Associazione per delinquere finalizzata al peculato e alla truffa ai danni dello Stato e autoriciclaggio sono le accuse mosse dalla Procura della Repubblica di Catanzaro nei confronti di un dirigente medico e due infermieri, dipendenti dell'Azienda Ospedaliera Universitaria “Renato Dulbecco” del capoluogo calabrese, in concorso con un imprenditore di Cosenza operante nel settore dei dispositivi medici ed elettromedicali.
Interventi privati a spese dell'ospedale, sospesi due infermieri e un medico
L'inchiesta denominata “Batticuore”, dalla quale sono emersi gravi indizi nei confronti dei quattro soggetti indagati e di altri tre accusati di favoreggiamento, è stata condotta con complesse indagini articolate in attività di intercettazione e di perquisizioni che hanno permesso di delineare plurimi episodi di peculato di vari dispositivi medici e farmaci compiuti dai tre sanitari, in collaborazione con l’imprenditore.
Secondo quanto emerso dalle indagini, il medico avrebbe omesso di versare all'azienda ospedaliera da cui dipendeva parte dei compensi ottenuti dallo svolgimento dell'attività professionale in regime di intramoenia allargata, ossia svolgendo le visite mediche presso il proprio studio privato per conto dell'Azienda Ospedaliera.
Inoltre, avrebbe eseguito interventi chirurgici privatamente, pur in assenza di specifica autorizzazione sanitaria, avvalendosi della collaborazione di due infermieri, legati all'ospedale da rapporto di lavoro esclusivo, che lavoravano con lui in reparto.
Nello svolgimento dell'attività i tre sanitari avrebbero impiegato materiale sanitario di proprietà dell'Azienda ospedaliera, indebitamente sottratto, portandolo negli studi privati esterni. Tale materiale veniva poi autoriciclato, nel senso che, per giustificare la disponibilità di dispositivi e materiali sanitari sottratti all'azienda, il medico si sarebbe avvalso di false fatture emesse dall'imprenditore di fiducia coinvolto nella truffa.
Il procedimento per le ipotesi di reato è attualmente nella fase delle indagini preliminari. Nel frattempo, i tre operatori sanitari, in servizio presso l'Unità Operativa di Oculistica, sono stati sottoposti alla misura della sospensione dal pubblico ufficio e servizio per la durata di 12 mesi.
I provvedimenti, emessi dal Giudice delle Indagini preliminari di Catanzaro, sono stati notificati dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza e del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità dei Carabinieri. Contestualmente, è stata data esecuzione anche al sequestro preventivo di due immobili nella disponibilità di uno degli indagati. Si tratta dei due studi specialistici in cui il medico oculista praticava la libera professione, uno a Catanzaro e l'altro in un comune della provincia.
Commento (0)
Devi fare il login per lasciare un commento. Non sei iscritto ?