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Usa congedo parentale per secondo lavoro, accusata di truffa

di Redazione

Pubblico Impiego

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È stata accusata di truffa e falso la dipendente dell'Asl5 di La Spezia che avrebbe usufruito impropriamente del congedo assegnato per assistere un genitore invalido per andare invece a lavorare altrove. Avrebbe così truffato il proprio datore di lavoro ricevendo indebitamente le indennità economiche, secondo i benefici di legge previsti. Lo ha stabilito la Procura della città ligure, a conclusione delle indagini, disponendo la citazione a giudizio per la dipendente pubblica in quanto non solo sarebbe andata a lavorare in un esercizio commerciale, gestito dal marito, per aiutarlo negli affari ma avrebbe altresì presentato, all'Asl e al Comune, documenti e dichiarazioni falsi durante le procedure di assegnazione del congedo.

Dipendente Asl5 ottiene congedo e lavora altrove. Accusata di truffa e falso

L'udienza di comparizione predibattimentale è stata fissata per il prossimo 15 novembre e l'azienda sanitaria ha deciso di costituirsi parte civile nel procedimento, come si apprende da una delibera del direttore generale con la quale affida l'Asl alla tutela legale.

Secondo la ricostruzione della magistratura, la donna avrebbe chiesto ed ottenuto regolarmente il congedo nel marzo 2023, ma le si contesta di aver mancato sin da subito ai suoi doveri di assistenza nei confronti del familiare. Si sarebbe infatti trasferita a Massa Carrara dove il congiunto aveva un'attività, dedicandosi così ad un altro lavoro mentre si assentava dal proprio.

Nel corso delle indagini è emerso inoltre che per farsi riconoscere dall'Asl il diritto a tale congedo la dipendente avrebbe falsificato la firma del padre nell'attestazione da presentare ai competenti uffici aziendali.

Avrebbe altresì dichiarato una residenza temporanea presso l'abitazione del genitore, essendo la convivenza con il familiare da assistere una delle condizioni essenziali per ottenere il congedo. A tal fine sarebbe riuscita ad indurre in errore persino i dipendenti dell'anagrafe del Comune di La Spezia che, ingannati, avrebbero pertanto attestato il falso nei registri dello Stato Civile.

Pur essendo stato individuato dalla Procura come parte offesa insieme all'Asl, per il momento il Comune non si costituirà parte civile nel dibattimento processuale. La percezione indebita delle indennità e dei contributi erogati dall'Asl, derivati dal riconoscimento del beneficio da parte dell'azienda sanitaria, è stata quantificata dalla Procura in 13.168,45 euro.

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