Diabete
La sinergia delle diverse competenze professionali, l’utilizzo di strumentazioni innovative e la solidità di una struttura all’avanguardia sono gli elementi che permettono di ottenere risultati eccellenti nel trattare una delle complicanze più pericolose del diabete: il piede diabetico. A parlare per l'Unità Operativa di Trattamento del Piede Diabetico di Maria Cecilia Hospital (Cotignola - RA), coordinata dal prof. Luca Dalla Paola, sono i numeri: ogni anno più di mille interventi con una percentuale di salvataggio d’arto superiore al 90-95%.
Trattamento del piede diabetico, il modello Maria Cecilia Hospital
Luca Dalla Paola, responsabile unità operativa per il trattamento del piede diabetico di Maria Cecilia Hospital
Tra tutte le complicanze del diabete - dalle cardiopatie ad insufficienza renale e retinopatia - quelle che interessano il piede fanno pagare il tributo maggiore. Circa il 15% dei soggetti affetti da diabete mellito, infatti, sperimenta nell’arco della propria vita una lesione ulcerativa a livello del piede, prima causa di amputazione.
Il piede diabetico – spiega Luca Dalla Paola, Coordinatore dell’Unità Operativa Trattamento del piede diabetico di Maria Cecilia Hospital - deve essere considerata una sindrome in cui si riconoscono due quadri patologici ben distinti: il piede neuropatico ed il piede neuroischemico. Tali quadri riconoscono eventi fisiopatologici ben distinti, nonché differenti percorsi diagnostico-terapeutici e, conseguentemente, differenti risultati clinici
.
E i risultati clinici ottenuti dall’équipe di Maria Cecilia Hospital (che fa parte del Gruppo ospedaliero italiano GVM Care & Research) rendono l’U.O. Trattamento del Piede Diabetico un’eccellenza italiana, che fa scuola anche a livello internazionale (l'Ospedale propone giornate di scuola di formazione per medici ed infermieri, mensilmente accoglie colleghi provenienti da tutto il mondo).
Ci approcciamo quotidianamente al paziente in modo multidisciplinare - continua Dalla Paola - trattando in modo efficace e risolutivo complicanze infettive e vascolari che coinvolgono questa tipologia di paziente
. Per farlo, l’équipe di Cotignola si avvale di tre ambulatori, due sale operatorie, un reparto con 25 posti letto dedicati e una stretta connessione con altri dipartimenti interni alla struttura per il confronto costante tra i diversi specialisti.
Diabetologo, infermiere, ortopedico, cardiologo, chirurgo plastico ricostruttivo, radiologo interventista sono i professionisti che compongono il team del centro specializzato nel quale si effettuano screening e diagnosi delle complicanze micro e macrovascolari di diabete mellito, studio e correzione ortesica delle alterazioni biomeccaniche del piede diabetico, classificazione e medicazione delle lesioni ulcerative diabetiche ed interventi di chirurgia conservativa.
L’infermiere ha un ruolo centrale nella gestione del paziente nella sua globalità e nella gestione del sito chirurgico. Nel nostro caso, l’infermiere è molto vicino ad un infermiere di terapia intensiva, perché gestisce un paziente ad alta morbilità, estremamente fragile
L'assistenza infermieristica del paziente che accede ad un centro come questo - ribadisce il coordinatore infermieristico Ivan Napoli - non può e non deve prescindere dalla prevenzione e dall'educazione terapeutica continua, dell'assistito e del caregiver
.
Il confronto costante tra i diversi specialisti permette di valutare al meglio tutte le caratteristiche e di analizzare in maniera completa l’aspetto vascolare e quello infettivo, i due indici prognostici da studiare per assicurare la salvezza dell’arto.
Solo con un’attività multidisciplinare è possibile – conclude Dalla Paola - salvare il 90-95% dei pazienti trattati, evitando l’amputazione del piede anche in caso di ulcere gravi infette
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