasciare la competenza ai medici per quanto riguarda i punti di sutura (esclusi sterili strip). Gli infermieri hanno già tanti compiti che spesso non svolgono nemmeno nella maniera più corretta quindi inutile dargli la responsabilità di una manualità che non hanno. Se ognuno facesse bene il suo ci sarebbero meno attese, meno sprechi e meno Denunce. E lo dico da persone del settore.