L’infermiere non è più un mero esecutore di mansioni. L’infermiere è un professionista laureato, ha campi propri di attività, di autonomia e di responsabilità e si occupa dell’utente in maniera globale. Ma come si diventa infermieri? Cosa fa davvero un infermiere? Dove lavora e quanto guadagna?
Chi è l’infermiere
L’infermiere è il professionista sanitario che, con il suo campo proprio di attività, assiste, cura e si prende cura dell’assistito in maniera globale, instaurando con esso una relazione di fiducia.
L’infermiere è un professionista laureato che, iscritto all’ordine professionale, svolge funzioni di prevenzione, assistenza, educazione alla salute, educazione terapeutica, gestione, formazione e ricerca.
Le norme che regolano la professione dell’infermiere
- D.M. 14/09/1994 n.739, il Profilo professionale dell’infermiere: definisce chi è l’infermiere, il suo campo proprio di attività e responsabilità;
- legge 26 febbraio 1999 n.42: fa decadere il termine “operatore ausiliare” e immette il concetto di professione sanitaria come professione intellettuale;
- legge 10 agosto 2000 n.251: riconosce il sapere disciplinare proprio dell’infermieristica.
A fare da cornice a queste norme è il Codice deontologico, un insieme di regole e principi adottati dalla professione, che ne orientano il comportamento.
Come si diventa infermiere: l’università
Per diventare infermiere si deve conseguire la Laurea in Infermieristica (decreto legislativo 30 dicembre 1992, n.502 e successive modificazioni); solo essa, infatti, unitamente al superamento di un esame di Stato e all’iscrizione all’ordine professionale, abilita all’esercizio della professione.
Il Corso di Laurea in Infermieristica è a numero programmato, il che significa che per accedervi occorre superare un test d’ingresso.
Il test d’ingresso o test di ammissione per Infermieristica viene svolto, con cadenza annuale, insieme al test d’ingresso per tutte le altre Professioni Sanitarie. La data è unica a livello nazionale e viene comunicata dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur) nei primi mesi dell’anno solare, per dare la possibilità agli studenti e agli Atenei interessati di organizzarsi per la prova, che solitamente si tiene nel mese di settembre.
Un’alternativa è offerta dalle Università private, che fissano il test d’ingresso in date differenti rispetto alla data unica nazionale.
Il Corso di Laurea in Infermieristica è articolato in 3 anni, durante i quali si alternano attività di apprendimento teoriche, pratiche e di tirocinio per le quali sono previste propedeuticità e obblighi di frequenza.
Ciascuna Università organizza il proprio piano didattico di Infermieristica sulla base della normativa nazionale, che comprende, tra le altre, le materie biomediche (anatomia, fisiologia, patologia, ecc.), le scienze infermieristiche, la farmacologia, il primo soccorso, le scienze umane e l’inglese scientifico.
Diventare infermiere: il tirocinio
Il tirocinio di infermieristica è la colonna portante dell’intero corso di laurea. È durante queste ore che lo studente si cala in tutto e per tutto nella professione e può vedere e apprendere quante più cose possibili sulle competenze e sulle responsabilità dell’infermiere nei vari contesti assistenziali.
Il tirocinio prevede l’affiancamento dello studente ad uno o più infermieri tutor esperti del proprio contesto lavorativo, che lo guideranno nell’apprendimento pratico permettendogli di consolidare le conoscenze apprese a livello teorico.
Che cosa fa l’infermiere
L’infermiere, che può lavorare nel pubblico, nel privato, in regime di dipendenza o in libera professione, identifica i bisogni assistenziali del singolo utente o di un gruppo sociale e pianifica risposte appropriate a tali problemi, mettendo in essere una serie di prestazioni, che ha la responsabilità di rivalutare e riadattare a seconda dei casi.
