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contratto sanità

Nursing Up: valorizzazione infermieri è ancora una chimera

di Redazione

Pubblico Impiego

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Le proposte sinora giunte sul tavolo della trattativa con il Governo per il rinnovo del contratto sanità non soddisfano le organizzazioni sindacali. Devono essere individuate le risorse aggiuntive necessarie, senza le quali non ci sarà purtroppo nessun cambio di rotta. Così la valorizzazione degli infermieri e delle professioni sanitarie è ancora una chimera, denuncia il Nursing Up commentando gli aumenti mensili previsti comunicati ai sindacati da parte dell'Aran, ritenendoli del tutto insufficienti.

Infermieri in rivolta contro le proposte di aumento nel contratto sanità

In generale gli aumenti proposti non compensano nemmeno lontanamente il tasso reale di inflazione. Secondo Nursing Up occorre una reale svolta nelle trattative in corso se davvero le Regioni e gli esponenti di Governo intendono mantenere fede alla volontà, declinata anche nell'atto di indirizzo, di valorizzare le professioni sanitarie.

A tutto il tavolo contrattuale abbiamo detto che bisogna avere una volta per tutte il coraggio di restituire dignità al lavoro delle professioni sanitarie, aggiunge il sindacato degli infermieri criticando anche il metodo impostato che non tiene in considerazione il loro ruolo professionale.

Tale dignità non si ottiene se non si interviene in modo concreto, portando avanti il lavoro iniziato con il Contratto nazionale 2019/2021, ovvero continuando quell'opera di avvicinamento degli istituti del contratto destinato alle professioni sanitarie verso quello della dirigenza medica, precisa esprimendo la propria assoluta contrarietà alle proposte sinora ricevute.

L'Aran parla di un aumento del 5,75% per la generalità dei dipendenti che per alcune categorie, come gli operatori sanitari del Pronto soccorso, è destinato ad aumentare per effetto di indennità speciali previste per legge, spiega Nursing Up specificando che secondo l'Aran tale aumento arriverebbe addirittura al 7% se si includono anche le risorse speciali, cioè i soldi destinati solo ad alcune categorie di dipendenti.

Questa ipotesi per noi è irricevibile poiché le risorse speciali andranno ad aumentare solo gli stipendi degli specifici interessati e non quelli degli altri, sottolinea ancora.

Per i professionisti sanitari, che non operano in Pronto soccorso o in reparti destinatari di particolari indennità, è previsto un aumento di 135 euro al mese, dai quali tuttavia va detratta l'indennità di vacanza contrattuale già corrisposta a tutti i dipendenti pubblici da dicembre 2023 – spiega -. Il risultato è che l'aumento attuale, aggiuntivo rispetto a quanto i dipendenti dell'area professionisti sanitari già percepiscono, passerà da 135 euro a poco più di 54 euro, precisa segnalando altresì che ci sono soltanto 8 euro di differenza tra l'aumento di stipendio tabellare di un infermiere, ostetrica o fisioterapista e quello del personale dell'area sottostante.

Nursing Up torna pertanto a ribadire che servono almeno 653 milioni di euro, dei quali 453 sono da destinarsi al raddoppio dell'indennità di specificità infermieristica, da estendere anche alle ostetriche, e dell'indennità di operatività dei servizi. I rimanenti 200 milioni sono necessari per le ulteriori indennità degli altri sanitari.

Di fronte a questo stato di cose siamo pronti a manifestare per far comprendere, una volta per tutte, quanto vale e quanto impatta il nostro lavoro nelle aziende e negli enti del Servizio Sanitario Nazionale. Sentiamo forte pertanto il dovere di dare ulteriore impulso alla Manifestazione Nazionale di protesta prevista per il prossimo 20 novembre a Roma, conclude invitando a partecipare non solo tutte le istanze rappresentative delle professioni sanitarie ma anche le associazioni dei cittadini, le società scientifiche, le organizzazioni sindacali e ogni altro ente associativo che si occupa della tutela delle professioni sanitarie.

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