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Manovra Finanziaria

Pensioni, per infermieri e medici spunta Quota 46

di Monica Vaccaretti

Pubblico Impiego

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Pensioni: dal Governo arriva l'emendamento che salva dal taglio gli infermieri e i medici, ma sarà penalizzato chi lascia il lavoro in anticipo. Dopo le proteste dei rappresentanti sindacali e lo sciopero del 5 dicembre, l'esecutivo ha depositato (a distanza di due giorni) in commissione Bilancio del Senato una misura, costituita da tre specifiche deroghe, allo scopo di attenuare il taglio della pensione retributiva previsto secondo un aggiornamento dei calcoli previdenziali. Il provvedimento permette di evitare, in alcuni casi e a determinate condizioni, di subire la riduzione dell'assegno pensionistico mensile, attualmente previsto sino al 25%.

Manovra, emendamento del Governo cancella tagli alle pensioni dei sanitari

L'emendamento stabilisce che sono esenti dal taglio delle pensioni tutti coloro che soddisfano i requisiti per la pensione di vecchiaia e di pensione anticipata entro il 31 dicembre 2023 tra tutti i dipendenti statali delle quattro catregorie coinvolte (enti locali, sanità, insegnanti, ufficiali giudiziari). Inoltre sono esclusi da ogni penalità tutti coloro che raggiungono i 67 anni ed accedono alla pensione di vecchiaia a partire dal 2024.

La terza deroga prevede, soltanto per medici ed infermieri, che per la pensione anticipata (42 anni e 10 mesi per gli uomini e e 41 anni e 10 mesi per le donne) si applichi, a partire dal 2024 indipendentemente dall'età anagrafica, la disposizione secondo la quale il taglio della pensione viene ridotto di un trentaseiesimo per ogni mese di permanenza aggiuntiva al lavoro.

Significa che per evitare la decurtazione essi dovranno lavorare altri 36 mesi, considerando anche le finestre di pensionamento. Per evitare penalizzazioni date dalla decurtazione prevista per una pensione anticipata, quasi 43 anni di contributi ancora non bastano e viene richiesta, in alternativa al taglio del proprio assegno, una estensione del periodo lavorativo.

L'emendamento stabilisce che i dirigenti medici e sanitari del SSN nonché gli infermieri possono presentare domanda di autorizzazione per il trattenimento in servizio anche oltre il limite del 40° anno in servizio effettivo e comunque non oltre il 70° anno di età.

Poichè è stato chiarito che non subiscono decurtazioni coloro che usufruiscono della pensione di vecchiaia, al personale sanitario non restano che due soluzioni per andare in pensione con un assegno previdenziale non tagliato: raggiungere i 67 anni di età oppure lavorare tre anni in più.

Si tratta sostanzialmente di una quota 46 che dovrà essere raggiunta da tutti coloro che hanno iniziato a versare contributi dopo i 21 anni di età. Solo con tre anni di lavoro aggiuntivo potrà pertanto essere annullato il ricalcolo basato sui coefficienti penalizzanti.

Sono state inoltre aumentate anche le finestre di uscita con un posticipo della decorrenza di un mese per chi matura i requisiti nel 2025, di due mesi per chi la matura nel 2026, di quattro mesi per che chi la matura nel 2027 e di sei mesi per chi la matura dal 2028.

Gli altri lavoratori pubblici (Enti locali, insegnanti, funzionari giudiziari) subiscono invece il taglio per intero, fino a 3 anni di contributi persi con una perdita di 3 mila euro netti all'anno.

Considerando che l'esecutivo all'inizio del suo mandato aveva promesso di introdurre nel corso della legislatura la quota 41 per permettere ai lavoratori della sanità di andare in pensione anticipata, la quota 46 che si prospetta con questo emendamento aggrava la condizione lavorativa ed appesantisce la tensione del personale sanitario nei confronti del governo. I rappresentanti sindacali hanno annunciato altre giornate di sciopero nel mese di gennaio.

Si chiedeva l'abolizione della manovra che resta invece ancora in vigore con un emendamento che peggiora la manovra iniziale, creando condizioni comunque svantaggiose. Lavorare tre anni in più per azzerare il taglio pensionistico vuol dire lavorare 46 anni.

Medici ed infermieri bocciano quindi la correzione. Apprezziamo il fatto che l'esecutivo abbia deciso di modificare l'articolo 33, addolcendone l'impatto, significa che la nostra protesta ha prodotto degli effetti ma approffondendone i contenuti non possiamo esserne ancora soddisfatti, ha dichiarato Antonio De Palma, presidente di Nursing Up. È necessario escludere senza mezzi termini infermieri e medici dall'applicazione della tagliola pensionistica.

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