Pubblico Impiego
I dipendenti degli ospedali e degli ambulatori sono in agitazione, chiedendo il rispetto degli accordi sindacali presi dall’amministrazione precedente. La delegata delle Rsu per conto della Cisl, Pinuccia Dossi: I lavoratori chiedono solo quanto gli spetta e fanno affidamento sull’aumento di stipendio pattuito
.
Protesta per mancato rispetto dell'accordo sui passaggi di fascia
Il personale dell’Asst di Melegnano e della Martesana, nel milanese, è sul piede di guerra. E nella mattina di ieri Rsu e sigle sindacali hanno mobilitato duecento persone sotto la sede centrale dell’azienda a Vizzolo Predabissi (dopo che, nella giornata di lunedì, era stata organizzata un’assemblea conclusiva a Cernusco sul Naviglio per fare il punto sullo stato dell’arte). Sit-in anche davanti agli altri ospedali del gruppo sanitario. Una situazione che è peggiorata nelle scorse settimane, quando la direzione dell’Azienda sanitaria avrebbe deciso, in modo unilaterale, di non applicare l’accordo integrativo firmato lo scorso 10 dicembre che prevedeva – tra giugno 2021 e gennaio 2022 – una serie di passaggi di fascia nonché aumenti salariali per 852 professionisti del comparto, tra infermieri, tecnici e amministrativi.
In particolare, la gratifica economica avrebbe dovuto rappresentare un riconoscimento per l’impegno profuso dai lavoratori durante l’emergenza Covid-19. Ma adesso la situazione è in stand-by: da una parte i sindacati che chiedono di mantenere fede agli accordi assunti dalla precedente direzione generale; dall’altro l’Asst di Melegnano e della Martesana, che non sembra intenzionata a fare passi indietro. Una situazione di stasi che non porta benefici (per usare un eufemismo) all’intero sistema sanitario locale.
E i dipendenti degli ospedali e degli ambulatori in agitazione non ci stanno: Dopo averci definiti “eroi”, adesso non otteniamo neanche gli incrementi di stipendio già pattuiti
. Una condizione che i sindacati ritengono inaccettabile
. Ed Emiliano Zambarbieri, vice coordinatore delle Rsu e rappresentante aziendale della Cgil, non ricorre a perifrasi, come riporta il “Giorno Grande Milano”: Sull’onda di una circolare del Dipartimento della funzione pubblica, l’azienda ha bloccato ogni cosa, chiedendoci di rinegoziare l’accordo e ridurre il numero degli aventi diritto ai benefit. Siamo pronti ad andare in Regione Lombardia
.
I dipendenti non chiedono nulla di più rispetto a quanto pattuito, come rimarca Pinuccia Dossi, delegata delle Rsu per conto della Cisl: Soltanto quanto spetta loro, che su questi soldi contano
. Dare voce ai professionisti in attesa di risposte concrete, cercando – per quanto possibile – il loro stato d’animo, tutt’altro che sereno. Queste persone sono le stesse che ci hanno difeso dal Covid-19, e che adesso, conclusa la retorica degli “eroi”, vengono trattati in questo modo. Lo trovo vergognoso
, sbotta Antonio Bagnaschi, funzionario della Cgil di Milano, secondo il quale l’accordo sottoscritto non può essere ritenuto carta straccia. Siamo pronti ad impugnare l’accaduto anche sul piano giuridico
.
Ma la questione dell’Asst di Melegnano e della Martesana è molto più ampia rispetto al territorio nel quale si colloca. I mancati aumenti in busta paga si inseriscono, secondo i rappresentanti dei lavoratori, nell’ambito di un contesto più generale che osserva un progressivo taglio di servizi, dalla contrazione dei posti letto all’assenza di stabilizzazione del personale precario
, conclude Salvatore Pepe, coordinatore delle Rsu.
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