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Regione stoppa la delibera sulle ambulanze senza medico

di Redazione

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Ho concordato con il presidente Alberto Cirio di chiedere ad Azienda Zero la sospensione della delibera perché riteniamo di dover fare un approfondimento maggiore con tutte le associazioni di categoria e tutti i portatori di interessi legati al settore rispetto ad una tematica molto delicata che investe il sistema dell'emergenza-urgenza che è per sua natura un mondo complesso, fatto di donne e uomini che con abnegazione operano quotidianamente e che merita, così come richiesto dalle categorie, una riflessione maggiore. Così l'assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Federico Riboldi, comunica in una nota di aver sospeso il protocollo sulle ambulanze senza medico, approvato lo scorso 19 luglio, che avrebbe dovuto essere adottato dal 1° ottobre. Ho ereditato questa delibera. È un progetto del mio predecessore, Luigi Icardi. Ritengo sia un atto da rivedere, chiarisce mentre dall'Assessorato fanno sapere che Azienda Zero avrebbe tralasciato il confronto con la nuova formazione del governo regionale.

Piemonte, dietrofront della Regione su delibera che demedicalizza ambulanze

piemonte 118

L'assessore alla Sanità della Regione Piemonte ha sospeso il protocollo sulle ambulanze senza medico.

Ora ci si ferma e ripartiamo da zero. Riaprirò il dibattito con gli Ordini professionali tra il mese di settembre e la prima decade di ottobre, fa sapere l'assessore intervenendo sulla questione dopo le numerose perplessità espresse sin da subito dai sindaci del territorio, dai sindacati e dagli infermieri in merito alla decisione di far salire a bordo delle ambulanze infermieri altamente specializzati in grado di sostituirsi ai medici del 118.

La protesta è ora rimarcata anche dai medici. Non siamo sostanzialmente contrari alla collaborazione con gli infermieri purché la vita del paziente non sia messa a rischio, puntualizza l'Ordine la cui decisa presa di posizione ha indotto la Regione alla retromarcia. L'algoritmo ideato verrà pertanto congelato, se non addirittura cestinato.

Scopo del controverso provvedimento, sul cui documento si lavorava sin dal 2023 e sul quale anche alcuni infermieri e sindacati hanno espresso scetticismo, era quello di risolvere la cronica carenza di medici, che investe anche il sistema di emergenza urgenza, affidando agli infermieri la gestione dei pazienti in 22 casi codificati con decisioni clinico assistenziali affidate ad algoritmi così da standardizzare gli interventi e renderli possibili anche in assenza del medico a bordo.

Si stabiliva pertanto che gli infermieri del 118 avrebbero potuto operare da soli e con maggiore autonomia, aprendo anche alla possibilità di somministrare farmaci stupefacenti ad uso analgesico. Secondo le intenzioni del progetto, ciò avrebbe permesso non solo di valorizzare il ruolo degli infermieri ma anche di migliorare l'assistenza dei pazienti.

Il nodo dell'analgesia è stato decisivo nello spingere la Regione nel riconsiderare la disposizione e fare un momentaneo dietrofront dopo le pertinenti criticità rilevate dall'Ordine dei medici, come quella relativa alla somministrazione dei farmaci oppioidi per la quale non basterebbe la prescrizione telefonica a distanza ma richiederebbe la presenza fisica del medico.

La demedicalizzazione delle ambulanze, in un contesto così delicato come quello degli interventi in situazioni gravi con pazienti che rischiano la vita, è una decisione penalizzante e pericolosa per la salute degli anziani, spesso afflitti da più patologie, ha fatto sapere fortemente critica la garante degli anziani del Comune di Alessandria, Paola Ferrari, pur esprimendo il massimo rispetto e una profonda gratitudine nei confronti degli infermieri che operano sempre in modo encomiabile.

La mancanza di medici è un problema che ci stiamo trascinando da anni e che bisogna affrontare in un'ottica non più di emergenza. Ha bisogno di una programmazione a lungo termine, spiega precisando come la pandemia abbia contribuito ad evidenziare tutte le difficoltà irrisolte del settore.

Siamo tutti consapevoli della situazione che stiamo vivendo ma spetta alla politica trovare le giuste soluzioni, evitando decisioni penalizzanti e semplici spot, aggiunge lanciando altresì un allarme per sensibilizzare l'opinione pubblica. Sono tanti gli aspetti su cui bisogna intervenire, ma è necessario farlo ora e in modo ragionato perché è impensabile affrontare un altro anno in tali condizioni, ammonisce.

All'interno di tutte le categorie possono esserci sensibilità diverse - prosegue l'assessore Riboldi -. Alcuni vorrebbero competenze aggiuntive. Un infermiere, ad esempio, vorrebbe poter somministrare determinati farmaci o intubare. Altri non vorrebbero farlo. Ci sono poi gli Oss, qualcuno vorrebbe avere una S in più, specifica sottolineando che il suo compito consiste nello scegliere la migliore soluzione per il bene del paziente mettendo insieme tutte le sensibilità di chi lavora in sanità.

La decisione di revocare la delibera, spiega, nasce dalla volontà di aprire un vero e proprio tavolo di confronto ascoltando tutti, partendo dai singoli sino alle associazioni. Non voglio tirare una riga e pensare di risolvere il problema, però voglio sentire tutto con le mie orecchie e dalla viva voce delle categorie coinvolte. Illustra che il problema principale che si sta affrontando è la carenza di medici.

L'apertura del numero chiuso nel 2025 da parte del governo Meloni è molto importante per prospettare un futuro diverso ma ci vorranno almeno sei anni per vedere i risultati. E conclude: Dobbiamo condividere al massimo le scelte per fare in modo che siano risolutive. Vedo in un tavolo congiunto tra tutti gli ordini professionali la possibilità di trovare una soluzione congiunta che possa fare il bene della sanità piemontese.

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