Attività | Descrizione |
Presa in carico del paziente | Accoglie l’utente e il suo nucleo famigliare, identifica e valuta i bisogni assistenziali, individua priorità e obiettivi |
Pianificazione assistenziale | Pianifica il percorso di cura e assistenza, tenendo conto della situazione clinica e delle diversità culturali dell’assistito; promuove la partecipazione attiva dell’utente e pianifica prestazioni in contesto di lavoro d’équipe |
Erogazione dell'assistenza | Fornisce gli interventi tecnici, educativi e relazionali previsti dal piano di assistenza, garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni mediche e ottimizza l’impiego di risorse materiali e umane |
Valutazione | Monitora costantemente le condizioni di salute dell’utente e valuta gli esiti degli interventi assistenziali erogati |
Educazione | Valorizza la tutela e la promozione della salute e della qualità della vita; attraverso processi educativi guida la persona e il nucleo famigliare a sviluppare capacità di autocura e autoassistenza |
Formazione | Si aggiorna continuamente attraverso l’acquisizione di crediti Ecm, basa l’agire professionale sulle evidenze scientifiche, partecipa alla formazione di studenti infermieri e personale di supporto, interagisce con altre figure professionali con l’obiettivo di migliorare e ottimizzare il lavoro d’équipe. |
Dove lavora l’infermiere
L’infermiere può lavorare:
- in enti pubblici, come Aziende Sanitarie Locali (Asl), Aziende Ospedaliere (AO), istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS), strutture di cura e di ricovero, ecc.;
- in enti privati, strutture residenziali, cliniche specialistiche, strutture semi-residenziali, ambulatori, Ong, Onlus, ecc.;
- in regime di libera professione, organizzandosi in forma individuale, ambulatori infermieristici, studi associati, cooperative, ecc.
In Italia per lavorare negli enti pubblici l’infermiere deve superare un concorso pubblico regolarmente bandito dall’Azienda di riferimento, mentre per lavorare negli enti privati può essere sufficiente sostenere e superare un colloquio conoscitivo con i responsabili delle risorse umane dell’ente stesso.
Alternative vengono poi offerte dall’estero, dove gli infermieri, soprattutto quelli italiani, sono molto ricercati e valorizzati, come accade - ad esempio - in Inghilterra, Belgio, Germania e perfino nelle Isole Canarie.
Lo stipendio dell’infermiere
Quando si parla di stipendio e di come leggere la busta paga, è opportuno fare la distinzione tra pubblico e privato.
A disciplinare i rapporti di lavoro tra datore di lavoro e dipendente, sia nel pubblico che nel privato, è il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNNL).
Mentre nel pubblico l’applicazione dei CCNNL vale per tutti i dipendenti di un determinato settore disciplinato, nel privato l’applicazione dei CCNL ha valore solo se i datori di lavoro fanno parte dell’associazione che ha partecipato alla stipula e alla firma del contratto in questione.
Data questa premessa, stando agli ultimi aggiornamenti risalenti al 2018 con la stipula del conttratto collettivo nazionale, l’infermiere rientra nella categoria D, nel pubblico percepisce uno stipendio mensile di circa 1774 euro lordi (stipendio base). Una busta paga che aumenta poi in base agli anni di servizio, alle indennità per i turni notturni e/o festivi e al ruolo ricoperto.
Nel privato la questione varia molto, a seconda della tipologia della struttura e della turnazione; un infermiere neoassunto nel privato può guadagnare dai 1.300 ai 1.800 euro mensili.
Discorso ancora differente è quello relativo agli stipendi degli infermieri negli altri paesi europei, dove gli stipendi arrivano anche ai 2.500 euro mensili.
Le specializzazioni infermieristiche
Dopo la laurea triennale in Infermieristica, l’infermiere ha la possibilità di seguire una formazione post-laurea che può prendere più direzioni:
Con il conseguimento del master di primo livello in management l’infermiere diventa coordinatore infermieristico, mentre con il conseguimento della Laurea Magistrale diventa un infermiere dirigente.
L’infermiere libero professionista
Quella della libera professione infermieristica è un’alternativa forse poco conosciuta, ma che offre l’occasione di diventare imprenditori di sé stessi: aprire la partita Iva è il primo passo verso un mondo di opportunità.
L’infermiere e il personale di supporto
L’infermiere agisce sia individualmente che in collaborazione con altri professionisti; si interfaccia, tra gli altri, con il medico, il fisioterapista, il logopedista, il terapista occupazionale, lo psicologo.
All’occorrenza, inoltre, si avvale dell’opera dell’Operatore Socio Sanitario, figura di supporto tecnico-assistenziale che si occupa del soddisfacimento dei bisogni primari dell’assistito.
L’infermiere professionale, ovvero l’infermiere che diventava tale dopo aver frequentato la scuola infermieri – una scuola, appunto, professionale, che insegna un mestiere – non esiste più dall’entrata in campo della formazione universitaria.
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