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Infermieri contro turni extra per abbattere le liste d'attesa

di Redazione

No, grazie. Abbiamo già dato. Così i sindacati di categoria replicano all'assessore alla sanità della Regione Piemonte, Federico Riboldi, esprimendo perplessità e contrarietà alla sua proposta di far lavorare il personale sanitario in orario e in giorni extra per abbattere le liste di attesa. Sebbene l'adesione a tale misura sia su base volontaria e le ore straordinarie vengano pagate come prestazioni aggiuntive, come siglato la settimana scorsa dall'accordo tra la Regione e i Direttori Generali delle aziende sanitarie, medici ed infermieri non ci stanno a svolgere turni serali e a lavorare ancora di più nei fine settimana. La Regione chiede sacrifici sempre agli stessi e i carichi di lavoro sono già insostenibili, sottolineano ribadendo le loro ragioni.

Turni extra per smaltire liste d'attesa. Gli infermieri: abbiamo già dato

infermiera di spalle

Gli ospedalieri sono pochi e stanchi. Lavorano già nei festivi, sin dal giorno dell'assunzione, compreso Natale, Pasqua, Capodanno e Ferragosto.

La presa di posizione di Anaao Assomed, Cimo-Fesmed, Nursing Up e Nursind è concorde e negativa. Ritengono che questa iniziativa, già adottata in passato con scarsi risultati, arrivi in ritardo, poiché il personale è già allo stremo e non sia comunque utile, tantomeno a risolvere la carenza di professionisti.

Secondo l'ultimo accordo queste prestazioni aggiuntive dovrebbero essere svolte dagli stessi medici ed infermieri che hanno turni massacranti, centinaia di ore di straordinario non pagate e ferie non fruite.

Gli ospedalieri sono pochi e stanchi. Lavorano già nei festivi, sin dal giorno dell'assunzione, compreso Natale, Pasqua, Capodanno e Ferragosto. Capita anche tre weekend al mese – spiegano -. E regalano straordinario non pagato alla propria azienda, accumulando ferie e stress, per continuare a garantire comunque i servizi alla popolazione, denunciano.

Esprimono altresì dubbi sulla fattibilità della misura soprattutto per quanto riguarda la disponibilità delle risorse economiche per pagare il personale che dovesse accettare di fermarsi oltre il normale orario lavorativo.

Auspichiamo che ci siano risorse diverse da quelle necessarie da ripartire per le prestazioni legate alla carenza di personale, commenta Nursind. Le organizzazioni sindacali ricordano inoltre che è previsto un tetto regionale a tale finanziamento.

Attualmente le Asl hanno un limite di spesa sulle prestazioni aggiuntive, fissato alla spesa del 2021, anno ancora flagellato dal Covid, in cui i turni pagati extra sono stati nettamente inferiori rispetto ai periodi successivi, e pagati meno, spiegano. Ci si interroga infine anche sull'effettiva volontarietà. Le esperienze del recente passato suggeriscono che in alcuni casi il lavoro extra si trasforma in un obiettivo, diventando praticamente obbligatorio.

Questa misura, pur essendo un passo in avanti, rischia di gravare ulteriormente sul personale sanitario, già oggi in difficoltà a causa di carichi di lavoro insostenibili - commenta il Nursing Up -. I turni aggiuntivi devono pertanto essere accompagnati da un piano di assunzioni strutturato e da incentivi adeguati, evitando di esasperare ulteriormente chi è in prima linea.

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