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contratto sanità

Cancellati i 2 euro e niente indennità, la rabbia degli Oss

di Paola Botte

Pubblico Impiego

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Un contratto, quello del comparto sanità, che non ha soddisfatto nessuno. Nemmeno gli oss, che dopo l'illusione del ddl Lorenzin di essere finalmente entrati nella specifica area socio sanitaria e invece, per l'Aran, rimasti in quella tecnica, hanno dovuto affrontare l'ennesima batosta. Questa volta riguardante i 2 euro d'indennità previsti dalla bozza di contratto e poi eliminati perchè, secondo quanto dichiarato dall'Aran stesso, introdotti "per errore".

Contratto sanità, Migep: Raggiro vergognoso per la categoria degli Oss

oss in sciopero

Un'immagine dallo sciopero degli Oss dello scorso 23 febbraio a Roma

Ma gli oss non ci stanno e si dicono pronti a combattere per avere i riconoscimenti che gli spettano.

In sede di contrattazione errori non se ne dovrebbero fare - dichiara una delusa e arrabbiata Silvana Stangoni, da 18 anni oss nel blocco operatorio dell'ospedale di Asti - Ciascun articolo va analizzato in ogni sua forma e contenuto, con calma e senza fretta. Ma sappiamo che tutti avevano necessità di chiudere con urgenza in vista delle votazioni del 4 marzo, generando un contratto con la parte normativa e finanziaria disgustosa per tutti. Probabilmente il riconoscimento da fastidio a chi pensa che l'oss sia solo una figura che esegue degli ordini e che con il passaggio di fascia, vista la scarsità di fondi, porterebbe via una parte economica agli infermieri.

Mentre la segreteria del sindacato di categoria SHC Human Caring Sanità, commenta così: Dopo la delusione dell'area tecnica, speravamo ancora nelle indennità. In quelle parole di vanto dei sindacati che nelle loro locandine si dicevano soddisfatti per avere finalmente ottenuto un buon contratto, un diritto per l'oss sulle indennità, indennità per condizioni di lavoro finora riservate al ruolo sanitario. Invece, anche stavolta niente.

Come mai Cgil Cisl e Uil non si sono accorti prima di firmare, che il contratto non andava bene? - si domanda invece Antonella Luci, oss da 11 anni presso l'U.O. sala parto degli ASST Spedali Civili di Brescia e delegato sindacale di Human Caring Sanità - Ormai credo che soltanto l'unione tra gli oss porterà davvero qualcosa di buono per la nostra categoria. Da quando l'area socio sanitaria è diventata legge, anche le aziende dovranno mobilitarsi per far sì che venga rispettato il profilo professionale dell'oss e noi, tutti insieme, lavoreremo per raggiungere questo obiettivo.

Cancellare con la penna rossa dalla bozza i 2 euro in più agli oss è solo una parte della questione. Il sindacato di categoria SHC sottolinea inoltre "un atteggiamento scandaloso da parte dei confederati Cisl, Uil, Cgil, perché in aggiunta alla modifica dei 2 euro, questi hanno proposto l'applicazione d'indennità solo per il personale direttamente addetto all'assistenza".

Come se non tutti gli oss fossero addetti all'assistenza. Venendo a mancare così 4,13 euro di indennità giornaliera.

Parla di raggiro vergognoso Angelo Minghetti, del Migep: L'articolo 86, comma 6, della bozza del 23 febbraio, recitava Al personale infermieristico e tecnico competono, altresì, le seguenti indennità per giornata di effettivo servizio prestato. È bastato cambiare la parola tecnico con sanitario per lasciare fuori gli oss. Ma la differenza di ruolo non è determinante per constatare un rischio maggiore. In quanto, per tutte le figure il rischio è il medesimo, anche per chi presta servizio nelle corsie, sottolinea.

L'indennità sarebbe riconosciuta soltanto agli operatori socio sanitari che lavorano su un turno, per esempio nelle sale operatorie e nelle terapie intensive, ma anche in questi casi, a sentire il sindacato, si tratterebbe di una miseria.

Abbiamo forse all'interno della stessa azienda operatori di serie A e operatori di serie B? - si chiede Anna Di Leo, oss con esperienza trentennale prima nel privato e poi nel pubblico - Questa modifica non è accettabile, così come non lo è stata la mancanza di riconoscimento dell'area socio sanitaria.

Da più di 30 anni lavoro ogni giorno al fianco di personale sanitario, opero in un comparto sanitario, con utenti critici e non. Eppure occupo un ruolo tecnico. Questa è la grande incongruenza con cui l'oss si deve confrontare tutti i giorni. Però né io né i miei colleghi ci sentiamo meno di un infermiere, perché il nostro lavoro si svolge completando e compensando quello dell'infermiere stesso.

Siamo un’équipe e in quanto oss ho il diritto che il mio operato venga valorizzato come tale, con gli stessi riconoscimenti economici, indennitari e professionali. Non possiamo continuare ad esercitare nell'incertezza del "mi compete o no".

Così, se da una parte la categoria ne esce ancora una volta con le ossa rotte, colpevole di essere soltanto una figura di supporto in un sistema al collasso. Costretta a fare turni massacranti per mancanza di personale, in assenza di tutele e dimenticata nella legge come "lavoro usurante".

Dall'altra parte, i tempi sembrano davvero maturi per reagire. Per portare avanti una battaglia parallela a quella degli infermieri, altrettanto imponente per numeri e contenuti, finalizzata al raggiungimento dell'autonomia.

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