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Piemonte: pronto l'accordo per arrivo di infermieri dall'India

di Redazione

La Regione Piemonte segue le mosse della Lombardia nel cercare infermieri all'estero. Ha deciso infatti di reclutare professionisti dall'India, da destinare agli ospedali sempre più in affanno, così da colmare la carenza di personale del servizio sanitario regionale. Prova a recuperare in questo modo gli operatori mancanti a fronte di un piano di assunzioni che ne prevede duemila entro il 2024. L'idea di aderire a questo progetto, promosso anche dal governo e dal ministro della Salute Schillaci, è stata resa nota dall'assessore alla sanità, Federico Riboldi, che ha già chiesto alle Asl di fornire in tempi brevi l'elenco del fabbisogno così da poterlo trasmettere all'ambasciata italiana a Nuova Delhi.

Misura della Regione per contrastare la carenza di infermieri negli ospedali

india sanitari

La Regione Piemonte ha deciso di reclutare infermieri dall'India, al fine di colmare la carenza di personale.

L'accordo con l'India è pronto, curato direttamente dal ministero dell'interno e da quello della Salute. Si tratta di un patto che permette di garantire l'equipollenza dei titoli e dunque di lavorare qui, spiega Riboldi, anticipando che la Regione punta ad estendere la stessa procedura anche per altri Paesi, come l'Argentina e il Brasile, che hanno buoni standard assistenziali e verso i quali il Piemonte potrebbe essere attrattivo.

Si spera così di replicare l'iniziativa della Lombardia dove entro fine anno saranno assunti i primi infermieri sudamericani grazie ad un'intesa stipulata nei mesi scorsi dall'assessore alla Sanità Guido Bertolaso con Argentina e Paraguay.

L'iniziativa divide i sindacati che, esprimendo preoccupazione in vista del prossimo incontro dell'Osservatorio che si terrà il 17 ottobre, non si mostrano affatto ottimisti sulla possibilità di riuscire a centrare l'obiettivo di implementare gli organici nel rispetto dei tempi fissati dal piano regionale.

Ci risulta che molte aziende sanitarie piemontesi stiano facendo fatica anche a coprire il turnover, denuncia Massimo Esposto della Fp Cgil auspicando tuttavia che i numeri relativi alle carenze possano essere più confortanti considerando che negli ultimi cinque mesi le aziende hanno avuto tempo di svuotare le graduatorie dei concorsi.

Per quanto riguarda l'idea di aprire agli infermieri stranieri esprime un parere favorevole: Si tratta tuttavia di un percorso tortuoso, pertanto, la Regione deve avere ben chiaro che si deve organizzare nel modo più efficiente possibile, avverte.

È invece decisamente contrario all'iniziativa il Nursind che esprime perplessità: Se la soluzione è quella di reclutare infermieri dall'estero, dobbiamo prendere atto che non c'è la volontà di investire nei giovani italiani rendendo attrattiva la professione e neanche di valorizzare quelli che oggi la praticano e che stanno fuggendo o stanno lasciando, commenta amaramente Francesco Coppolella, secondo il quale cercare di curare il sintomo e non la malattia, come si sta facendo, può portare sollievo ma alla fine non potrà che peggiorare la situazione.

Opi Torino: Nulla si muove nella direzione della valorizzazione degli infermieri

La Regione guarda all'India, per reclutare infermieri con cui colmare le carenze di personale del servizio sanitario. Il Ministero invece mette a regime l’assistente infermiere. Non c’è pace per gli infermieri che invece di venire valorizzati, meglio retribuiti, tutelati, si ritrovano messi ai margini, o meglio dire al confine.

Così in una nota Ivan Bufalo, presidente dell’Ordine delle Professioni infermieristiche di Torino, che ammonisce: con queste iniziative prive di una visione di sistema l’unica certezza è che gli infermieri italiani saranno sempre più delusi e indotti ad andarsene in quei Paesi dove i salari e le condizioni di lavoro sono realmente vantaggiose e, al contempo, le giovani generazioni avranno sempre meno interesse ad accedere ai corsi universitari per diventare infermiere.

Chiediamo con forza un’inversione di rotta: il rafforzamento e la valorizzazione degli infermieri attraverso una retribuzione adeguata, maggiori tutele e incentivi per i giovani che si affacciano alla professione. Importare personale dall’estero non è la soluzione a lungo termine, ma un palliativo che non farà altro che danneggiare la sanità italiana nel suo complesso.

Nulla si muove nella direzione della valorizzazione degli infermieri e ogni volta che la Politica pensa ad un intervento atto ad affrontare la gravissima carenza di questi professionisti sanitari lo fa escludendoli dai ragionamenti, con l’effetto di alimentare ulteriormente le cause del problema. L’importazione di infermieri dall’estero in deroga alle leggi dello Stato riguardanti l'esercizio professionale non potrà che alimentare il malcontento. Pur avendo questi competenze rispettabili, non sono formati secondo i nostri standard universitari, non conoscono la nostra lingua e non sono familiari né il nostro sistema sanitario né con i nostri valori deontologici, inoltre sono tenuti agli stessi stringenti e adempimenti di Legge cui sono tenuti tutti gli altri infermieri, continua Bufalo.

Il risultato di queste scelte, avverte l’Ordine, è un progressivo peggioramento della qualità delle cure offerte ai pazienti, che rischiano di essere assistiti da personale non adeguatamente preparato per affrontare le specificità del nostro sistema sanitario.

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