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Apertura chirurgica dello sterno, la sternotomia

di Giacomo Sebastiano Canova

Sala Operatoria

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La sternotomia è una pratica chirurgica che consente l’accesso alla cavità mediastinica, permettendo in questo modo una visione e un controllo del campo operatorio completi e garantendo l’accesso chirurgico a tutte le strutture, cavità cardiache e grossi vasi compresi.

Procedura di esecuzione di una sternotomia mediana

L’approccio più frequentemente utilizzato per gli interventi sul cuore e sull’arco aortico è rappresentato dalla sternotomia mediana, nella quale l’incisione sternotomica viene praticata attraverso un’incisione longitudinale della cute che parte dal centro della fossetta giugulare e termina appena sotto l’apofisi xifoide dello sterno.

Una volta incisa la cute, attraverso l’elettrobisturi vengono sezionati il tessuto sottocutaneo e la fascia presternale, esponendo quindi il periostio e lo sterno. Successivamente, utilizzando una sega oscillante, lo sterno viene diviso longitudinalmente nella parte centrale, in modo da permettere l’inserimento del divaricatore, il quale consente di allargare in modo simmetrico e atraumatico i due capi sternali.

Dopo il posizionamento del divaricatore si procede con la divisione del grasso timico e prepericardico, legando o clippando contestualmente i vasi sanguigni e facendo attenzione a non ledere il tronco venoso anonimo.

A questo punto il pericardio, una volta esposto adeguatamente, viene aperto anteriormente attraverso un taglio longitudinale, che in basso viene allargato a “T” in corrispondenza della superficie diaframmatica. Infine vengono passati alcuni fili di trazione sui margini pericardici in modo tale da ottenere la migliore esposizione possibile del cuore e dei grandi vasi.

La via di accesso sternotomica permette un agevole posizionamento e controllo delle varie cannule utilizzate per la circolazione extracorporea (CEC); in tal modo il cardiochirurgo può operare su ogni parte del cuore per eseguire interventi sugli apparati valvolari o può raggiungere ogni parte della superficie cardiaca per eseguire le anastomosi coronariche negli interventi di bypass aorto-coronarico (BPAC). Attraverso questo approccio è inoltre possibile eseguire interventi sulle arterie polmonari.

Attraverso questa via di accesso attualmente vengono eseguiti tutti gli interventi sulla valvola aortica, sulla radice aortica, sull’aorta ascendente, sull’arco aortico e l’intervento di trapianto cardiaco.

Anche la chirurgia della mitrale, della tricuspide e il BPAC sono in grandissima parte eseguiti in sternotomia mediana, anche se esistono delle eccezioni in cui questi interventi vengono eseguiti con tecniche mininvasive.

Al termine dell’intervento cardiochirurgico eseguito in sternotomia, prima della chiusura, vengono posizionati solitamente due drenaggi chirurgici: un drenaggio retto posizionato dietro lo sterno (drenaggio retrosternale) e uno curvo posizionato sotto la base del cuore, lungo il diaframma (drenaggio retrocardiaco). Una volta posizionati i drenaggi, lo sterno viene accostato simmetricamente attraverso dei fili metallici e i piani cutanei sono accostati con suture continue riassorbibili.

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