Diabete
L'esordio del diabete di tipo 2, detto anche diabete dell'adulto che rappresenta il 90% dei casi, è sempre più precoce. Si manifesta tra i 18 e i 39 anni e sta aumentando rapidamente, preannunciando altresì una prognosi sfavorevole. È quanto emerge dal National Diabetes Audit 2021-2022, un rapporto di analisi dettagliato del Servizio Sanitario Nazionale inglese sui giovani con questo tipo di diabete, dal quale risulta che il tasso di aumento più rapido dei nuovi casi di diabete di tipo 2, il 40% tra il 2016 e il 2023, si verifica nelle persone di età inferiore ai 40 anni. Si sta registrando pertanto un significativo cambiamento nella topografia del diabete. Tenendo conto della scarsità di ricerche sul tema per migliorare la pratica clinica, questa crisi incombente rappresenta una sfida per i professionisti sanitari.
Aumento più rapido dei nuovi casi di diabete tipo 2 sotto i 40 anni
Tali dati erano emersi già in uno studio prospettico, con un follow up fino a 30 anni, che aveva messo a confronto una coorte di persone, reclutate dal 1977 al 1991, con diabete di tipo 2 ad esordio precoce con una coorte con diabete ad esordio tardivo ossia dopo i 54 anni di età.
Rispetto ai soggetti diagnosticati oltre ai 40 anni, la coorte ad esordio precoce con un'età media di 35 anni presentava livelli più elevati di obesità con un controllo glicemico più scarso, una maggiore resistenza all'insulina e un declino più rapido della capacità secretoria dell'insulina.
Presentava altresì un'incidenza più elevata di complicanze e mortalità, a cinque anni dalla diagnosi, correlate al diabete a qualsiasi età.
Sebbene il diabete di tipo 2 a esordio precoce fosse una diagnosi rara quando è stato condotto lo studio sul diabete Nel Regno Unito, rappresentando soltanto il 9,4% del campione rappresentativo, esso conferma che nei giovani adulti il diabete di tipo 2 presenta un fenotipo biologico molto più grave ed aggressivo rispetto a quando si sviluppa più tardi nella vita ed un elevato rischio di complicanze, soprattutto renali e retiniche.
Non risulta ancora chiaro se l'elevata propensione a sviluppare complicanze sia correlata alla durata del diabete o ad una predisposizione biologica avversa.
Un altro recente studio nel Regno Unito ha dimostrato che gli individui a cui è stato diagnosticato il diabete di tipo 2 all'età di 45 anni hanno l'80% di sviluppare una malattia cardiorenale nel corso della loro vita. È probabile, pertanto, che coloro che hanno ricevuto la diagnosi prima dei 40 anni abbiano un rischio simile o addirittura più elevato di queste complicanze.
Indipendentemente dalle cause, serve una gestione aggressiva
Per migliorare la prognosi dei giovani con questo tipo di diabete è quindi necessaria una gestione completa ed intensiva della malattia. Per migliorare l'assistenza sanitaria agli adulti più giovani è necessario ottimizzare la gestione del diabete con interventi sul peso, la glicemia ed il rischio cardiovascolare, su modello di un'iniziativa del National Health Service England iniziata nel 2023, tenendo conto dell'effetto dei farmaci più recenti (inibitori SGLT2, agonisti GLP-1, agonisti GIP/GLP-1) sulla durata glicemica, sulla perdita di peso e sui risultati prognostici.
Una gestione efficace del peso è importante perché le persone con diabete di tipo 2 in età inferiore ai 40 anni hanno maggiori probabilità di essere obese o di aumentare di peso. Questi giovani individui, che hanno complesse esigenze mediche e psicosociali, necessitano di un'assistenza sanitaria olistica e su misura, che sia culturalmente sensibile e clinicamente reattiva.
Poiché le complicanze si verificano in un'età economicamente produttiva, i ricercatori ritengono che sia urgente implementare la ricerca e formulare linee guida nazionali per informare i professionisti sanitari su interventi basati su prove ed economicamente vantaggiosi per questa popolazione con esordio più precoce. L'obiettivo, come si sottolinea nel report del Diabetes Uk “Inverti la tendenza”, è ridurre il diabete di tipo 2 nei giovani.
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